L'appartamento
da domenica 16 a venerdì 21 febbraio 2025
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L'APPARTAMENTO
regia di Billy Wilder
“L’appartamento è un film incredibile per l’equilibrio perfetto che c’è tra il peso e la tristezza del dramma e la commedia romantica. Il luogo è la città, New York, e il film racconta la solitudine metropolitana anche in quello che è il periodo di massimo splendore sentimentale della città, cioè il periodo natalizio.(…) Nella seconda metà degli anni ‘50 la commedia americana ha iniziato ad abbandonare la pulizia morale e visiva del cinema di Lubitsch, Cukor e Minnelli per iniziare ad aprirsi verso il realismo metropolitano grazie a film come Marty vita di un timido (di Delbert Mann del 1955) e al contributo di sceneggiatori come Paddy Chayefsky. Wilder di sicuro non era estraneo a questi cambiamenti, ma li unisce ad una costruzione narrativa, scenografica ed emotivamente sentimentale degna veramente del miglior Lubitsch. Alla miracolosa riuscita del film, oltre alla sceneggiatura scritta da Wilder assieme al fido collaboratore I.A.L Diamond, contribuiscono non poco gli attori: Fred McMurray (attore caro al regista) nel ruolo del principale e soprattutto la coppia Shirley McLaine – Jack Lemmon, entrambi all’epoca attori sulla cresta dell’onda. La McLaine (scoperta da Hitchcok) alla prima collaborazione con Wilder (che poi la userà ancora nel già citato Irma la dolce), è perfetta, con un volto incredibile sempre ingenuo e malizioso allo stesso tempo, gioiosa e malinconica; mentre Jack Lemmon, che aveva nella filmografia solo ruoli farseschi (tra cui A qualcuno piace caldo), con L’appartamento traghetta la sua carriera verso ruoli più drammatici, adeguando il suo volto di maschera a storie più intime (come il successivo I giorni del vino e delle rose di Blake Edwards). Entrambi gli attori furono candidati all’Oscar ma nessuno dei due vinse. (…) Insomma: un capolavoro vero, una delle migliori commedie mai fatte. Uno di quei rari film che hanno la grandezza di far ridere e piangere assieme. Imperdibile, veramente.”
Riccardo Copreni, da sentieridelcinema.it
Giulio Martini (domenica pomeriggio) |
Se fosse possibile " Verdissimo " perché è un film di raffinato equilibrio nel gestire i continui ribaltamenti emotivi. Con un tono caustico e romantico, cinico e commovente,Wilder e Diamond - in anticipo di oltre mezzo secolo sul tema dei rapporti di potere maschio/femmina nel mondo del lavoro - sbeffeggiano i connazionali puritani, ossessionati dai soldi e dal sesso, come in altri loro titoli più famosi.
Guardacaso questo insolito mix è stato sottostimato dal pubblico USA, ma "L'appartamento " è da mettere nel novero delle loro produzioni più eleganti, ammirevoli e riuscite.
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Angelo Sabbadini (lunedì sera) |
Gran festa al Bazin per la serata omaggio a Billy Wilder! L’occasione è propizia per dare il giusto merito ai fedeli collaboratori del geniale regista viennese. A cominciare dal timido, riservato sceneggiatore I.A.L “Izzy” Diamond che co-firmerà tutte le sceneggiature wilderiane fino all’ultimo divertimento di Buddy Buddy (1981). Dotato di uno straordinario talento per l’arte dialogica era noto per la capacità d’inventare battute fulminanti. Sua è la battuta “Shut up and deal” che chiude L’Appartamento e la gradevole serata al cineforum. |
Guglielmina Morelli (mercoledì sera) |
Forse le nostre tre righe male si attagliano ai film del passato, scelti già per la loro qualità. Potremmo quindi osservare la tecnica di ripresa, l'uso del b/n, la scenografia, la sceneggiatura: in questo L'appartamento tutto è splendido, perfetto nella tecnica che diventa, anzi è, senso. Allora proviamo un'altra prospettiva: ci dice ancora qualcosa, a 65 anni di distanza? L'alienazione provocata da un lavoro ripetitivo e la solitudine in una città che non offre possibilità di amicizie e socializzazione sono spariti dal nostro orizzonte? Diciamo che sono temi fuori moda, non esperienze sparite. Se invece parliamo di mobbing o di maschilismo allora forse proviamo vibrazioni più intense, un riferimento più vivo al nostro presente. A qualcuno piace caldo (il film di Wilder precedente a questo) è più pirotecnico ed anticonformista, Zucchero “Candito” Marilyn è più sexy e più naive di Fran Kubelik, che vive con consapevolezza il disagio di essere perdente per condizione sociale e sesso, anticipando così tematiche ben più moderne; Jack Lemmon cesella Cicci Bello, una ingenuo carrierista, continuamente umiliato e nonostante tutto succube di dirigenti perfidi e sciocchi. Solo in un finale più che mai aperto, sa comportarsi da uomo dabbene, come lo invita il vicino, un medico ebreo: chissà quale saranno le carte che capiteranno in sorte ai due protagonisti e quale sarà il loro gioco. Ma come ha fatto Billy Wilder ha fare un film così bello!!!! |
Giorgio Brambilla (venerdì sera) |
Billy Wilder ci ha regalato un film che unisce il meglio della commedia italiana (affrontare con spirito le ingiustizie della società) e di quella americana (raccontare la composizione della coppia con tono lieve e linguaggio raffinato). Il risultato è un’opera che mette in luce i soprusi e le meschinità della società di quell’epoca (o di ogni epoca?), a partire dalla sopraffazione dei potenti sui deboli e dalla spietatezza di un certo capitalismo, divertendo lo spettatore mentre assapora tutta l’amarezza della situazione. Si capisce perché è diventato un classico |
Marco Massara (Jolly) |
Un perfetto equilibrio tra la commedia romantica e la denuncia sociale (con un pizzico di horror: gli spaghetti scolati con la racchetta e raffreddati con l’acqua de rubinetto !) ed anche un perfetto equilibrio tra una regia molto ‘visibile’ e battute di sceneggiatura (grande I.A.L. Diamond!) fulminanti e spesso in contrappunto con il regime narrativo della scena. Adorabile Shirley Mc Laine anch’ella in equilibrio tra ingenuità, sottile erotismo ed atteggiamento proto femminista. E soprattutto un grande Jack Lemmon che comincia ad abbandonare la vena comica per diventare sempre più “Mench” fino alle vette drammatiche che raggiungerà, una ventina di anni dopo, con “Missing”. |
Maria Cristina Cinquemani |
E' molto difficile dare un giudizio spassionato su un piccolo capolavoro come questo, che ci riporta troppo indietro nel tempo, ci riempie di ricordi e nostalgia.
Tutta la vicenda si svolge in un mondo che ci appare lontano, ma riesce sempre a far ridere e a commuovere, con la maschera mutevole di un Jack Lemmon, un po' sempliciotta e un po' Pierrot triste, col visetto dolce e ingenuo di una giovane Shirley McLaine, con le figure squallide dei dirigenti sempre a caccia di avventure e le feste caotiche delle grandi compagnie americane.
Insomma due ore di vera delizia che ci convincono che non bisogna per forza essere drammatici e impegnati per fare dell'ottimo cinema.
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