gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            MALE

                                                

BORIS - IL FILM

 

 

   DOM    pom

DOM  sera 

MAR

 

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

questa settimana roberta è stata sostituita da giulio

giulio martini

domenica sera

 "Boris" non guizza bene nel sul grande schermo? Forse si è gonfiato troppo (anche in lunghezza), forse ha giocato troppo con gli stessi "linguaggi"
dei cinepanettoni da sbeffeggiare... O sono esagerate 6 mani in Regia ? Però qualche elemento originale c'è: il tono grottesco tendete al cupo, il coraggio
di fare nomi e pure cognomi, il continuo alternarsi di riferimenti alti e bassi. L'impresa ( osannata dalla critica... ) valeva l'avventura, ma ci sono un'infinità di allusioni (l'ambiente romano, gli stessi i telefilm andati in onda per 3 anni...) che si davano per conosciuti al pubblico in sala, ma che noti invece non erano. Per cui in più punti la risata spontanea non scatta. Si concede l'Appello.

angelo sabbadini

martedì sera

Fulminata dall’opportunità cinematografica la troupe di “Boris” trasferisce sul grande schermo la serie televisiva con ingenua baldanza e senza alcuna mediazione registica. Ne risulta un pasticcio volontaristico che vanifica le caustiche intenzioni di Pannofino e compagni

carlo caspani

mercoledì sera

Passare dalla TV al cinema non è facile, e la squadra di Boris se ne
sarà accorta: un conto è un serial di quaranta e passa puntate (alla
fine pure un po' ripetitive) sulle terribili sorti e regressive della tv italiana, un altro il trasferire, compresso e confuso, lo stesso
meccanismo in formato cinematografico. Ne risulta uno spettacolo
inutile, più volgare della volgarità che vorrebbe censurare, dove la satira diventa luogo comune e i personaggi, quasi tutti, sono
insopportabili. Occasione perduta, tempo sprecato.

marco massara

giovedì sera

Spostate quei 5000 cavalli un po’ più a sinistra” ordinava D.W.Griffth durante le riprese di  “nascita di una nazione”. Concedetemi un po’ di narcisistica comprensione per il povero René; la mia modesta esperienza di film-maker con wHp mi ha fatto conoscere le difficoltà della regia, difficile punto di equilibrio tra le velleità iniziali ed i condizionamenti materiali del set; Boris è un autentico Blade runner; corre sul filo della lama rischiando più volte di ribaltarsi senza scampo, ma racconta mimeticamente e con precisione ciò che succede dietro la macchina da presa e ci fa riflettere sui sempre più pesanti condizionamenti che la pervasiva televisione e il pressapochismo masochista di certi ‘professionisti’ hanno sulle migliori intenzioni di chi davvero ama il cinema.

francesco rizzo

venerdì sera

dire che questo film è volgare è come guardare il dito quando ti indicano la luna. finalmente abbiamo una commedia satirica italiana che non fa prigionieri. piantando unghiate nella pelle del cinema (e della tv) di casa nostra per mostrarne l'ipocrisia: ci si riempie la bocca con i film impegnati ma poi è meglio riempirsi le tasche con un cinepanettone. ce n'è per tutti: la parodia di margherita buy e quella di agrodolce, la soap siciliana di minoli che è finita con un buco di 70 milioni; gli sceneggiatori intellettuali e inconcludenti e il dirigente rai che non vuole retrocedere dalla tv al cinema ("dopo c'è solo la radio"); gli autori che fanno lavorare i "negri" di turno ("e adesso sotto con rien ne va plus, il debutto di pupo"... fantastica) e il pubbilco che decreta il successo di battute scurrili e rumori molesti. meglio tornare a girare il giovane ratzinger, parodia di tante, terribili, fiction che ci scodellano rai e mediaset (che, ormai, sono spesso la stessa cosa e boris dice anche questo, per fortuna). tutto costruito intorno al tipico canovaccio dell'armata brancaleone (la troupe di ferretti) lanciata in un'impresa impossibile. e che fa venire in mente i delinqueint ed m'dna di un vecchio brano dei modena city ramblers ("siamo vestiti come dei poveretti/abbiamo delle facce che fanno spavento/si va in giro per le montagne e per la bassa/ad occhi sbarrati). grande francesco pannofino: dimostra che per essere bravi doppiatori bisogna essere bravi attori. ma vedrete che questo film arriverà ultimo, nella classifica finale. purtroppo.