gli
animatori lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
|
CARNAGE |
|
DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
fai click QUI per vedere le critiche
dei film precedenti
roberta braccio |
domenica pomeriggio |
Storia di un ordinario massacro. Come noi e con noi, il regista spia (tanto quasi quasi da farsi vedere da dietro la porta, sul pianerottolo) il tracollo di 4 individui che solo all’apparenza sono due coppie; come lui, più che sentirci in quel salotto, ci sentiamo dei “guardoni” che spiano all’interno delle mura domestiche. Da qui un film più rassicurante rispetto a quanto Polanski ci ha abituato, dove il taglio ironico prevale certamente sull’orrore e sul pathos. Teatro dell’uomo e sull’uomo, sulle sue miserie e sul suo desiderio di grandezza è un film che fa riflettere. Geniale la sceneggiatura, perfetti i dialoghi, magistrali gli attori. Anche se.. lo confesso: mi manca quel tocco personale, esasperato e spaventoso, del Polanski cui ero abituata. |
giulio martini |
domenica sera |
Ennesima vicenda nell'orizzonte chiuso che ossessiona il nostro amato regista, ma che sembra turbare anche la sua sodale di successo ( e correligionaria ) Yasmina Reza... Tutti quanti - una volta messi alle strette nell''aiola che ci fa tanto feroci - "vomitiamo" il nostro vero carattere torbido ? O capita solo gli adulti, finti civilizzati, in realtà aggressivi e cupi ? Ancora: nessuno si salva dal suo lato oscuro e perverso ? Utillizzando - e distorcendo - la sopraffina tecnica rabbinica del "pilpul", cioè della dialettica infinita e capace di spaccare in quattro qualsiasi questione pur di rimettere in ballo ogni risultato argomentativo conseguito, Polanski offre un altro chiaro esempio di abilità cinematografica ed ironizza sulla vocazione diffusa al reciproco scannarsi e sulla voglia, altrettanto diffusa, di pretendere sempre e comunque d'aver ragione. Ma Roman sa far di meglio, cioè - nella sua chiave affettuosamente angosciante e beffarda - di solito orchestra qualcosa di molto struggente, meno programmatico e più inquietante. Invece qui ( diciamolo !) dopo il feroce massacro verbale si esce dalla sala insolitamente consolati. |
angelo sabbadini |
martedì sera |
L’ineffabile Polansky non lascia indifferenti i visionari del Bazin che non si limitano a complimentarsi con il sardonico maestro polacco, ma spingono la loro pignola attenzione sui dettagli del decor, osano avanzare accuse di teatralità e s’interrogano sull’epilogo. Al di là dei dettagli il film appare comunque perfetto, scandito con maestria sopraffina intorno ai tempi dei dialoghi. |
carlo caspani | mercoledì sera |
Semaforo verde, ma non di
speranza, per questo Polanski "teatrale" (ma quanti cambi d'inquadratura e stacchi cinematograficissimi...) che fa carneficina dei buoni sentimenti, delle educate convenzioni, delle raffinatezze linguistiche che svaniscono al secondo bicchiere di whisky o alla prima "offesa" delle proprie convinzioni. Uomini e (sopratutto) donne votati al dio del massacro, forse nemmeno a quello. Si salva solo Culetto il criceto, per il quale si aprono gli orizzonti del Brooklyn Bridge Park... |
fabio de girolamo |
giovedì sera |
Se si fosse limitato alla parte
ambientata nell’appartamento della famiglia Longstreet, Carnage sarebbe
stato un ottimo film dedicato a temi e figure care al regista come la doppia
faccia della mentalità borghese occidentale, il luogo chiuso e
claustrofobico come innesco delle tensioni e teatro della loro esplosione,
la violenza come unica forma reale di approccio all’altro. Ma il vero tocco polanskiano è racchiuso nelle due inquadrature che incorniciano il film, sui titoli di testa e di coda. Magistrale la prima, già a partire dalla posizione della macchina da presa, stabilmente in campo lungo. Lo spettatore ha la sensazione che il quadro sia solo lo sfondo neutro dei titoli e viene colto di sorpresa dall’improvviso sfogo di violenza. Solo più avanti ha la conferma definitiva che il gesto ha un peso nell’economia del film. L’ultima inquadratura, invece, ha il sapore della beffa. Mentre gli adulti si sono scannati per ore per stabilire come affrontare la vicenda, ai ragazzi è bastato qualche giorno per tornare amici come prima. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire. E il criceto sottoscrive. |
giorgio brambilla |
venerdì sera |
La scena finale di Carnage ci mostra un criceto contento e due ragazzini riconciliati e tranquilli: il massacro che abbiamo appena finito di vedere si svela come assolutamente privo di una causa adeguata. Ma allora perchè è successo tutto quello che abbiamo visto fino a quel momento? Perché nella casa perfettamente ordinata di una famiglia apparentemente felice e di discreta cultura quattro persone “perbene” si sono aggredite come bestie feroci? Semplicemente perché questa è la vera natura degli uomini, come Polanski ci spiega di film in film da ormai mezzo secolo. Questa volta per illustrare la sua tesi gli basta poco: quattro ottimi attori, una sapiente costruzione delle inquadrature, l'uso di specchi e altre modalità evocative del fuoricampo, sguardi che faticano ad incontrarsi o che vengono rivolti proprio verso la macchina da presa, bastano per costruire una storia tragica e ridicola che ci mostra tutto la violenza che i personaggi hanno dentro e insieme ci dice che, anche noi spettatori, rientriamo nel numero di coloro che accettano la civiltà ma, in fondo, sanno bene che alto prezzo questa costi loro. Un risultato notevole, raggiunto in meno di ottanta minuti |
marco massara | fuori classifica | dopo il (a mio avviso - accetto dibattiti..) sopravvalutato "Pianista" e l'inutile "Oliver Twist" Polanski continua il percorso di semplificazione e saturazione drammatica iniziata con "L'uomo nell'ombra" e realizza un avvincente "quartetto d'archi" affilatissimi in un interno newyorkese. Appunto quattro tonalità drammatiche ben assortite in una partitura molto equilibrata tra intensità, ironia, divertimento (perchè no ?) e sopratutto capace di alimentare e ri-alimentare con efficacia la tensione drammaturgica. In più prologo ed epilogo sui titoli di testa e coda e una strizzatina d'occhio a "L'angelo sterminatore" di Bunuel. Attori in stato di grazia. |