gli animatori lo hanno visto così :    BENE

                                                       COSI’-COSI’

                                                       MALE

                                                

ROBIN HOOD

 

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

giulio martini ha condotto anche la proiezione del pomeriggio

giulio martini

domenica sera

Con l'aiuto fondamentale del suo fidatissimo montatore, il  2 volte Oscar  siculo - americano Pietro Scalia  ( 5.o  film assieme !) R. Scott  confeziona un racconto per  far inorgoglire i  conterranei , per ringraziare pubblicamente l'attuale  "brava Regina" (che l'ha nominato Sir ) e confermare che l'epica del combattimento - vedi già "I duellanti" - è quanto gli riesce meglio.
Per questo - senza  falsi pudori - inventa  i dati  precedenti la Leggenda e soprattutto sposta  le date della storia della Monarchia Costituzionale. Comunque  dispiega immagini da grande cinema:  era difficile fare un altro sbarco in armi così bello, dopo aver già visto -sul grande  schermo - quelli in Normandia o a Iwo Jima...

angelo sabbadini

martedì sera

Cosa centra Russel Crowe con il suo fisicaccio da gladiatore con Robin Hood, eroe “della destrezza e dell’agilità”? Assolutamente nulla e infatti il film ci racconta un’altra storia (il prequel) garantendoci comunque un bel baraccone pop con clangori, strepiti e divertenti azzardi storici, ma senza il pathos di altre mega produzioni firmate Ridley Scott

carlo caspani

mercoledì sera

Ridley Scott nella foresta di Sherwood, con un Russell Crowe formato Gladiatore e Cate Blanchett adeguata al ruolo. Botte da orbi, fango medievale e montaggio adrenalinico. William Hurt migliore in campo. Film di spettacolo e azione, medio ma non mediocre. Bisognerebbe vederlo in versione originale: chissà se anche lì i francesi parlano come l'Ispettore Clouzot:::

marco massara

giovedì sera

Film di fuoco e sangue. Tra le possibili scelte per modulare una nuova trasposizione sullo schermo del ‘principe dei ladri’ Scott sceglie quella del prequel, ovvero quella di mostrare i motivi da cui è nata ‘la leggenda’ della didascalia finale. Ne nasce un film dalla netta impostazione ‘politica’ in cui si parla in termini costruttivi di federalismo e addirittura di ‘Fare futuro’ (testuale ! - imbarazzante il confronto con il chiacchiericcio italiano). Un cast stellare ben calibrato e una ottima tenuta del ritmo visivo e narrativo  nonostante le quasi 2 ore e mezza. Unici nei:  un accompagnamento musicale troppo invadente ed una strizzatina d’occhio al ‘soldato Ryan’  un bel po’ oltre la rivisitazione post-moderna .

giorgio brambilla

venerdì sera

Ridely Scott fa un re-boot della figura di Robin Hood, raccontando come ha avuto inizio la leggenda, come altri hanno fatto in Batman begins, 007 - Casino Royale, e in molti film sugli “inizi” di vari eroi. Ci vuole del fegato per tentare quest'operazione con un personaggio con più di mezzo millennio di storia e svariate versioni cinematografiche alle spalle, ma ancora di più per raccontare che la Magna Charta sia stata scritta da un tagliapietre, inventarsi uno sbarco in Inghilterra che non c'è mai stato e raffigurarlo come lo sbarco in Normandia. E se, oltre a sfidare le precomprensioni nella testa dello spettatore, si fatica a dare spessore all'Eroe e al suo Antagonista (che è...?), e nella versione che si manda nei cinema si tagliano minuti preziosi creando degli errori di continuity da matita blu (il più clamoroso: Godfrey ordina al suo sgherro di uccidere Robin e poi, semplicemente, non succede nulla; per colmare i vuoti guardare il dvd, dove “director's cut significa semplicemente “con gli svarioni eliminati”), non bastano le belle scene di combattimento, il concreto e delicato quadro dei rapporti tra Robin, sir Walter e lady Marion e l'elaborazione accurata di alcune figure minori come Guglielmo il Maresciallo a rendere buono il film