gli
animatori lo hanno visto così : BENE
COSI’-COSI’
MALE
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BRIGHT STAR |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
roberta
braccio |
domenica
pomeriggio |
Non mi ha convinto, questo
Bright Star: ho trovato la narrazione un po’ legnosa e tutto un
po’ troppo “di genere”. Le schermaglie, le rigidità di una
vita quotidiana d’altri tempi, lo stesso approccio creativo (alla
poesia da un lato e dall’altro all’inventare gli abiti). Dove il
film mi è piaciuto è nella dicotomia tra discutere di poesia (i poeti che si
trovano a discutere, ad analizzare, a eviscerare fredde riflessioni) e invece
la forza dirompente del fare poesia. Che è d’altronde la dicotomia tra
analizzare l’amore e viverlo, e ugualmente tra criticare di cinema e la
forza creativa di fare cinema. Eppure questo interessante aspetto mi sembra
anch’esso gelato in una rigidità narrativa. |
giulio
martini |
domenica
sera |
Perchè questo film melanconico non rifulge della splendente
inventiva della Campion ? |
angelo
sabbadini |
martedì
sera |
Sono passati sei anni dalla sciagurata impresa di “In The
Cut” e la Campion si |
carlo
caspani |
mercoledì
sera |
Faticoso, l'approccio della regista neozelandese, più britannica
che |
marco
massara |
giovedì
sera |
La straordinaria versione ‘a
cappella’ dell’andante della Serenata per fiati K 361 esprime il
senso della operazione voluta da Jane Campion; se il cinema ha forse
raccontato tutte le storie possibili, il modo di raccontarle può sempre
rinnovarsi. E proprio appoggiandosi ad una biografia (forse non tanto
‘calda’ alle nostre latitudini) di cui lo spettatore conosce il
tragico epilogo, sa raccontarla in modo da appassionarlo e da fargli quasi
sperare “che sia tutto un sogno”/incubo da cui risvegliarsi. Una
ricchezza ed efficacia di segno che va dalla leggerezza del volo di una
farfalla alla fisicità dei rumori delle porte che sbattono, passando per la
razionalità di un gatto che aggredisce proprio la farfalla quando l’estasi crolla e
un commovente scambio di carezze attraverso un muro, si unisce ad una
rappresentazione con una gamma tonale sempre coerente con il ruolo della
scena senza mai cadere nella vuota calligrafia di un “Ritorno a
Brideshead”. Unico neo i titoli di coda: non si può
simultaneamente leggere i credits e ascoltare il poema di Keats con lo
stupendo Mozart in sottofondo…. |
giorgio
brambilla |
venerdì
sera |
Non è un film facile Bright Star. I lunghi silenzi ed il
ritmo lento lo rendono difficile da digerire, soprattutto per il pubblico
maschile, generalmente meno incline al romanticismo con la “r”
minuscola. Se però si decide di “nuotare in questo lago” e lo si
guarda con occhio paziente si notano: le inquadrature impeccabilmente
costruite; l'uso della profondità dello spazio e le barriere (si tratti dei
vetri delle finestre o del muro che divide le stanze dei giovani amanti) che
visualizzano le difficoltà di un rapporto create da convenzioni sociali,
problemi economici, malattia e morte; le parole scritte, che possono
annullare le distanze, come le lettere, o aprire uno spazio per
l'immortalità, come la poesia che una Fanny in lutto continua a recitare; le
immagini della natura, fonte di gioia e d'ispirazione creativa, come l'albero
sul quale il poeta non trova il nido dell'usignolo che cercava, ma un momento
di pace piena e l'ispirazione per una poesia che renderà questo stesso
momento eterno; e soprattutto la relazione tra gli amanti, così inattuale nel
suo pudore estremo, ma così archetipica nella sua assolutezza. Non è un film
facile, ma vale lo sforzo che esige . |