gli
animatori lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
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ANOTHER YEAR |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
roberta braccio |
domenica pomeriggio |
Una piccola storia di normale follia. In punta di piedi, la telecamera è tra gli sguardi complici, negli spazi tra le parole, nei gesti ripetuti insieme per darsi forza a vicenda e nei silenzi di solitudine. Ognuno a suo modo, in questo film, fa i conti con se stesso e con il tempo che avanza, tutti ruotano intorno al carisma di una coppia solida che fa da stampella. Un giorno forse anche loro dovranno fare i conti con se stessi, ma sarà certamente un altro film. Questo Another year è però a mio avviso riuscito solo in parte. Riesce a parlarci con delicatezza di persone reali, non macchiette o caricature nonostante l’urgenza del dolore; dialoghi centellinati e limati molto bene eppure resta un’irritata invidia per chi sa qual è il passo giusto per vivere. Chi questo passo non è proprio capace di trovarlo viene a volte umiliato, altre volte guardato con compiaciuta benevolenza dai sapientini.Il punto è esisterebbe Tom senza Jerry? E se esistesse, quanto assomiglierebbe a Mary o a Ken? |
giulio martini |
domenica sera |
Una trentina di abbracci ( ma sono così espansivi e tattili gli inglesi ?), una quantità impressionante di bevute e qualche pasto fanno da contrappunto alla storia imperniata su una delle rare famiglie quiete e serene - dopo 40 anni di nozze - del cinema contemporaneo. Le stagioni ed i colori dell'orto si susseguono alla periferia di Londra, della Politica e delle Eterne domande, ma senza specifici "scavi" filosofici e/o politici, per illustre una soddisfatta felicità piccolo borghese post-sessantottesca e post-trasgressiva, di due Tom e Jerry che non si azzuffano, ma dispensano a tutti semi di saggezza. Mike Leigh è sincero ? O ci mostra un puro desiderio , per prendersela - da psicologo coninuamente impegnato, col suo cinema, nel "lavoro di gruppo" - con chi non sa accontentarsi, ha tormenti segreti o è - senza motivo - sempre arrabbiato ? |
angelo sabbadini |
martedì sera |
Mike Leigh è una garanzia! Ci si immerge nel buio del Don Bosco e le attese vengono soddisfatte: attori perfetti, personaggi coinvolgenti, regia puntuale. E poi quella coppia di Tom e Gerri, che impone con graziosa determinazione alla piccola comunità amicale il proprio galateo comportamentale, rimane impressa ben oltre il termine della proiezione.. |
carlo caspani | mercoledì sera |
Grande Mike, cantore degli ultimi,
degli alcolizzati, fumatori, sfigati, morti di fame di affetti,
disperati, eppure capaci di riconoscersi tra loro, messi a confronto con un
Tom e una Jerri così affiatati, buoni perfetti. Ma incapaci di fare quel
passo in più, di rinunciare a difendere tanto il loro solido equilibrio per
dare una mano, un abbraccio, un gesto in più a chi si sta perdendo nel gorgo
della solitudine... sublime ambiguità provocatoria quella di Leigh, scambiata da molti, affrettatamente, per una celebrazione delle buone tradizioni della famiglia piccolo borghese britannica. |
marco massara |
giovedì sera |
Il cinema di Mike Leigh è interessante perchè utilizza una narrazione 'debole' (e la nostra vita è fortunatamente (o no?) una narrazione con pochi punti forti) che ci spiazza in quanto disillude il desiderio inconscio dello spettatore di andare al cinema per 'entrare in un altro mondo'. Ecco allora presentarsi sullo schermo le persone e non i personaggi, la vita di tutti i giorni e lo scorrere del tempo. Persone che passano proprio “un altro anno” (un po' stucchevole la suddivisione con tanto di didascalia) senza afferrare le occasioni, sprecando il tempo a coltivare un proprio consolatorio 'orticello' (eccellente metafora) senza diventare motori di trasformazione . Il silenzio in cui Mary si chiude nell'ultima inquadratura ne é un segno esemplare. Attori eccellenti, colonna sonora ancora una volta troppo invadente, doppiaggio infelice nella scelta della voce di Tom. |
giorgio brambilla |
venerdì sera |
Mike Leigh gira un film apparentemente “piccolo”, che ci mostra un altro anno nella vita di una matura coppia della middle class inglese. Un frammento che non ha senso compiuto in sé, perché il regista si limita a calarci dentro la vita di persone relativamente normali, con tutte le loro contraddizioni irrisolte e l'ingente dose di dolore che le accompagna. Che ne sarà di Mary, della donna che all'inizio non riusciva a dormire e di Ken? Perché Tom e Gerri non riescono a fare in modo che le persone che li circonadano siano felici come loro? Loro e il loro figlio John sono delle “brave persone” o no? Leigh non confeziona risposte chiare e comode, ma vuole che i suoi spettatori siano abbastanza adulti da giudicare con la loro testa. Come nella vita vera, alla quale il suo (per questo in realtà GRANDE) cinema assomiglia tanto |