Locandina italiana Chiamami col tuo nome

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 Ciclo: “Viviamo ed amiamo”

Chiamami col tuo nome   

 

Mercoledì     6 febbraio 2019

Venerdì        8 febbraio 2019                                                                      132’

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Regia

Luca Guadagnino (Palermo, 10 agosto 1971)

Filmografia

A bigger splash (2015), Io sono l’amore (2009), Melissa P. (2005), The protagonists (1999)

Genere

Drammatico, sentimentale

Interpreti

Timothée Chalamet (Elio Perlman); Armie Hammer (Oliver); Michael Stuhlbarg (Sig. Perlman); Amira Casar (Annella Perlman); Esther Garrel (Marzia)

Sceneggiatura

James Ivory

(ha ottenuto il premio Oscar 2018 per questa sceneggiatura non originale)

Fotografia

Sayombhu Mukdeeprom

Musica

Sufjan Stevens

Note di regia

Mi piace pensare che Chiamami col tuo nome chiuda una trilogia di film sul desiderio, con Io sono l'amore e A Bigger Splash. Mentre nei precedenti il desiderio spingeva al possesso, al rimpianto, al disprezzo, al bisogno di liberazione, in Chiamami col tuo nome abbiamo voluto esplorare l'idillio della giovinezza. Elio, Oliver e Marzia sono irretiti in quella splendida confusione che una volta Truman Capote ha descritto affermando ‘l'amore, non avendo una mappa, non conosce confini’.

Chiamami col tuo nome è anche il mio omaggio ai padri della mia vita: il mio vero padre e i miei padri cinematografici: Renoir, Rivette, Rohmer, Bertolucci...”  (Luca Guadagnino)

 

TRAMA

Estate 1983, nella campagna del nord Italia. Elio Perlman, un diciassettenne italoamericano di origine ebraica, vive con i genitori nella loro villa del XVII secolo. Un giorno li raggiunge Oliver, uno studente ventiquattrenne che sta lavorando al dottorato con il padre di Elio, docente universitario. Elio viene immediatamente attratto da questa presenza che si trasformerà in un rapporto che cambierà profondamente la vita del ragazzo.

 

RASSEGNA STAMPA

Luca Guadagnino, con la collaborazione di Walter Fasano e di James Ivory, si è ispirato al romanzo omonimo di André Aciman. Mentre il romanzo è ambientato sulla riviera ligure, la versione cinematografica è stata spostata negli anni 80 a Crema, dove Guadagnino risiede, non lontano da dove venne girato Novecento di Bernardo Bertolucci.  

Il regista ha raggiunto l'eccellenza nell'ambito del cinema italiano e internazionale nel far 'agire' gli spazi. Non solo la villa in cui i Perlman vivono, ma ogni singolo edificio, ogni portone, si potrebbe dire ogni muro dei luoghi che vengono attraversati dalla vicenda, acquisisce una sua ragion d'essere divenendone parte integrante. Perché è di una bellezza classica che qui si parla fin dai titoli di testa e, con il ritrovamento della statua nel lago, di una bellezza che non resta ancorata nella polvere della storia o dell'archeologia ma che si traduce, per l'adolescente Elio, in un corpo, in una persona. (MYmovies, Giancarlo Zappoli)

 

