gli animatori
lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
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MINE
VAGANTI |
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DOM pom
|
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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per vedere le critiche dei film precedenti
roberta
braccio |
domenica
pomeriggio |
Una mina vagante
porta scompiglio nell'ordine, è imprevedibile, stupefacente e detonante.
Lo chiarisce lo stesso Ozpetek, forse per
il - giustissimo - sospetto che al pubblico sfugga l'imprevedibilità,
la detonazione e lo stupore del film. Personalmente, l'ultima mina un
pochino vagante che ho visto in un film di Ozpetek è quella vista in Cuore
Sacro. Concordando con chi lo definisce un regista di emozioni
da stadio, ricordo la canzone di Samuele Bersani che dice "sei
solo la copia di mille riassunti " . |
giulio
martini |
domenica
sera |
il turco ed
omosessuale Ozpetek riflette sui
vantaggi e svantaggi dell' "outing", tirando in ballo tanti
personaggi sintomatici, |
angelo sabbadini |
martedì
sera |
Questa settimana angelo è stato
sostituito da giulio |
carlo caspani |
mercoledì
sera |
Ozpetek e le sue consuete
tematiche di famiglia, diversità e amori |
marco massara |
giovedì
sera |
Certamente non è
un caso che Ozpetek ambienti il suo ultimo film
a Lecce , il capoluogo di provincia più ricco di monumenti barocchi e dove
il contesto appunto provinciale dà grande importanza all’apparire e al
‘basta che non si sappia in giro’. Ne nasce davvero un film barocco,
sovrabbondante di temi come sono eccessivamente imbandite le tavole dove
avvengono molti passaggi drammaturgici fondamentali e in cui si diluisce
troppo la lucidità di alcuni
passaggi come quello in cui la latente mina vagante Alberta-Alba distrugge con il tacco a spillo
l’immagine omosessuale di Tommaso riflessa dallo specchietto o la testuale
‘dolce morte’ della dichiarata mina vagante Ilaria Occhini. Un buon
risultato però Ferzan lo ottiene; il pubblico
spesso ride, e giustamente:
l’ attenzione sulla
questione omosessuale che caratterizza le sue opere trova un
grimaldello efficace. |
giorgio brambilla |
venerdì
sera |
Mine
Vaganti è un incitamento
ad essere se stessi, seguendo le proprie aspirazioni più profonde senza
sforzarsi di accontentare sempre gli altri. Non è un tema nuovo, ma qui è
suggerito da una commedia che si giova di attori all'altezza ed è capace
di creare variegati contrasti tra ciò che viene detto e ciò che viene
taciuto, padroneggiando l'allusività propria del genere e le diverse
sfumature emotive che questa tecnica può produrre. I momenti propriamente
comici, legati soprattutto all'arrivo degli amici “frocissimi”, e quelli esplicitamente drammatici, sono
ben amalgamati. Una certa mentalità omofoba, maschilista e perbenista è
irrisa, ma quasi con affetto. La rivelazione del fratello a tavola è
davvero una bomba. Anche il finale è convincente, sia nella parziale
rivelazione di Tommaso, che lascia intravedere un Ozpetek pacificato e capace di accettare l'incapacità
altrui di accettare l'omosessualità, sia nel suicidio della nonna
diabetica a colpi di pasticcini, immagine esemplare di quanto sia
importante morire dopo aver vissuto e goduto a pieno. La voce over e il ballo sono troppo didascalici ma, come
concludeva un famoso film che dovrebbe piacere al Nostro, “nessuno è
perfetto!”. |