gli
animatori lo hanno visto così : BENE
COSI’-COSI’
MALE
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THE SOCIAL NETWORK |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
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dei film precedenti
roberta braccio |
domenica pomeriggio |
Anatomia di un genio e autopsia di un'amicizia. Fincher come al solito ricostruisce, dettaglio per dettaglio, un protagonista dei nostri giorni, questa volta Facebook. Nel seguire quest'indagine, ci si rende conto che se le regole che governano i rapporti sociali cambiano con i tempi e con la tecnoclogia, le emozioni e le reazioni umane restano le solite di sempre. Nessuno ha torto, ciascuno ha le proprie colpe: alla verità comunque non ci si arriva.. d'altronde lo dice anche la sesta regola del Fight Club ("Il combattimento finisce quando uno dei due dice basta, o e' troppo spompato, o si accascia a terra"). Un inizio di rassegna all'insegna del verde smagliante. |
giulio martini |
domenica sera |
Dialoghi a mitraglia, processi
multipli in un cupo groviglio narrativo, invidie, lussuria, ricatti,
sgambetti e imbrogli -senza un attimi di tregua - di arrivisti geniali e tristi. L'elettronica fa bene o male alla vita sociale ? Il regista non risponde. In fondo gli interessa descrivere altro, cioè l'opposto della comunicazione "istantanea e amicale "di Facebook : la logica dei gruppi chiusi in sè stessi, le sordide congreghe aziendali, il circolo ristretto del businness. Detto altrimenti : ecco tutti i "vizi capitali" ( già protagonisti del suo folgorante film d'esordio " Seven" del lontano '95 ) rivisti nelle élites all'Università e nella Silycon Valley, ma con identica sconsolata amarezza. |
angelo sabbadini |
martedì sera |
è possibile raccontare al cinema le comunità impalpabili e planetarie dei Social Network? David Fincher, grazie alla puntuale e verbosa sceneggiatura di Aaron Sorkin, azzecca l'impresa e confeziona un contributo imprescindibile alla radiografia della nostra società "liquida". |
carlo caspani |
mercoledì sera |
Quali sono i pensieri fissi degli
studenti delle più prestigiose università americane? Sesso, fama, soldi.
Unite un nerd ,geniale nella programmazione quanto problematico nei rapporti umani, una coppia di gemelli che si credono furbi, un amico con qualche soldo e un non amico con molto carisma, guarnite con avvocati e presidi e servite molto agitato, per nulla mescolato e molto freddo. Da bere subito, questo cocktail Facebook, trasposizione cinematograficamente quasi impossibile della genesi (vera?) della rete che ha cambiato la vita di legioni di frequentatori solitari di Internet. |
marco massara |
giovedì sera |
David Fincher sceglie, nel realizzare quello che in fondo è un 'istant movie', (chi è presente su Facebook lo sta facendo al tempo presente) la strada drammaturgicamente più interessante, ovvero quella di raccontare attraverso lo svilupparsi di un conflitto. Non quindi una agiografia, né una demonizzazione. 'The social network' è nel suo formarsi una ottima 'copia conforme' di facebook e anche della filosofia 'open' che pervade Internet: c'è del bene e c'è del male, ma soprattutto c'è una grande facilità di contatto e velocità di comunicazione. Teniamo d'occhio Jessie Eisenberg, l'attore che interpreta Mark Zuckenberg: sembra avere sempre la stessa espressione, ma in realtà lavora con piccole variazioni mimiche di ottima efficacia, molto più della eccessiva verbosità di alcune scene |
francesco rizzo |
venerdì sera |
forse è tutto nei due dialoghi che aprono e chiudono il film. concitato, viso a viso, montato a ritmo crescente il primo, nel pub. per raccontare una relazione che finisce. pacato, distante, moquettato il secondo, nello studio degli avvocati. per raccontare una possibile amicizia. amicizia su internet, però. come dire: il mondo prima e dopo facebook. in mezzo, un film vestito con gelidi abiti da legal thriller, che racconta la nascita di un social network concepito da un asociale. di odioso talento. sullo sfondo, la fotografia di questa new economy del web, giovane e feroce nel trasformare bisogni in dollari. giù la testa e picchia sulla tastiera del computer. pare che mark zuckerberg, l'inventore di facebook, abbia boicottato il film. ma il modo in cui la pellicola fotografa il cambiamento nelle relazioni sociali ("perché hai scritto single sulla tua pagina!?") non potrà smentirlo nessun avvocato. |