gli
animatori lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
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INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI |
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DOM pom |
DOM
sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
roberta braccio |
domenica pomeriggio |
“basta che funzioni” diceva Woody nell’ultimo film ... poi inaspettatamente qualcosa non ha funzionato o il nostro regista si è un po’ depresso, perchè in questo ultimo film, nemmeno l’audacia senza scrupolo di Match Point, è resa protagonista: tutto viene lentamente spento da un Caos che semplicemente è uno sterile invecchiamento. Manca persino la volontà di una scelta finale, anche forte, da parte dei singoli, che invece vengono trascinati come cartacce al vento. Personalmente, quello che mi piace di Woody è quel nerbo duro, cinico e ironico che, nel pessimismo, ti strappa una risata (non fosse che per la farsa che mette in scena). Qui invece sembra uno stanco guardarsi indietro... “l’illusione è l’unica medicina che funziona”, ci dice in questo film. ...Forse, funziona solo quando si è ammalati .... |
giulio martini |
domenica sera |
Woody, stakanovista del grande schermo, mette in pista l'ennesima giostra affollata di gente insoddisfatta o piena di chimere ( ma nei vari clan mancano sempre i bambini...). Il film ruota come un flullatore e nel girotondo vanno inesorabilmente "tutti giù per terra", ad eccezione di chi stupidamente si inganna da solo. Ma l'effetto ipnotico della auto-suggestione - ci ripete - sarebbe l rimedio ai malanni dell'esistenza e del non senso. Così Allen consapevolmente si contraddice: perchè è proprio lui, abile giostraio, il primo a credere nell'effetto placebo del cinema e nella fragile magia dei suoi fantasmi, anche se creati - con acido umorismo consolatorio - da un regista disincantato. Per questo ridiamo ancora una volta di lui e con lui. |
angelo sabbadini |
martedì sera |
L'ennesima, seriale puntata della commedia umana di Woody Allen trova il pubblico del Bazin in forma smagliante e la serata è davvero da ricordare e si consuma tra sensibili riferimenti musicali, citazioni alleniane e illuminanti puntualizzazioni diegetiche. Magie del cineclub e di un autore che continua a intrigare gli spettatori. |
carlo caspani |
mercoledì sera |
Titolo truffaldino per un saggio, tra swing e Boccherini, sulle incertezze della vita e la casualità drammaticamente shakesperiana dei patetici tentativi di porvi rimedio. Allen invecchia bene, e l'aria di Londra evidentemente lo spinge a riflessioni serie, appena velate da un sorriso, ironico. |
marco massara |
giovedì sera |
Si fa veramente fatica a credere che sia stato girato dallo stesso regista dell’ottimo ‘basta che funzioni’ (una gravissima lacuna del nostro programma dello scorso anno) . Il fatto è che la filmografia del Woody degli anni 2000 è caratterizzata da una preoccupante incostanza; troppe volte Allen si adagia sulle tracce del suo miglior cinema e ne realizza dei simulacri (“match point” per “Crimini e misfatti” come il nuovo “Midnight in Paris” per “La rosa purpurea del Cairo”) che possono soddisfare il distratto pubblico medio di oggi, ma che provocano molto rimpianto in chi ha amato lo stupendo Woody degli anni ’80 fino a quel “Tutti dicono I love you” da cui inizia l’involuzione creativa. Per ricordo di quel meraviglioso periodo non me la sento di ‘dare il rosso’; tanto tra un annetto Woody si presenterà per una nuova prova d’appello e magari ci sorprenderà ancora.. |
francesco rizzo |
venerdì sera |
ci salveranno solo le
illusioni, sintetizza woody in questo film. perché l'unico personaggio a
trovare la felicità è helena, pur vittima di una veggente che sembra un
barista. gli altri, i razionali, quelli convinti di poter pilotare le loro
vite, sbandano, traditi o beffati nei loro progetti. chi ha desiderato un
figlio maschio lo ha pagato caro, chi ha cercato il successo come scrittore
rischia di venire scoperto. e infatti tutti i finali sono aperti, tranne
quello di helena. ma tanto non basta per salvare un bigino di allen (il
destino che se la ride, il bisogno di esorcizzare la morte, quel pazzo
muscolo che si chiama cuore), immerso in un bagno di musica jazz, ambiente
intellettuale, una londra che sembra new york. fanno da contorno un pizzico
di shakespeare e il product placement della fiat 500. c'era bisogno di
banderas per il ruolo del gallerista? no, c'era bisogno di banderas per
vendere il film. va bene l'amarezza di fondo ma che noia... voglio dire: vi
ricordate le altre veggenti nel cinema di allen? per esempio treva che tira
giù la madre dal cielo in "new york stories" o la santona italiana in "broadway
danny rose"? non era, semplicemente, un altro cinema? e allora, se allen non
sa invecchiare, preferisco di gran lunga l'acido di "basta che funzioni".
anni fa, woody raccontava che le idee migliori gli venivano facendo la
doccia. è chiaro che ormai fa quasi solo il bagno. |