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In
direzione ostinata e contraria Wonder Mercoledì 09.01.2019 Venerdì 11.01.2019 |
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Regia |
Stephen Chbosky |
Filmografia |
Noi siamo infinito (2012) , The four corners of Nowhere (1995) |
Genere |
Commedia drammatica |
Interpreti |
Julia Roberts (Isabel Pullman), Owen Wilson (Nate Pullman), Jacob Tremblay( August Auggie Pullman), Izabela Vidovic (Olivia Via Pullman), Mandy Patinkin (preside Tushman), |
Fotografia / montaggio |
Don Burgess / Mark Livolsi |
Musica |
Marcelo Zarvos |
.
TRAMA
Il piccolo August Pullman, detto Auggie, ha
avuto una rara malattia che ne ha sfigurato i lineamenti del volto. Adesso si
appresta ad affrontare per la prima volta il mondo della scuola. Come
reagiranno lui e i compagni?...
RASSEGNA STAMPA
Se diciamo che fin dall'inizio il racconto è orientato a muoversi da
difficoltà insormontabili alla loro soluzione, attraverso il superamento di
ostacoli e imprevisti, non è per sminuire sminuire l'importanza della
realizzazione. E' che l'evoluzione narrativa corre lungo una linea
rigorosamente dritta, fatta di inciampi e di linee traverse subito capaci di
ritrovare la esatta direzione. Tutto insomma è al posto giusto, il bambino
'brutto e cattivo' si fronteggia con quelli 'belli e normali', e il dramma c'è
ma non lo senti mai vivere per intero. Non ne avverti le carenze, i vuoti, le
mancanze. I genitori sono quanto mai disponibili, sereni, pazienti. E ogni cosa
concorre verso un finale bello e pieno di speranza. C'è gioia, e il pubblico
risponde aderendo con partecipazione e commozione. Auggie è un ragazzino pieno
di voglia di vivere che trova negli altri la forza per resistere e andare
avanti. Il taglio educativo è forte e convincente.
Da Acec.it
: “C'è un ragazzino americano che va a
scuola indossando un casco da astronauta, sfoggiando una treccina da studente
Jedi di Guerre Stellari e contando i giorni che lo separano da Halloween, festa
in cui potrà confondersi tra i coetanei indossando una maschera da mostro. Si
chiama Auguste Pullman ma per tutti è Auggie ed è affetto dalla nascita da una
malformazione cranio-facciale denominata sindrome di Treacher Collins. A scuola
lo chiameranno Gollum (da Il Signore degli Anelli), Freddy Krueger (da saga
horror Nightmare) e Darth Vomitus (storpiatura da Guerre Stellari) ma niente
paura: Auggie ha una famiglia dannatamente forte alle spalle abituata a
convivere con il suo aspetto da un decennio.”
Francesco Alò, da Il Messaggero
“R.J.Palacio, l'autrice di Wonder, racconta
che il libro è nato come risarcimento letterario a una bambina come August,
incontrata un giorno mentre la scrittrice e art director passeggiava con i
figli in un parco di New York. La sorpresa di vedere un viso così deforme,
l'urlo di terrore di uno dei suoi bambini, la decisione di scappare per non
aggravare la situazione: e, la sera, la sensazione di avere reagito in maniera
stupida e insensibile. Così è nato il diario di August, ma anche quello della
sorella adolescente Via e dei compagni di scuola che riescono a superare lo
sconcerto per le sue fattezze e poco a poco diventano suoi amici.”
da HuffPost.it
“Auggie Pullman ha dieci anni, gioca alla
playstation e adora Halloween. Perché è l'unico giorno dell'anno in cui si
sente normale. Affetto dalla nascita da una grave anomalia cranio-facciale,
Auggie ha subito ventisette interventi e nasconde il suo segreto sotto un casco
da cosmonauta. Educato dalla madre e protetto dalla sua famiglia, Auggie non è
mai andato a scuola per evitare un confronto troppo doloroso con gli altri. Ma
è tempo per lui di affrontare il mondo e gli sguardi sconcertati o sorpresi di
allievi e professori. Gli inizi non sono facili, inutile mentirsi e Auggie fa i
conti con la cattiveria dei compagni. Arrabbiato e infelice, il ragazzino
fatica a integrarsi fino a quando un'amicizia si profila all'orizzonte. Un
amore altro rispetto a quello materno. Tra bulli odiosi e amici veri, Auggie
trova il suo posto e si merita un'ovazione. Un percorso emozionante e
galvanizzante ma anche duro e sofferto, che coinvolge due mondi spesso
conflittuali e irriducibili: quello dei bambini, eroi anomali caratterizzati da
un surplus di affettività, fantasia e creatività e quello degli adulti che
hanno conservato (almeno in questa occasione) un rapporto privilegiato con
l'infanzia. Un film per i bambini, che devono imparare a misurarsi con la
differenza, per i genitori, che non sanno sempre come salvaguardare i propri
figli dal mondo e per tutti quelli che soffrono o hanno sofferto lo sguardo
degli altri in quell'età ingrata in cui ti presenti agli altri senza
protezione. (…) Racconto di formazione sensibile e franco, che non fa sconti
sulla violenza meschina che il protagonista subisce nel corso dell'anno
scolastico, Wonder non scade mai nella compiacenza e nell'affettazione,
offrendo diversi punti di vista sullo stesso soggetto. La narrazione polifonica
elude la trappola del pathos e l'accanimento sul personaggio principale,
donando respiro al film che sovente flirta col meraviglioso (…) Non è mai un
altro mondo quello di cui parla il regista, è il nostro e funziona come siamo
abituati a vederlo funzionare ma di tanto in tanto deraglia, come un trenino
per soccorrere un bambino e aiutarlo a superare la propria singolarità. Il
miracolo di Wonder è la disponibilità all'accoglienza che può offrire solo chi
ha avvertito su di sé il peso della solitudine.”
da mymovies.it
“Wonder si avvale così di tutte le
caratteristiche di un prodotto per famiglie e mirato alla commozione e ai buoni
sentimenti. Più che guardare a Freaks o Elephant Man, qui si strizza l’occhio
al Quasimodo del Notre Dame di casa Disney. Il pregiudizio nei confronti
dell’aspetto esteriore di Auggie verrà perciò abbattuto dal buon cuore del
ragazzo, dalla sua intelligenza e dal calore della famiglia che lo circonda.
Tematiche solitamente molto apprezzate dal
grande pubblico e rese ancora più appetibili poiché condite con un pizzico di
bullismo, un retrogusto di primi amori adolescenziali, amicizie sincere e una
bella dose di perdono per riportare tutto sulla retta via. Wonder segue per
filo e per segno una ricetta più che consolidata che troverà il consenso dei
palati più occasionali ma difficilmente riuscirà a sorprendere l’animo degli
spettatori consolidati.”
da
cineforum.it
(scheda a cura di Marco Massara)