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IL CINEMA ITALIANO DICE LA SUA
COMANDANTE
Venerdì 07.02.2025
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Regia Edoardo De Angelis
Filmografia Il vizio della speranza (2018),
Indivisibili (2016) ,, vieni a vivere a Napoli (2016), Perez (2014)
Genere Drammatico - bellico
Interpreti Pierfrancesco Favino (Salvatore Todaro),
Massimiliano Rossi (Vittorio Marcon), Johan Heldenbergh (Vogel), Arturo
Muselli (Danilo Stiepovich), Giuseppe Brunetti (Gigino Magnifico),
Gianluca Di Gennaro (Vincenzo Stumpo), Johannes Wirix
Fotografia / montaggio Ferran Paredes Rubio / Lorenzo Peluso
Musica Robert Del Naja
TRAMA
Italia 1940, Salvatore Todaro è comandante del sommergibile Cappellini
della Regia Marina. Nonostante le ferite riportate nel conflitto
bellico, Todaro accetta una nuova missione nell’oceano Atlantico.
Durante la navigazione, nel cuore della notte, ingaggia un conflitto a
fuoco con un mercantile di nazionalità belga (al servizio degli
inglesi). Affondata la nave, il comandante decide però…….
RASSEGNA STAMPA
È stato il film di apertura dell’80ª Mostra del Cinema della Biennale
di Venezia: “Comandante” del regista napoletano Edoardo De Angelis.
Prendendo le mosse da una storia vera, il soccorso di un gruppo di
naufraghi belgi da parte del comandante Salvatore Todaro e
dell’equipaggio del sommergibile italiano Cappellini nel 1940, il film
si propone come incisivo richiamo al nostro presente, a non abbandonare
chi è in difficoltà in mare.
“Mi commuove l’idea della ‘forza’ come la intendeva Salvatore Todaro,
ovvero la capacità di correre in soccorso dei più deboli. Per me questo
è ‘l’uomo forte’ e ho voluto raccontare la sua storia”. Chiarisce
subito il regista De Angelis il perimetro del suo film: tema portante
del suo dramma storico è il riaffermare un codice morale, quell’etica
umana che spinge a prestare soccorso al prossimo scavalcando le regole
del conflitto. Un film che ci parla del tempo di ieri, di una delle
pagine più brutte della Storia del XX secolo, e al contempo si ancora
al nostro presente.
La storia. Italia 1940, Salvatore Todaro è comandante del sommergibile
Cappellini della Regia Marina. Nonostante le ferite riportate nel
conflitto bellico, Todaro accetta una nuova missione nell’oceano
Atlantico. Durante la navigazione, nel cuore della notte, ingaggia un
conflitto a fuoco con un mercantile di nazionalità belga (al servizio
degli inglesi). Affondata la nave, il comandante decide però di
soccorrerne l’equipaggio ospitandolo a bordo del sommergibile
Cappellini e scortandolo fino a Santa Maria delle Azzorre. Un gesto di
solidarietà che potrebbe costare cara la vita sua e dei suoi
sottoposti, costretti a navigare per tre giorni in emersione…
“Mi auguro – ha sottolineato De Angelis alla stampa – che chi guarda il
film si renda conto che esistono delle leggi immutabili, anche in
guerra, che non vanno infrante, come la legge del mare”. Il regista,
che firma il copione insieme allo scrittore Premio Strega Sandro
Veronesi, non lascia spazio a possibili fraintendimenti di matrice
politica: è un film storico il suo “Comandante”, ma al tempo stesso ha
un respiro di stringente attualità, che rimanda alle tante, troppe
tragedie del mare. L’idea del racconto nasce già nel 2018,
dall’incontro con l’ammiraglio Giovanni Pettorino in occasione delle
celebrazioni della Guardia costiera e dalla scoperta della vicenda del
comandante. De Angelis tratteggia la storia di Todaro sfumando il
contorno storico-politico della vicenda, le derive di una guerra legate
all’asse nazi-fascista, preferendo mettere a fuoco il coraggio di un
uomo, di un militare italiano, chiamato a eseguire degli ordini, che
però decide di mettere avanti a tutto il senso di umanità.
