gli
animatori lo hanno visto così : BENE
COSI’-COSI’
MALE
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LA PRIMA COSA BELLA |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
guglielmina
morelli |
domenica
pomeriggio |
Commedia sentimentale buonista e conciliante, dove tutti, sotto
sotto, si vogliono bene, dove le famiglie, ancorché squinternate, danno
protezione e felicità anche in punto di morte. Può rappresentare
l’Italia perché popolata di mammoni (almeno due, forse tre) oppure
perché il più sfigato è un velleitario mancato intellettuale che ora (ma
guarda te che originalità) fa il miserabile professore? Non certo commedia
all’italiana: mancano i rapporti sociali e il denaro, la cattiveria e
la pietà. Non v’è dubbio che Virzì non morda (ma lo ha mai fatto??):
forse lo sguardo di Medusa ha pietrificato anche lui? |
giulio
martini |
domenica
sera |
Figlio di un carabiniere siciliano e di un ex-cantante, Virzì fa
il suo "Amarcord al caciucco": una Livorno ed un maternità
oppressive ed esuberanti, degne però - entrambe - di un sofferto ma
profondissimo "odi et amo". Funziona tutto: storia, ambientazione, colonna sonora, attori (
condizionati ed ispirati dalla miss Viareggio - Stefania Sandrelli).
Come in altri film di Virzì c'è la tragi-commedia dei
velleitari, dei provinciali sperduti in un mondo superiore o pensato tale, il
disorientamento amaro di chi non distingue tra sovrabbondanti
illusioni e realtà contraria. Ma è raccontata stavolta senza
acidità, con straordinaria indulgenza, con malinconica simpatia, in un
turbine infantile e stupefatto di vergogne, pudori e affetti
emersi da un DNA incancellabile. |
angelo
sabbadini |
martedì
sera |
Di Paolo Virzì conosciamo quasi tutta la filmografia: solo
“Baci e abbracci” e |
carlo caspani |
mercoledì
sera |
Virzì si conferma figlio cinematografico di Risi e Monicelli
(con tanto di omaggio esplicito per il primo) in un film
esageratamente amoroso: per Livorno, per la vita, per le donne che la
vita te la cambiano/rovinano, a partire dalla mamma. Sul mangiadischi,
Nicola di Bari e i Camaleonti. Vedremo se lo accettano agli
Oscar. |
marco
massara |
giovedì
sera |
Quando l’insostenibile pesantezza
dell’essere di Bruno re-incontra la incontenibile leggerezza dell’essere di Anna l’armonia
ritorna, la malattia diventa viatico verso la salute mentale, i personaggi
hanno il coraggio di ‘guardarsi dentro’ con una trasparenza
vicina all’acqua del bagno purificatore e catartico dell’ultima
scena. Tornato nella nativa amata-odiata Livorno dopo qualche infelice
trasferta altrove (davvero difficile riconoscere lo stesso regista
dell’insulso “Tutta la vita davanti”) Virzì ricostruisce
ambienti di rara efficacia comunicativa e dirige un cast dove non c’è una faccia
sbagliata; gestisce alla perfezione una potenzialmente ingombrante Stefania
Sandrelli e valorizza ancor più i suoi beniamini Valerio Mastrandea e Micaela
Ramazzotti. E regala una piccola ma fondamentale parte ad un grandissimo
Marco Messeri (mi onoro di avere un nome diverso dal suo per sole due vocali
….) |
giorgio
brambilla |
venerdì
sera |
La prima cosa bella è un'opera di alto livello professionale, che
si avvale di tecnici di caratura internazionale, a partire dal direttore della
fotografia e dalla costumista premio oscar. Il montaggio secco, l'utilizzo
intra ed extra diegetico delle musiche, l'uso rigoroso e costante della
parlata toscana, la capacità di passare da un tempo storico a un altro con
mano sicura fanno di questo film un testo linguisticamente più che maturo,
non il tipico film italiano “autoriale” in quanto formalmente
approssimativo. Le canzoni e i riferimenti al cinema degli anni Settanta,
come la ricostruzione scenografica accuratissima, ricreano in modo convincente
il clima dell'epoca. I personaggi sono quelli che i loro interpreti
impersonano ormai da anni, ma convincono e commuovono; la storia è
emotivamente coinvolgente, anche se un
po' buonista. Sarà un segno dei tempi: quando c'è aria di crisi il cinema tende
ad incoraggiare. Lo faceva Capra, ultimamente l'ha fatto addirittura Ken
Loach. Virzì è in ottima compagnia |