gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            MALE

                                                

WALL STREET - il denaro non dorme mai

 

 

   DOM    pom

DOM  sera 

MAR

 

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

questa settimana roberta è stata sostituita da giulio

giulio martini

domenica sera

Come ti spiego in 2 ore i perchè degli sconvolgimenti economici degli ultimi 20 anni? Impresa impossibile anche al figlio di un Agente di Borsa, come Oliver Stone, che non rinuncia però ad affrontare un tema difficilissimo mettendoci la faccia ( anche come attore). Se non si ha confidenza certi imbrogli tipici della Finanza Creativa ( una bisca dice ora l'ex- ministro Tremonti.... ) è difficile stare dietro a tutte le furbate viste nella pellicola, per cui si compra senza soldi e si rivende guadagnandoci e il tutto si gioca sulle informazioni e le più varie ipotesi in un clima da piranha. Ma il ritmo c'è, lo stimolo ad approfondire pure. Il film è un po' grezzo nei dialoghi, nei confronti tra i personaggi e nelle continue "sentenze" e non si decide a trovare il suo finale autentico, per cui salva capra e cavoli. Tuttavia il bel gioco tecnologico del montaggio e l'azzeccata insistenza su grattacieli glaciali, confermano che Stone ha - per lo meno - cercato, al pari di altre occasioni, un suo modulo "creativo" originale .

angelo sabbadini

martedì sera

Oliver Stone con una furbata d'occasione ripesca lo squalone Gordon Gekko e lo rimette in pista nel pantano contemporaneo. Poco supportato dalla sceneggiatura di Allan Loeb il regista americano ripropone con poca convinzione le sue modalità formali (split screen, sky cam...) per vivacizzare un film verboso e predicatorio. E' pure costretto per obblighi di product placement a inserire sequenze completamente gratuite come l'inutile sfida in motocicletta per promuovere l'italica Ducati...(

carlo caspani

mercoledì sera

Il denaro non dorme mai e il tempo passa per tutti, Gordon Gekko compreso, certo non per il meglio. Stone prova a raccontare l'incanagliamento economico-finanziario di questi anni, ma poichè la realtà supera ormai di gran lunga la fiction, si ritrova sorpassato dalla Storia e costretto a virare sull'ennesima storia romantica con un finale (sui titoli di coda) consolatorio per il pubblico da popcorn. Che può comunque consolarsi col ricco "product placement" sparso per tutto il film (moto, uischi, sciampagne , gioielli, scarpe
inglesi...)

fabio de girolamo

giovedì sera

Con Oliver Stone è sempre la stessa storia. Parte con l’idea di stigmatizzare le pratiche di un certo ambiente sociale e finisce col mettere in scena un film autocontraddittorio dal senso ambiguo. In questo caso, non contento di aver creato col precedente degli anni ’80 uno dei modelli del rampantismo arrogante della finanza di allora (e per converso di quella di oggi), ci riprova, arrivando probabilmente allo stesso risultato.
Parte con l’idea di criticare la mancanza di un legame tra le dinamiche mercantili dell’alta finanza e la concretezza dell’economia reale, ma alla fine si limita a identificare i buoni e i cattivi e a imputare a qualche isolata testa calda l’origine delle crisi economiche che periodicamente ci attanagliano.
Poniamo un pietoso velo sull’impresentabile finale, indegno della peggiore commedia hollywoodiana, con cui, tra l’altro, si pretende di riabilitare lo squalo per antonomasia (Gordon Gekko) da parte di una figlia la cui fiducia ha appena tradito per l’ennesima volta.

francesco rizzo

venerdì sera

ambiguo western moderno sull'avidità umana: vince chi ti frega meglio, non chi spara per primo, i canyon vengono sostituiti dai grafici finanziari (e dai grattacieli di new york) e i cavalli diventano motociclette. il resto c'è già: un giovane eroe non privo di ombre, una vendetta da compiere, una donna difficile trofeo, un bandito evidente e uno camuffato. ma la scena chiave è quando winnie comunica a jakob che i due aspettano un bambino: la tv ha appena detto che il paese è sull'orlo della bancarotta. il mattino dopo, jakob si reca sul cantiere dove c'erano le torri gemelle. ovvero: l'america è malata e ferita, ma le nuove generazioni possono immaginare un paese più sano. con il pollice verde e la moglie rossa, diciamo. oliver stone spruzza tutto di pessimismo e di metaforiche bolle di sapone e ci dice chiaramente che il denaro è lercio, per quanto lodevole sia l'uso che se ne faccia, ma l'ecografia che convince gekko a lavarsi i sensi di colpa è da lancio di oggetti contro lo schermo. il problema, secondo stone, non è il sistema - sospetto che può venire anche senza essere michael moore - ma il comportamento morale o immorale dei singoli individui: alla fine, ci si affida alla voglia di rivincita di figli sconfitti ma meno ingiusti dei padri. oliver stone è un signor regista e lo dimostra nella scena della metropolitana, quando i giochi di luce e di suono creati dalla sotterranea anticipano l'essenza luciferina di gekko, ma ho passato la proiezione a pensare ad "american life", i cui protagonisti sono l'altro lato della scala sociale al cui inizio stanno jakob e winnie. paradossalmente, quello dell'inglese sam mendes è un film su una possibile ricostruzione dell'america. questo è una lavatrice per la coscienza sporca. nota a margine: malgrado il vizio di fare le faccette, carey mulligan è così bella che non fa prigionieri: me la sposerei domattina. purtroppo, non faccio il broker.