Decision to leave
da domenica 17 a venerdì 22 dicembre 2023
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DECISION TO LEAVE
REGIA DI PARK CHHAN-WOOK
“Hae-joon è un detective infallibile e un marito insoddisfatto: quando si trova alle prese con un caso di suicidio, ritiene che si tratti in realtà di omicidio. Per questo indaga sulla moglie cinese della vittima, Seo-rae, ma se ne innamora all'istante. Attraverso una sottile rete di seduzione, Seo-rae sembra soggiogare Hae-joon, che però ha un'intuizione che potrebbe ribaltare il corso dell'indagine.
La capacità dei grandi autori è anche quella di comprendere quando una vena si è esaurita ed è tempo di voltare pagina e trovare nuovi stimoli. (…) Park Chan-wook è spesso stato vittima del proprio stile, innamorato di un manierismo incline a una certa stanchezza creativa (…) Sobrio e asciutto nella messa in scena, hitchcockiano nello spirito di un neo-noir che guarda consapevolmente ai classici del genere ma li veste di panni contemporanei: un uomo oggettivizzato e passivo, disarmato di fronte all'iniziativa di lei, e i dispositivi elettronici - chat e messaggi vocali, ma anche geolocalizzazione e tracciamento degli spostamenti - come mezzo principe (e talora anche un fine) nello svolgimento della loro liaison proibita. Quel che non ci si aspetterebbe da Park, e che invece giunge, è un film all'insegna del less is more, in cui la spettacolarizzazione è fuggita, tanto nel lato thriller che in quello romantico.
Non mancano i movimenti di macchina magistrali e le riprese dall'alto mirabili, ma la misura con cui sono gestite è inedita. Lo sviluppo di quest'ultimo, in un crescendo di messaggi in codice e sguardi, di ammiccamenti e intese invisibili, è costantemente gestito con delicatezza, in contrasto con le macabre vicende poliziesche che permettono ai due amanti prima di conoscersi e poi di frequentarsi.
Con Decision to Leave si torna ad accogliere tra i maggiori autori in circolazione un nome amato dai cinefili, spesso oggetto di fanatismi mal riposti e accanimenti altrettanto inutili. Un Park rinnovato e talora quasi irriconoscibile, arresosi al potere di suggestione che è proprio solo degli amori irrealizzabili, mentre gira il film più romantico del 2022.”
Emanuele Sacchi da mymovies.it
Guglielmina Morelli (Domenica pomeriggio) |
Tra Confucio e Pirandello, Budda e Hitchcock, mare e montagna, questo è un bel film, complesso, ricco di spunti e riflessioni ben oltre la doppia storia (della detection e dell’amore) e alcuni inevitabili luoghi comuni: la questione (nel doppio senso del termine!!!) del detective nevrotico che si invaghisce della sospettata che, a sua volta, mostra un comportamento ambiguo e indefinibile oppure gli spazi che svariano nel continuo oscillare tra verità e sogno, veglia e sonno. Mi pare, quindi, che un motivo tematico particolarmente significativo sia da ricercarsi altrove, legato agli oggetti tecnologici che ben lungi dal facilitare la comunicazione tra persone finiscono col complicarla. Come la nebbia e lo sguardo perennemente offuscato dall’insonnia e dal collirio, anche la tecnologia e google traduttore contribuiscono a imbrogliare parole e sentimenti: in fondo è vero che il detective non ha mai detto alla donna “ti amo”, l’unica parola che si doveva dire per avvicinare i due protagonisti e (forse) placare il loro tormento.
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Angelo Sabbadini (Lunedì sera) |
Era il film più atteso. Non ha deluso. Park Chan Wook organizza da par suo un'avvincente partita a tutto campo con gli spettatori annegata nelle nebbie di Busan. Moltiplica gli schermi, gioca con i punti di vista e rende inafferrabili i personaggi. Su tutto domina uno straordinario mestiere cinematografico esibito con orgoglio dal maestro coreano. Pubblico del Bazin stregato. |
Carlo Caspani (Mercoledìì sera) |
Park Chan-Wo , regista di punta del cinema sudcoreano, decisamente il più interessante di questi ultimi anni, presenta un’opera ricca e sontuosa, addirittura strabordante per certi versi di riferimenti cinematografici ed iconografici. La vicenda corre su due binari paralleli della storia d’amore e del film giallo con una serie di personaggi di contorno secondo lo stile orientale a cavallo tra extra-dramma e la comica ed una vicenda d’amore che fa agio su tutto il resto. L’eccessiva sofisticazione di certe scelte stilistiche rischia per di renderla ostica a buona parte del pubblico generalista europeo. Resta comunque uno dei film più interessanti della scorsa stagione, assolutamente imperdibile.
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Giulio Martini (Venerdì sera) |
l'Amore dei diversi provoca l'annientamento reciproco ? E' troppo ambigua l'attrazione di differenze incompatibili ? Con pessimismo erotico buddista e ritualità confuciana nel definire i ruoli sociali, il film ci fa sprofondare nel vertigine della fascinazione tra avversari: detective /indagata, intrusa cinese / controllore del territorio coreano, indegna pluri-omicida/ affidabilissimo funzionario, ipnotico incantesimo femminile / stressante insonnia professionale. Ma interessarsi a fondo all’opposto significa distruggerlo / ucciderlo ? E' questo il quesito irrisolto, che il film solleva con ondate di sguardi ed interrogazioni sospese,di dubbi che si arrotolato e si capovolgono senza sosta ,di desideri magnetici che si attraggono ma si respingono. La donna che amò due volte solo con la definitiva e suicida " decisione di lasciarlo " potrà salvare il suo amato antagonista/complice e permettergli almeno di sopravvivere ad un'affezione impropria. Continue invenzioni ed illusioni visive annebbiano le incongruenze investigative ( affidate a fantasmagorici strumenti tecnici di produzione nazionale ) così da travolgere il fluire del racconto in un convulso turbinio di allucinazioni incantevoli,trascinanti e disperate, cui non ci si può mai sottrarre.
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Marco Massara (Jolly) |
Un titolo un po’ criptico, ma molto versatile:
Decisione di lasciare l’indagine per complicazioni sentimentali
Decisione di lasciare la relazione perché bisogna scoprire l’assassino
Decisione di lasciare questo mondo perché non lo si sopporta più
Decisione di lasciare il film perché non ci piace un cinema pieno di tranelli, trame incomplete, vicoli ciechi
Decisione di lasciarci affascinare da un cinema pieno di tranelli, trame incomplete, vicoli ciechi
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