gli
animatori lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
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AMERICAN LIFE |
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DOM pom |
DOM
sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
roberta braccio |
domenica pomeriggio |
"la vita è quella cosa che capita mentre siamo occupati a fare altri progetti" diceva qualcuno. I nostri protagonisti invece la vita se la vivono senza pensare troppo ai progetti. Sanno bene cosa non vogliono, devono scoprire abbastanza in fretta cosa vogliono. Un film finalmente "sano" da parte di un regista che finora ha solo dato grandi mazzate alle coppie, un film che centra perfettamente la forza di un'anima a due teste, fatta di intimità e di intesa nelle differenze caratteriali, e della sua stessa umana fragilità. Finalmente vediamo al cinema persone risolte, che devono affrontare cambiamenti, decisioni, difficoltà, ma che, pur non sapendo in che direzione, partono comunque decisi, forti del loro amore. La generazione dei film sui deliri psicologici dei 30/40enni che non sanno che pesci prendere ci aveva forse fatto un po' dimenticare che con un po' di ironia e del buon senso, crescere non è poi un'impresa così impossibile. |
giulio martini |
domenica sera |
giulio questa settimana è stato sostituito da carlo |
angelo sabbadini |
martedì sera |
Un Sam Mendes minore, contagiato dalle modalità espressive del cinema indipendente, ci racconta il nomadismo di Burt e Verona alla ricerca della loro "Home" tra disincanti e fragilità. La trovano lungo le rive del Missisipi e noi in empatica partecipazione siamo felici con loro. |
carlo caspani |
mercoledì sera |
Sam Mendes prova a buttarla in commedia, ma è più forte di lui. Sotto l'apparenza di personaggi al limite dell'antipatico e dell'insulso, e di una storia certo non nuova (una "sacra famiglia" laica americana alla ricerca di casa/conferme/sicurezza) si muovono i drammi e le tematiche di tutto il suo cinema. Nonostante le battute, gli sfondi da cartolina e i protagonisti da cartoon, siamo davvero sicuri che c'è da ridere? |
fabio de girolamo |
giovedì sera |
Salta all’occhio già a una prima
occhiata la differenza tra la rappresentazione sfaccettata e ricca di
sfumature dei due protagonisti e quella stilizzata con viraggi verso il
grottesco di tutti i comprimari. La cosa, ai miei occhi, si giustifica solo
se si pensa al film come a un viaggio onirico, più mentale che fisico, nelle
paure e ossessioni di prossimi genitori, dove ogni incontro diventa la
visualizzazione di un’idea di genitorialità che si vorrebbe allontanare da
sé. L’approdo finale è a un luogo che segnala la volontà dei futuri genitori di affondare le radici della famiglia nella propria storia esistenziale. Inoltre l’isolamento dalla comunità degli uomini va letto non come scelta eremitica ma come necessità di evitare di appellarsi a modelli preconfezionati per ripartire da se stessi, dalle proprie forze e in base al proprio vissuto. |
francesco rizzo |
venerdì sera |
cosa c'è di più precario di una proposta di matrimonio fatta su un tappeto elastico? l'instabilità della vita e dei sentimenti, le trappole del dolore dietro le promesse di felicità, in una commedia il cui lato romantico è bilanciato dall'amarezza e dal grottesco. e che racconta un mondo in cui si può lavorare ovunque (basta un telefono), dunque si può vivere ovunque. e da nessuna parte. conta solo riempire la tua casa d'amore. che non è rito (le nozze) ma capacità di costruire, con ironia e compromessi (come un albero su cui si attacca la frutta finta). allison janney (l'ex collega trasferitasi a phoneix) è come del piero: in dieci minuti ti cambia la partita. |