gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            MALE

                                                

THE NEXT THREE DAYS

 

 

   DOM    pom

DOM  sera 

MAR

 

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

un film di genere la cui sceneggiatura funziona come un ingranaggio perfetto. basta stare alle regole del film di genere, certo. perchè per quanto ci mostri un uomo ordinario alle prese con una situazione straordinaria, e per quanto il regista ci renda tutto molto credibile e verosimile (con tanto di botte e truffe ai danni del povero ingenuo e lezioni apprese su internet), resta una situazione talmente estrema da restare relegata, ahimè, nel film di genere. Ma attenzione, lungi da essere un difetto: qui tutto funziona , il risultato è ottimo nello stupire e coinvolgere il pubblico e nel mostrare con una profondità notevole il rapporto tra marito e moglie.

giulio martini

domenica sera

come si fa un thriller che funzioni, senza troppe pretese innovatrici ? Haggis, solido sceneggiatore per Clint Eastwood e degli ultimi film di James Bond,
conosce le regole del mestiere e si applica a rendere hollywoodiano quello che in Francia avevano messo assieme con discreto ingegno, ma minor fortuna.
Ne vien fuori il "manuale" del genere, con qualche idea nuova. Ottimo modello - dunque - per le scuole di "tecnica del racconto" e per le "analisi delle strutture proiettive del pubblico", il plot ha di originale ( ma c'era già in "Pout toi") la figura gladiatoria del "mammo", che scardina il sistema carcerario ( e relativo "genere"... ) da di fuori. Per il resto è tutto un bel copiare, con minuscole simpatiche varianti, da altri titoli famosi

angelo sabbadini

martedì sera

“Confusioneee” gorgheggiava il Lucio Battisti…Già perché la rassegna stampa del nostro Bazin ci informa nero su bianco che The Next Three Days è un incidente di percorso, un film che con il cineforum non c’entra nulla!?! E allora replicano i visionari del martedì che senso ha inserirlo nella programmazione? Logica cartesiana a cui è difficile rispondere tanto più che il thriller del sempre bravo Paul Haggis funziona perfettamente con quel suo modo di narrare asciutto, veloce, trasparente, modellato su quello classico e recitato con funzionale mestiere dagli attori.

carlo caspani

mercoledì sera

Meccanismo oliatissimo, storia collaudata (era un bel film francese),
protagonista fin troppo calato nel suo ruolo. Ma, cosa grave, il film è senz'anima, con alcune incongruenze narrative e un cliché a rovescio (sbirri stupidi e insensibili, e sempre in ritardo) corretto in nome del politicamente corretto in un sottofinale inutile: resta un thriller dal cuore sentimentale, troppo rispettoso delle regole di bottega. Haggis sa fare di meglio, anche quando dirige lui.

marco massara

giovedì sera

“Chi è il criminale che guida una Prius? “ (forse qualche tassista….) La ricerca della risposta alla domanda dell’investigatore infallibile già potrebbe delineare diverse linee possibili di sviluppo del plot. Paul Haggis sceglie di escludere quasi ogni giustificazione psicologica e costruisce quella che è in sostanza una storia d’amore esclusivamente con scene d’azione e distillato di adrenalina. Con un ironico contrappunto tra una polizia che ‘trova’ tutto ma arriva sempre un minuto dopo e un ‘tranquillo’ insegnante, padre premuroso e marito felice che riesce a far tutto senza che nel nostro mondo irto di telecamere e ficcanaso nessuno se ne accorga. E ricordandoci che gli anziani sono utili (la riuscita scena del casello autostradale) e soprattutto capiscono tutto al volo (grandissimo Brian Dennehy !!! (il ventre dell’architetto – Presunto innocente))

francesco rizzo

venerdì sera

come don chisciotte divenne rambo. peccato che paul haggis non abbia coraggio: se la moglie del prof fosse stata colpevole, saremmo qui a parlare di ben altro film. invece, la donna resta un'assassina solo agli occhi della giustizia americana, ma noi sappiamo che è innocente. la famiglia è salva e il pubblico torna a casa rassicurato: ha tifato per i buoni. eppure, fino al momento in cui il prof fa irruzione nella casa degli spacciatori, il film regge. proprio perché non si interessa delle indagini sull'omicidio, ma racconta della trasformazione di un uomo (e di un padre) convinto di fare la cosa giusta, e del cambiamento della sua immagine sociale. tutto sottolineato dalla struttura a flashback che cuce la sceneggiatura. poi il thriller morale diventa un film d'azione, con tanto di spot sulla tenuta di strada del suv. ma il passaggio è poco coerente, sembra di aver cambiato canale: "oh, cavolo, un altro film con russell crowe!". nota a margine: affiancando oliver stone a paul haggis, sembra che in america, a dieci anni dalle torri gemelle, la parola d'ordine sia salvare donne e bambini. fuori, non ci si può più fidare di nessuno. nè del dollaro, né della giustizia. e poi, gli yankee sono disposti a credere a tutto: anche a una condannata per omicidio che esce dal carcere curata come se fosse stata in una beauty farm. dai.