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The miracle club

 

da domenica 23 a giovedì 27 febbraio 2025

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THE  MIRACLE CLUB

regia di Thaddeus O'Sullivan

 


 

 

 

“The Miracle Club ha un titolo fuorviante, perché fa presupporre una commedia scanzonata, di quelle in cui un gruppo di attrici âgée gigioneggiano per suscitare l’ilarità del pubblico. Qui il gruppo centrale di attrici è effettivamente âgée, ma la storia non è comica, anche se non mancano i siparietti divertenti. La trama ha parecchie fragilità e l’ambientazione irlandese fa leva su molti stereotipi cinematografici, che il regista dublinese Thaddeus O’Sullivan cavalca senza esitazione, ma il gruppetto di interpreti formato da Kathy Bates, Laura Linney, Maggie Smith e un quasi irriconoscibile Stephen Rea riesce a tenere alta l’attenzione del pubblico. A rubare la scena, come sempre, è la quasi nonagenaria Smith nel ruolo di Lily, una madre gravata dal lutto e dal senso di colpa che però non ha perso l’ironia e la capacità di dimostrarsi affettuosa e fedele.
Kathy Bates ritorna in gran forma (anche fisica) per calarsi nel ruolo complesso di Eileen, madre di famiglia che non ha mai lasciato il suo quartiere, con un marito brontolone (l’irresistibile Stephen Rea) ad incarnare un certo maschilismo d’antan. Laura Linney dà alla sua Chrissie reticenza e misura, raccontando una donna che ha imparato l’empatia pur non avendone ricevuta alcuna nel proprio passato, custode di un lontano rancore di cui vorrebbe liberarsi.
La ricostruzione d’ambiente è attenta anche se un po’ stucchevole, e l’intera confezione è piacevole, nonostante (o grazie a) l’adesione a molti cliché: una rassicurante tazza di tè irlandese servita da un cast di professioniste esperte nel far commuovere e sorridere.”
Paolo Casella, da MYmovies.it

Giulio Martini

(domenica pomeriggio)

grande successo in Patria per questa sfacciata autodenuncia del maschilismo nazionale tontolone e grezzo.
Le donne in gruppo  (da sempre,ma in particolare nella verde Irlanda ) sono  antenne spirituali ben più  sensibili e ricettive, qui - come spesso nella recente produzione gaelica - alle prese con vari tormenti e severe punizioni sociali.
( cfr.la  ripetuta canzoncina etnica sulla "mamma crudele"... ).
Cmq è  sempre una Donna che le libera,aprendole al per-dono tra loro e verso maschi miracolosamente convertiti alla parità sociale.
Strappi umoristici rompono una trama che poteva essere melodramatica e permettono al film di fare anche discorsi alti senza mai scadere nella banalità.

Angelo Sabbadini

(lunedì sera)

Scritto vent’anni fa dallo sceneggiatore Jimmy Smallhorne, The Miracle Club dopo una serie di vicissitudini è stato girato nel 2023. Il paradosso è che alcuni attori hanno mantenuto i loro ruoli originari al di là di ogni ragionevolezza d’età. Kathy Bates ha girato il film a 74 anni e nella vicenda ha uno stuolo di figli che vanno dai quattro ai trent’anni. È realistico? Suo marito è interpretato dal bravo Sthephen Rea che di anni ne ha 77. Sono dettagli che non sfuggono all’attento pubblico del Bazin. E tutto questo alla fine pesa nel valutare la commedia che, comunque, ha un grande pregio: la performance della grande Maggie Smith.

Guglielmina Morelli

(mercoledì sera)

La critica ha un po’ maltrattato questo film perché scontato nello sviluppo e convenzionale nell’ambientazione; tuttavia qualche pregio, invece, ce l’ha. Certo, dopo cinque minuti abbiamo già capito più o meno la trama, l’ambiente è un’ Irlanda convenzionale (bigotta, pettegola, povera ma poi incline alla socialità, nel pub o nelle vie affollate di marmocchi) e però il quartetto di attrici (più Stephen Rea) sovrasta difetti e fragilità di sceneggiatura. E infine: ci sarà pure una ragione per cui Lourdes è uno dei luoghi più praticati dal cinema. Lì accadranno i laicissimi miracoli di cui parla il sacerdote e di cui racconta il film?

Giorgio Brambilla

(giovedì sera)

The Miracle Club è un racconto solido che ci porta all’interno di un dramma ambientato nella troppo cattolica Dublino del 1967, a incontrare un gruppo di donne di varie generazioni dilaniate da senso di colpa o risentimento. Un viaggio a Lourdes, fatto per motivi almeno discutibili, porta le protagoniste (ottimamente interpretate) a fare un cammino di riconciliazione con sé e con gli altri. Il passaggio fondamentale è la scelta dolorosa di sottoporsi al giudizio altrui, ottenendo misericordia invece dell’attesa condanna. È la dimostrazione pratica che i miracoli possiamo farli noi, rompendo quei meccanismi che adottiamo e che rendono gli altri il nostro inferno. Si tratta di un dramma tutto al femminile, con venature comiche affidate più che altro alle imbelli comparse maschili. L’unico peccato del film, solo veniale, è una certa dose superficialità nel disegnare la sua protagonista, Chrissie, della quale resta inespresso non solo perché abbia alcune cognizioni mediche, ma soprattutto il motivo della sua inesorabile determinazione a riconciliarsi con chi ha causato la morte del suo amato e le ha rovinato la vita

Rolando Longobardi

(Jolly)

Un viaggio tutto irlandese e personale quello che il dublinese Thaddeus O'Sullivan vuole comunicare. Un film che ripercorre la vita, gli abbandoni, i lutti e quello che avrebbe potuto essere, alla luce di un viaggio che vuole essere reale e introspettivo verso Lourdes. Ci riesce solo in parte, lasciando troppo spazio a stereotipi irlandesi troppo facili da seguire, che ci rendono empatici con le protagoniste ma non consente pienamente a noi spettatori di intraprendere una via autonoma. Buona l'interpretazione attoriale ma è tutto qui