gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            MALE

                                                

JANE EYRE

 

 

DOM pom

DOM sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

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rmatteo mazza

domenica pomeriggio

Sorprende tanto per la capacità di ricreare il passato di Jane attraverso un uso insistente, drammatico e senza via d'uscita del flashback, quanto per l'incapacità di trasmettere quel pathos così profondo che Jane e Edward dicono (appunto, dicono!) di provare. Tanta natura: cieli, prati, vento, pioggia, alberi, rami intrecciati, boschi misteriosi; tante porte (più chiuse che aperte), tante finestre (più ostruite che libere). Sorprende tanto per il fascino emanato da Mia Wasikowska, quanto per la finta rigidità compostezza staticità impostata di Michael Fassbender.

giulio martini

domenica sera

25.a (tra cinema e TV) intelligente rielaborazione dell' immensa "icona letteraria" Jane Eyre, qui riproposta come colta, raffinata e sagage antesignana del miglior femminismo, perchè animato da una spiritualità angelica ( anche se vista come cocciutaggine diabolica dagli altri...). Il film - pur senza grandi invenzioni o trovate particolarmente originali - si segnala per la sua assoluta pulizia formale
(targato BBC) , il suo scrupolo di fondo e il desiderio, riuscito, di aggiornare i temi di fondo dell'800 inglese, togliendoli dalla polvere e dai modi paludati del cinema del passato, secondo una voga neo-romantica che sembra riaffiorare oggi sullo schermo.

angelo sabbadini

martedì sera

In tempi di lettura assente è il cinema a tirare la volata alla grande letteratura. È il caso dell’ennesima versione di “Jane Eyre” editata da un pool di produttori (Ruby Film & Television in testa) che ha fatto delle trasposizioni letterarie una filosofia di approccio al cinema e al business. Esiste un pubblico (soprattutto anglosassone!) che ama questi prodotti e garantisce buoni ritorni commerciali. Il giovane Jolii Fukunaga millanta il suo film come nuovo e audace ma in realtà guarda agli innumerevoli modelli del passato a cominciare dalla fondamentale edizione di Robert Stevenson del 1944. Al cinema come nella vita esiste il piacere di rivedere e di ripercorrere sentieri e brughiere note ed è un godimento a cui si abbandona disponibile anche il pubblico del Bazin.

carlo caspani

mercoledì sera 

Testo letterario arcinoto, su cui sembra obbligatorio esercitarsi periodicamente in una nuova versione "al passo coi tempi". Quella 2011 prevede attori noti al pubblico più giovane (Wasikowska, bravissima, e
Fassbender, corretto), sceneggiatura a flashback come di prammatica e
sottolineatura del lato "gothic/ghost story" del capolavoro della signorina Brønte, con adeguata fotografia oscura e gelo nelle rare scene en plein air. E la dimensione "rivoluzionaria" per l'epoca di Jane Eyre, eroina pura e coerente che lotta alla pari con gli uomini, con i bigotti ottusi e crudeli e contro regole non scritte ma ferree di censo e casta sociale rimane, appunto, sperduta del buio. Quasi quasi era meglio Trombone Zeffirelli...

marco massara

giovedì sera

Nonostante sia sicuramente appesantita da alcuni passaggi inevitabilmente legati alla origine letteraria, la ‘versione di Fukugawa’ del visitatissimo romanzo della Bronte si articola su una cinematograficamente efficace altalenante traiettoria della protagonista dal buio alla luce ,ritorno e ancora luce, dandoci la speranza che anche la cecità non voglia dire tenebra assoluta.
giorgio brambilla venerdì sera anche questa settimana giorgio è stato sostituito da carlo