Non sono mai stato tra gli hater di Luca Guadagnino. Avevo trovato Io sono l'amore un bel film, e anche A Bigger Splash aveva dentro delle cose molto interessanti. Certo, lui ci mette del suo, con coraggio, a esporsi a tutta una serie di critiche: che riguardano, primariamente, lo sfoggiare esibito della sua cultura borghese di provenienza (peccato spesso imperdonabile, nel nostro paese), e alcune sue affettazioni stilistiche che risultano spesso stucchevoli. Come in tutti i film di Guadagnino, anche quello di Chiamami con il tuo nome è un mondo fatto esclusivamente di alta borghesia intellettuale: qui siamo all'interno di una famiglia franco-american-italiana, dove si parlano le lingue con disinvoltura, si studia la musica classica, si legge poesia, si parla di politica ed etimo dei termini, mentre la servitù prepara pranzi e cene e tutti passano il loro tempo mollemente adagiati nella lettura di quel classico o quel saggio. È il mondo idilliaco e un po' decadente, nel quale si muove un ragazzino adolescente e un po' viziato, dai modi francamente insopportabili - come quelli di tutti i 17enni del mondo, noi compresi -, vittima di turbamenti e passioni che ne fanno emergere le fragilità più profonde e malinconiche: come quelle di tutti i 17enni del mondo. Noi compresi. Le discussioni fasulle e ostentate (le liti a tavola su Craxi e il pentapartito, il rammarico per la morte di Buñuel e l'imbarbarimento della cultura) e gli ammiccamenti del regista (specie musicali, ma anche le punteggiature storiche con Beppe Grillo; e non mancano scene ai limiti del trash che vedono protagoniste una pesca e la masturbazione, sulle note di "Radio Varsavia" di Battiato) stanno lì apposta per infastidirti, pare. E spesso riescono nel loro intento. C'è però qualcosa, nel racconto della passione che nasce tra Elio e Oliver, nei patimenti del giovane, di talmente forte e universale da tenerti lì anche quando non vorresti, anche quando lo stridere tra quel cuore lì e il mondo fasullo che li circonda è quello delle unghie sulla lavagna. E c'è un monologo finale, un discorso fatto a Elio, affranto dal dolore per la partenza dall'amato, da un padre che fino a quel momento sembrava solo un po' un cretino, che vale da solo tutto il film, per toni e sincerità. (Comingsoon.it Federico Gironi)

 

Guadagnino è un autore che da sempre dà molta importanza al reparto visivo dei suoi film, e non a caso ha fatto il remake di Suspiria. Lo stile-sopra-la-sostanza dei suoi lavori non ha mancato di respingere in passato, attirando critiche per le evidenti velleità “d'autore” del regista. Non stupisce, dunque, che sia stato proprio un film come Chiamami col tuo nome a far cambiare idea a molti detrattori di Guadagnino, che si sono perdutamente innamorati di questa storia romantica Non solo, dunque, la derivazione letteraria ne fa per forza un'opera più di parola che immagini, ma la classica scrittura di Ivory infonde al tutto un maggiore calore, bilanciando l'arroganza autoriale di Guadagnino e portando il film a un perfetto equilibrio di dialoghi e immagini. Ne esce una commistione di cultura alta e popolare tanto sincera che, finalmente, l'intellettualismo spinto di Guadagnino non infastidisce, anzi si sposa bene al contesto. (Film.it Marco Triolo)

La musica del film

Oltre a una raccolta di brani di diversi musicisti moderni e classici come John Adams, Ryuichi Sakamoto, Satie, Ravel e Bach, per la colonna sonora il regista Luca Guadagnino si è rivolto anche a Sufjan Stevens, cantautore e musicista statunitense. Di lui il regista ha detto:

“Un artista di cui ho una grande ammirazione è Sufjan. La sua voce è fantastica e angelica, e i suoi testi sono così pungenti, profondi e pieni di dolore e di bellezza. La musica è insolente. Tutti questi elementi erano quelli che immaginavo per il film.”

Dopo aver letto il romanzo di André Aciman e parlato a lungo con Guadagnino, Stevens ha deciso di comporre ben due canzoni originali per il film: "Mystery of Love" (che accompagna il viaggio in pullman di Elio e Oliver verso la cascata) e "Visions of Gideon" (per i titoli di coda). A completare la colonna sonora del film sono state selezionati molti brani di musica pop italiana degli anni 80, l'epoca in cui è ambientato il film.

Le riprese del film

La lavorazione di Chiamami col tuo nome è durata 34 giorni. Il film è stato girato nella provincia di Cremona, principalmente a Crema, dove Guadagnino vive, e nei vicini comuni di Moscazzano e Pandino. Le riprese si sono svolte anche sul Lago di Garda e a Bergamo, così come in due piccoli paesi nelle immediate vicinanze di Crema, Montodine e Ripalta Cremasca. Alcune scene sono state girate alle Grotte di Catullo di Sirmione e a Corte Palasio, piccolo comune della provincia di Lodi.            

prossimo film: 20/22 febbraio:  IL COLORE NASCOSTO DELLE COSE

(scheda a cura di Carolina Papi)