Locandina italiana Il disprezzo

 

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Cinema europeo tra passato e presente

Il disprezzo

Mercoledì   28.02.2018

Venerdì       02.03.2018

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Regia

Jean-Luc Godard (3/12/1930, Parigi)

Filmografia

Uno dei principali registi della storia del Cinema J-L. Godard dirige 53 tra film, opere collettive, documentari e medio metraggi in quasi 60 anni di carriera. Tra questi: Fino all’ultimo respiro, Questa è la mia vita, Il bandito delle undici, Alphaville, Due o tre cose che so di lei, La cinese, Prenom Carmen, Je vous salue,Marie, Detective, Nouvelle vague, Eloge de l’amour, Paris Je t’aime…

Genere, provenienza e durata

Drammatico, Francia/Italia, 1963, 103’

Interpreti

B. Bardot, M. Piccoli, F. Lang, J. Palance…

Sceneggiatura, Fotografia e montaggio

A. Moravia, J-L Godard; R. Coutard; A. Guillemot

Musica

P. Piccioni, G. Delerue

 

Lo scrittore Paul Javal vive a Roma con la moglie Camille. Gli viene chiesto dal produttore americano Jerry Prokosch di riscrivere la sceneggiatura di un film ispirato all'Odissea la cui regia è stata affidata a Fritz Lang che Prokosch ritiene troppo intellettuale. Il produttore è attratto da Camille e Paul lascia che i due, nonostante la contrarietà di lei, possano rimanere da soli. Da questa situazione prende forma il disprezzo che Camille inizierà a provare per il marito. Jean-Luc Godard è reduce dal clamoroso insuccesso commerciale di Les Carabiniers quando accetta di girare questo che sarà uno dei film più mutilati (nella versione italiana) della storia del cinema.

Il soggetto nasce da un libro di Alberto Moravia nei cui confronti il regista rilasciò apprezzamenti contradditori che vanno dal totale interesse alla definizione "romanzo da leggere in treno". 

Già il casting fu contrastato. Godard voleva Kim Novak e Frank Sinatra mentre Ponti aveva in mente la coppia Loren-Mastroianni (che in quello stesso anno avrebbe dato prova di sé in Ieri,oggi, domani). L'accettazione da parte della Bardot mise d'accordo tutti anche se poi Godard definì lapidariamente il loro rapporto con la frase: "Io non l'interessavo, lei non m'interessava". 
Godard però può, grazie anche a un budget decisamente superiore a quelli a cui è abituato, al contempo accettare dei condizionamenti ed irriderli. A partire dal formato di ripresa: il cinemascope che non gli piace e del quale fa dire a Lang che si tratta di una tecnica di ripresa funzionale a riprendere solo serpenti e funerali.
 

Proprio grazie alla presenza di Fritz Lang può permettersi poi uno sdoppiamento in due personaggi che lo rappresentino sullo schermo. Il Maestro tedesco nel ruolo di se stesso può mostrare come un regista che ha diretto dei capolavori continui ad essere comunque alla mercé di produttori che nascondono la loro scarsa cultura dietro frasi rubate dai libri. Sull'altro versante c'è Michel Piccoli, con il suo cappello in testa anche in casa 'alla Godard', che nella lunghissima sequenza nell'appartamento in fase di sistemazione discute con la moglie utilizzando battute che il regista scriveva di giorno in giorno trasferendovi spesso i battibecchi che aveva con la moglie Anna Karina. 
Su tutto domina il 'farsi' di un film con la sua quotidianità, gli scontri, la materia informe che troverà un proprio senso compiuto solo in una fase successiva dovendo superare un'infinità di ostacoli. Godard riesce anche a spostare di senso la nudità della Bardot, pretesa da Ponti, con una sequenza che segue i titoli di testa recitati. La allora icona di bellezza BB chiede al proprio compagno sullo schermo di dichiararle l'attrattiva delle parti del suo corpo quasi avesse bisogno di una conferma. Ponti taglierà, tra le altre manomissioni, l'intera sequenza nella versione italiana in cui quasi nulla verrà risparmiato, a partire dalla colonna sonora musicale che dalla incombente drammaticità dell'originale di Georges Delerue si trasforma, grazie a Piero Piccioni, in una partitura allegra e movimentata.

 

Prossimo film: 7 marzo/9 marzo La ragazza senza nome di L & J.P. Dardenne

 

(scheda a cura di Flavio Acquati