gli
animatori lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
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LASCIAMI ENTRARE |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
roberta braccio |
domenica pomeriggio |
L’ho detto, lo ripeto e lo sottoscrivo: uno dei film più interessanti della stagione. Quello che il mio pubblico ha più criticato è la scelta di usare i vampiri, tema assurdo, incredibile e surreale. Eppure è proprio nella scelta di questa metafora (i vampiri sono ciò di cui i bambini hanno più paura in assoluto) che il film acquista forza e credibilità. Se un adulto non riesce ad accettare il vampiro perchè lo razionalizza, il bambino è puro istinto e lo accetta. In questa storia gli adulti sono tagliati fuori (i pochi che ci sono sono caricature tristi) e il nostro protagonista alla fine, sentendosi lui stesso un emarginato, non sceglie il mondo “reale”, ma ciò che al momento sembra essere l'unica soluzione: una vita a due in cui l’altro non invecchia, in cui non si cresce insieme. Tra crescere e restare bambino, il nostro protagonista sceglie di restare bambino (lui nella scena finale non prova nemmeno a difendersi, c’è qualcuno che lo fa al suo posto). Inevitabilmente, questa scelta lo porterà, in una proiezione futura e ancora una volta in una metafora potentissima, a farsi succhiare il sangue dalla persona che ama. |
giulio martini |
domenica sera |
l'adolescenza è la stagione
più turbolenta ed inquieta. Se non si ha sufficiente autostima, e si è
vittima dei bulli, se si è sessualmente ancora incerti ( androgini, come il
il protagonista all'inizio e finchè non "inscatola" la sua quota di
femminilità...), se l'aggressività resta onirica, tutta repressa e non trova
legittimi sfoghi, se i genitori non ti danno veri sostegni e punti di
riferimento, allora si vive nell'incubo quotidiano. Un film romanticamente splatter, pieno di vuoti esistenziali, che invocano vita e affetto. L'amore è vampiresco a 12 anni ? Si, è feroce e passionale, ma selvaticamente genuino , come questo racconto. Il problema dell'adolescenza - dice - sta nel conciliarti con la tua anima nera che prima non conoscevi e che poi - da adulto - magari fingi di non avere... |
angelo sabbadini |
martedì sera |
Fuori tempo massimo (il film circola dal 2009!) i visionari del Bazin scoprono il cinema perturbante di Tomas Alfredson. Il regista svedese li irretisce con i movimenti lenti e sinuosi della sua magistrale macchina da presa e poi fulmineo li azzanna con lancinanti squarci d'angoscia. Alla fine della nevosa proiezione gli spettatori hanno la disturbante sensazione che la favola nera sia penetrata nel fondo delle loro vene. |
giorgio brambilla | mercoledì sera | Tomas Alfredson costruisce un horror a basso costo usando con furbizia e intelligenza il fuoricampo: risparmia sugli effetti speciali e lascia percepire l'orrore in tutta la sua forza senza doverci colpire eccessivamente con immagini disgustose. Rende esplicito quel che altre storie di vampiri lasciano solo sullo sfondo, cioè che il vampiro è uno di noi: meglio di molte persone cosiddette normali, come i bulletti che tormentano il povero Oskar, e immagine della rabbia che ci portiamo dentro e che dobbiamo imparare a tenere a bada ma anche a usare, se vogliamo sopravvivere in questo nostro mondo malato. Il finale non risulta consolatorio perché ci insinua la domanda se il rapporto tra i due ragazzi non sia destinato ad evolvere in uno simile a quello che Eli aveva con il suo inquietante protettore, nel giro di qualche decina d'anni in cui lui invecchiasse e lei no. L'intero racconto però ci spinge a fare il tifo per loro e a congratularci con questi due emarginati che, finalmente, hanno trovato un'anima gemella che li accetti e li ami così come sono. È l'unica cosa di cui (come noi, appunto) abbiano davvero bisogno |
marco massara |
giovedì sera |
Messo a contatto con Eli che vive “l’impossibilità di essere normale’, il debole Oskar decide di ‘lasciarla entrare’ nel suo mondo iniziando così un percorso di crescita che lo porta all’emancipazione dai bulletti della scuola o che lo porta anche verso il baratro dell’asservimento del ruolo del procacciatore di sangue? Film dal senso volutamente ambiguo che sa tradire la lucidità cartesiana con qualche sbandata controllata condita di ironia. (ma se si capisse tutto al volo, sai che noia ?) Di certo Oskar riesce ad allargare la propria visione miope del mondo , splendidamente significata tramite un sapiente uso del piano focale ; un mondo freddo, cieco ,senza speranza e riferimenti, in cui i due adolescenti disegnano un romantico ed esemplare percorso di accettazione del diverso, dell’inquietante e del pericolo. .'Lasciami entrare (!)' è anche l'invito del film allo spettatore perchè abbandoni le proprie griglie di lettura/difesa e si lasci andare ad un cinema di una rara ricchezza morale. Grazie vampiro ! |
francesco rizzo |
venerdì sera |
autentico colpo di fulmine. dentro il guscio di un horror con vampiro, un'emozionante love story sul dialogo possibile tra due "diversi" (il ragazzino vessato a scuola e la sua "strana" vicina di casa), tra due "non integrati", affiancati da adulti incapaci di aiutarli e di ascoltarli. perché scegliere una vampira? perché deve aggredire per sopravvivere ed è formidabile l'accostamento con l'amichetto che, invece, è costantemente aggredito: il sangue succhiato per nutrirsi si mescola con quello sparso per difendersi. solo chi ha bisogno di ricorrere alla violenza per sfamarsi può capire e farsi capire da chi subisce violenza ogni giorno. e, in entrambi i casi, "gli altri" non comprendono, non possono comprendere: il massimo del dialogo tra oskar e la madre è fare lo stesso rumore lavandosi i denti. ricordo pochi film recenti così potenti sul tema dell'adolescenza. sotto la neve di svezia scorre una rabbia pronta ad esplodere, la stessa raccontata da tanti bestseller di questi anni. e alfredson gira (e monta gli effetti sonori...) in modo magnifico, un godimento per chi ama il cinema, dimostrando di conoscere il genere ma di saper viaggiare ben sopra la linea del prevedibile. la colonna sonora è da dramma d'amore, la tensione da thriller. un film disturbante? sì, e per fortuna! voglio dire, perché i film devono essere per forza rassicuranti? il cinema, a volte, è come la scala di servizio di "le donne del sesto piano": apre la porta ai pensieri inconfessabili. mi ha colpito la reazione di uno spettatore che ha detto: "almeno "il ragazzo con la bicicletta" finiva bene". e invece, finiva molto peggio di "lasciami entrare"... |
carlo caspani |
carlo ha lasciato la sua impressione anche se ha chiesto la sostituzione |
E se invece che essere una storia di vampiri fosse un film sull'adolescenza? O sulla diversità? O sui legami "di sangue" esplicitati secondo le regole romantico-macabre tanto care alla cultura del Nord Europa? Di sicuro un film per nulla rassicurante né scontato, ma nemmeno orrorifico: a me, per esempio, fanno più schifo e paura due minuti del GF12 o dell'Isola dei Falliti. |