gli animatori lo hanno visto così :    BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            MALE

                                                

ROSEMARY'S BABY

 

 

DOM

pom

DOM

sera

MAR

 

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

Polanski e i suoi due volti. Il bambino (qui bambina) spaventato che ha bisogno di rassicurazioni - una- e quel fascino di vertigine per il mistero, l'occulto, il maligno -l'altra. Le due facce di chi ha davvero vissuto la violenza ed è proprio il fatto che siano così amalgamate tra di loro, a rendere il pathos completo. Nel suo cinema, è come se un oggetto, apparentemente innocuo all'interno della scenografia, di colpo cominciasse ad urlare, attirando su di sè l'attenzione della telecamera. Questa trappola resta nella testa, a livello inconscio ma mai inutilmente. E si rimane invischiati, come in una ragnatela.

giulio martini

domenica sera

da un romanzo scritto - intenzionalmente - da Levine contro il mondo cattolico americano (l'arrivo del Papa all'ONU, il presidente Kennedy e la moglie, l'educazione dalle suore di Maria-rosa , i pronunciamenti di Palo VI sul demonio, l'enciclica "Humanae vitae" sull'utero in affitto e sulla inseminazione artificiale... )Polansky cava un film indimenticabile,
imbroccando tutti gli intepreti ( Mia Farrow come la Giovana d'Arco di Dreyer)e tutte e locations, in cui si diverte oltretutto "a ribaltare " i luoghi comuni della "mitologia anti-ebraica" ( i sabbah, i riti di sangue con bambini sottratti ai battezzati, i patti con il diavolo in nome del successoe dei soldi ...). Terribile e bellisisimo.

angelo sabbadini

martedì sera

“L’odore è molto importante, insostituibile…” (Roman Polanski). Quando vedere è rivedere si colgono dettagli e si seguono piste sfuggite alla memoria di un film dimenticato anche dall’onnivora televisione. E allora incuriosisce la disgustosa dimensione olfattiva del ripugnante odore del medaglione che contribuisce alla creazione di quell’atmosfera d’incubo a occhi aperti che è il magistrale, crudele registro del film. Un'opera che si gode appieno come un’insuperata e feroce lezione di cinema.

carlo caspani

(carlo non c'era, ma

ha voluto lo stesso

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questo importantissimo film!)

mercoledì sera

Dopo questo film il concetto di thriller è cambiato nel  cinema: con una "angelica" Mia Farrow in un racconto diabolico prima di Bel Air e Manson, prima di John Lennon (il palazzo del film è quello davanti al quale venne ucciso), prima e più forte di tutti gli esorcisti e i posseduti, un film segnato dalla premonizione e dal Male.

fabio de girolamo

giovedì sera

Polanski, nel film fondativo dell’horror/thriller moderno, rifiuta la scelta hitchcockiana di tenere lo spettatore sempre un passo più avanti del personaggio nella conoscenza degli eventi (rassicurante, almeno per chi guarda) ma cala la macchina da presa stabilmente negli occhi di Rosemary, con tutto il carico d’angosciante incertezza che ne consegue.  Poi, però, come per una sorta di beffardo riscatto per lo spettatore, si diverte a infarcire le primissime sequenze di indizi che anticipano sia narrativamente che tematicamente quello che verrà. Beffardo perché il tutto si può cogliere solo a posteriori, o meglio a una seconda visione. La metafora socio-politica del patto faustiano col diavolo per inseguire l’ossessione borghese del successo a tutti i costi aprirà le porte, di lì a poco, all’horror politico anni ’80, ma risulta tutt’oggi attuale.

giorgio brambilla

venerdì sera

Rosemary's Baby mette lo spettatore dal punto di vista della protagonista non facendogli capire se quel ch'ella crede siano suoi vaneggiamenti o fatti reali. Così l'ambiguità regna e l'orrore può essere indifferentemente causato dalla stregoneria o da una tranquilla esistenza “borghese”, con vicini e un marito tanto premurosi da diventare soffocanti. Il problema dell'interpretazione è messo a tema quando lei cerca di anagrammare il titolo del libro sulle streghe usando le tessere dello scarabeo: hanno senso o meno le frasi che compone? È possibile, come tutto nel film: i presagi inquietanti ci sono fin dalla prima sequenza, quando l'enorme palazzo gotico inghiotte i giovani sposi con la sua atmosfera un po' tetra, ma nessun segnale preciso. E la cattolica Rosemary (nuova Maria dalla maternità soprannaturale pervertita) sembra dopo tutto accettare il suo ruolo, cui la portano l'educazione dalle suore, la fede familiare (è zia di sedici nipoti!), il suo fortissimo desiderio di procreare e l'assoluto rifiuto di abortire. Polansky indica il vero orrore in questo e in tutte le figure che la circondano. Dio è morto e Satana vive, che le streghe esistano o meno