gli animatori lo hanno visto così :    BENE

                                                       COSI’-COSI’

                                                       MALE

                                                

IL NASTRO BIANCO

 

 

DOM

pom

DOM

sera

MAR

 

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

Una gelida analisi sulla forza dirompente della violenza. Questi bambini non
saranno, una volta cresciuti, i protagonisti di Funny Games, qui  infatti -
rispetto al film del 1997 - c’è una riflessione più focalizzata sull’educazione
e sulla responsabilità di essere adulti. Eppure la macchina da presa è sempre
la stessa: come in tutti i film di Haneke è un occhio di vetro, senza giudizi e
senza “missione”, registra tutto (come nella scena finale di Niente da
nascondere) e lascia lo spettatore immobile, a metabolizzare domande. La stessa voce fuori campo racconta ma non indirizza. ..Che poi, imparare a mettersi in gioco e a porsi domande è forse l’unico modo di educare. Come a dire che dove sbaglia l’uomo singolo, il cinema può aiutare ad evitare il ripetere dell’errore. 

giulio martini

domenica sera

Si può offrire l'esperienza  di una "dimensione psicologica" che diventa poi ideologia ?  Il  regista austriaco, tra reminiscenze storiche e studi personali, ci immerge in una sensibilità nordica fatta di Autoritarismo, Dipendenza dal Padronato, Soggezione ad un Luteranesimo ossessionato dalla colpa, perché analizziamo insieme a lui con calma  ( quanto è quieta la voce  fuori campo ...) e senza effetti inutili ( non ci sono  se non  musiche di scena: pianoforte + clarinetto, la danza, i cori...) quali  danni  spaventosi può generare una mentalità che concepisce  tutto in un assoluto /assolato  bianco e nero.  Senza spazio per il dubbio e le  emozioni spontanee né  sfogo per l'umorismo, in nome della purezza assoluta  ( anche della razza ? ) la presunta/presuntuosa  certezza di possedere inappellabili certezze produce terribili nevrosi collettive e crudeli violenze verso gli indifesi.  

angelo sabbadini

martedì sera

Questa volta sul lettino del Dott. Michael Haneke, cineasta austriaco specializzato in crudeltà e perversione, si accomoda l'intera comunità di un villagio del nord-est della Germania. Il trauma che ci verrà narrato si colloca all'alba della I^ guerra mondiale e ci permetterà d'individuare nella cultura nordica e protestante le indiscutibili origini della mentalità totalitaria nazista. La diagnosi viene redatta con algido distacco e con magistrale rigore formale come si conviene a un vero e proprio trattato di psicopatologia

carlo caspani

mercoledì sera

Haneke non fa certo un cinema gradevole, ma lucido; forte fino 
alla violenza visiva ma mai compiaciuto. Un bianco e nero nitido come 
le foto segnaletiche di una volta, per ritrarre il male, studiarlo 
come in un'autopsia, e consegnare alla spettatore un salutare senso di 
malessere davanti a un mondo povero di amore e gioia, ricco di vizi 
privati e pubbliche virtù.

fabio de girolamo

giovedì sera

La questione principale è l’osservazione del sistema educativo usato coi più giovani. C’è una vera e propria ossessione per il rispetto delle regole morali tradizionali. L’accento è posto sull’obbedienza e sull’opposto ripudio delle pulsioni per allontanare il rischio di cadere nel peccato. Da questo punto di vista anche la ragione è esclusa (non si invita i ragazzi a ragionare sulla condotta o sulle regole, ma semplicemente a obbedire senza porsi ulteriori problemi). L’utopia è quella di creare una società i cui membri siano moralmente integri. Il risultato è viceversa inquietante. L’odio e il rancore accumulato dai giovani insieme con l’applicazione esasperata dei criteri etici acquisiti li trasformano in crudeli e glaciali giustizieri della società, pronti di lì a poco, in età adulta, a costituire l’humus dentro il quale germoglierà il nazismo hitleriano.

Lucido, spietato, inquietante teorema.

giorgio brambilla

venerdì sera

giorgio questa settimana, causa neve, è stato sostituito da roberta