“Comandante” è un film ambizioso, dall’elevato investimento
economico-produttivo e dall’imponente messa in scena, compresa la
scelta di ricostruire la struttura del sommergibile; un film che punta
a trovare posto nel complesso mercato distributivo internazionale. La
regia di De Angelis conquista e convince, abile e salda. Il regista
dimostra di avere una chiara idea di cinema, interessato a drammi di
matrice sociale e a storie marcate da un respiro etico-morale, con
incursioni spirituali (“Indivisibili”, 2016; “Il vizio della speranza”,
2018; la miniserie “La vita bugiarda degli adulti”, 2023); e
“Comandante” è un ulteriore tassello di un talento in crescita.
A imprimere forza al racconto non è solo la regia o la confezione
formale, molto della riuscita dipende anche dall’interpretazione di
Pierfrancesco Favino, che occupa la scena in maniera quasi
totalizzante. Un’interpretazione come sempre misurata e
puntuale.
Da cnvf.it
l racconto che Edoardo De Angelis, regista e cosceneggiatore insieme
allo scrittore Sandro Veronesi, fa di questo episodio di storia vera e
di questa figura di militare sui generis si pone in controtendenza
rispetto ai sovranismi basati sulla prevaricazione, rivendicando il
valore del soccorso come fondante dell'identità italiana.
Anche l'accento sulla composizione variegata della sua compagine,
riflessa nei tanti accenti regionali dei personaggi, rimanda
all'intenzione educativa del libro "Cuore", che identificava l'unità
nazionale in una collettività di provenienze, ognuna con il proprio
portato.
De Angelis si butta in questa avventura con sprezzo del pericolo e un
pizzico di follia, anche produttiva (una cordata che fa il paio con la
ciurma del Cappellini), utilizzando effetti speciali da kolossal
d'oltreoceano, ma mantenendo una dimensione artigianale e un senso
pittorico tutti italiani.
Pierfrancesco Favino resta saldamente alla guida di una storia a tratti
didascalica e altisonante, il cui potenziale "cringe" è a volte
notevole, in quest'epoca di cinismi e disillusioni. E naturalmente
Comandante è ad alto rischio di vedersi accomunato alla retorica più
superficiale intorno al nazionalismo, quando invece è un cavallo di
Troia, poiché il messaggio contenuto nella sua confezione da kolossal
bellico, e certe dichiarazioni pronte per i meme, si muovono in
direzione ostinata e contraria.
La fotografia, del consueto sodale Ferran Paredes Rubio, ricorda U-Boot
96 di Petersen ma anche il Querelle de Brest di Fassbinder, perché
Todaro è soggetto a visioni fantasmagoriche che alludono alla sua
capacità di ragionare sul lungo termine, non solo sull'emergenza
momentanea, come da abitudine contemporanea……… Comandante racconta il
coraggio come il superamento di una paura lecita, l'alternarsi di
ognuno di noi fra il desiderio di nascondersi e quello di essere visti,
e l'amore per un Paese "meraviglioso e putrido" di cui riconosce le
contraddizioni, ma legittima solo la capacità di pietas. Todaro ne
emerge come un morituro che conosce il valore della responsabilità
personale e "distribuisce equamente i sacrifici", invitando i suoi
uomini a rimanere tali, come fanno i (veri) marinai. Il che in buona
parte giustifica una messa in scena sopra le righe e molte declamazioni
altisonanti, perché non si può fare una frittata senza rompere le uova,
o un film ambientato nella Seconda Guerra Mondiale depurandolo
dall'enfasi e dalla magniloquenza di cui quella guerra, come ogni
guerra, è (purtroppo) imbevuta.
Prossimo film “Io capitano” venerdì 21.02.2025
(scheda a cura di Marco Massara)