gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            QUASI BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            COSI'-COSI'-COSI'

                                                            MALE

                                                

 LA BICICLETTA VERDE

 

 

DOM  pom

DOM sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

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matteo mazza

domenica pomeriggio

Nel mio box da oggi, accanto alla bicicletta volante di Elliott (E.T.), a quelle di Micky, Data, Chunk, e Mouth (I GOONIES), vicino alla bicicletta rabbiosa di Cyril (IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA), a quella rubata di Antonio Ricci (LADRI DI BICICLETTE) e a quella esausta di Champion (APPUNTAMENTO A BELLEVILLE), da oggi c'è posto pure per la bicicletta conquistata da Wadjda. Che bel film LA BICICLETTA VERDE! Pieno di desiderio, pieno di speranza, pieno di saggezza, pieno di povertà, pieno di ricchezza, pieno di controsensi, sensi unici, strade senza uscita. A proposito di strade. Il finale è speciale: Wadjda guarda di qua e di là, dove andrà? Quanta libertà!

giulio martini

domenica sera

il coraggio e il garbo di questa Regista sbeffeggiano, più di mille pellicole rabbiose, l' insostenibile mentalità dell'Arabia Saudita, dove la più rigida lettura del Corano - di per sé maschilista - blocca qualsiasi evoluzione verso l'uguaglianza dei sessi. E' facile profezia immaginare che l'immobilismo musulmano verrà capovolto, in un prossimo futuro, dalle energie congiunte delle donne e delle immagini ( foto - cinematografiche -televisive - elettroniche) perché l'Islam ha paura di entrambe. Il sorriso dolce, ma assai strafottente, della protagonista insinua nella Storia della Comunicazione del mondo arabo una prospettiva che metterà a soqquadro un'intera Civiltà. Un film nitido e tagliente, una costruzione che usa la semplicità per un discorso complesso. Perché incide - alla radice - il nodo dell'integralismo. Il vero tema di fondo infatti è la vexata quaestio dell' esegesi del Libro sacro, come si capisce dalle citazioni di "sure" cruciali - dove si affronta soltanto l'argomento credenza/miscredenza o eretici/veri interpreti - recitate con una musicalità antica contrapposta alle "canzoni moderne" che la mamma vorrebbe, ma non può, cantare in pubblico, così come vorrebbe andare in giro in auto da sola.

angelo sabbadini

martedì sera

Brava Wadjda ti meriti la tua agognata bicicletta verde! E brava la regista Haifaa Al Mansour che ci regala un ritratto di adolescente determinata che riesce ad uscire dallo scacco a cui sembra inevitabilmente condannata. L'Arabia Saudita ha il suo primo lungometraggio e il pubblico occidentale un interessante spaccato sociale e umano che va ad arricchire il suo desiderio di conoscere le storie dell'altro mondo che una distribuzione miope relega ai margini del mercato cinematografico.

carlo caspani

mercoledì sera 

Film per forza di cose femminile, non femminista, dovendo rappresentare una realtà maschile e maschilista, quella della società dell'Arabia Saudita. Donne ridotte a ombre della figura maschile dominante (padre o marito), un'educazione rigida e castrante, assenza di sentimento e di amore: ad accendere la speranza, a mantenere in vita, colori e fiori nascosti sotto lugubri palandrane, un paio di scarpe da tennis e una bici verde che assurge a simbolo concreto di libertà, fuga, voglia di cambiamento e uguaglianza. Il tutto in uno stile apparentemente documentaristico, probabilmente contenuto e
sommesso per forza di cose e non per mancanza di ispirazione o coraggio. Resta il cruccio che questo film le donne arabe non lo vedranno MAI.

marco massara

giovedì sera

A parte un certo imbarazzo che la visione del film genera nell’appartenere al genere maschile….. paradossalmente quello che colpisce di più è che ‘la bicicletta verde’ non sia stato formalmente censurato. Questo ha richiesto un esercizio di equilibrismo tra spinte libertarie e osservanza formale coranica che porta a una inevitabile rinuncia a una posizione decisamente femminista e il ripiegamento su forme di significazione meramente simboliche. Ne è testimonianza la corsa finale di Wadjda , finalmente in sella alla sua bicicletta verde: se alla fine della strada si fosse inserita nel traffico la sua emancipazione sarebbe stata completa; invece si ferma per assaporare quella che è solo una piccola vittoria.
giorgio brambilla venerdì sera questa settimana giorgio è stato sostituito da angelo