Locandina italiana Il diritto di contare

 

 clicka QUI per le schede dei film precedenti

 

Cinema a Stelle e Strisce

Il diritto di contare

Mercoledì  21.03.2018

Venerdì       23.03.2018

PARTECIPA  AL ‘FORUM DEL CINEFORUM’ !!!

www.ccorione.it –fai click sulla freccia, poi su ‘Cineforum’ e quindi sulla costellazione

 

Regia

Theodore Melfi

Filmografia

È il primo lungometraggio dopo numerosi corti e e attività come produttore

Genere

Drammatico – da una storia vera

Interpreti

Taraji P.Henson, Octavia Spencer, Janelle Monàe, Kevin Costner

Fotografia / montaggio

Mandy Walker / Peter Teschner

Musica

Pharrel Williams

.

TRAMA

 

Nel 1961 la matematica afroamericana Katherine Johnson, insieme alle sue colleghe Dorothy Vaughan, supervisore non ufficiale, e l'aspirante ingegnere Mary Jackson, lavora come calcolatrice per la NASA al Langley Research Center di Hampton. A seguito del lancio dei satelliti russi e del primo volo spaziale umano eseguito da Jurij Gagarin, il programma spaziale americano si sente forzato ad accelerare la corsa allo spazio e a lanciare al più presto l'astronauta John Glenn. Vivian Mitchell, il supervisore bianco di Katherine, la trasferisce allo Space Task Group per assistere la squadra di Al Harrison con le sue capacità nell'ambito matematico e di geometria analitica. è la prima donna di colore che lavora nel gruppo e……

RASSEGNA STAMPA

Il diritto di contare narra la storia straordinaria di un team di matematiche afro-americane della NASA che hanno contribuito alla vittoria americana nella corsa allo spazio contro i rivali dell’Unione Sovietica e, al tempo stesso, hanno dato una vigorosa accelerata al riconoscimento della parità di diritti e opportunità. Tutti conoscono le missioni Apollo. Molti sanno i nomi dei coraggiosi astronauti che hanno compiuto quei primi passi nello spazio: John Glenn, Alan Shepard e Neil Armstrong. Tuttavia, sorprendentemente, i nomi di Katherine G. Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson non vengono insegnati a scuola né sono noti alla maggior parte delle persone, sebbene la loro energia e audacia, unite al ruolo fondamentale di ingegnosi “computer umani”, siano stati indispensabili alla NASA per realizzare i progressi che hanno reso possibile il volo dell’uomo nello spazio. Finalmente la storia di queste tre donne visionarie, che hanno superato le barriere professionali, razziali e di genere per contribuire in prima persona ai pionieristici viaggi nel cosmo, arriva sul grande schermo. Al di là delle gioie e dei trionfi che celebra, Il diritto di contare è ambientato in un’epoca che ha segnato un punto di svolta nelle più accese battaglie della storia americana: il progresso nella lotta per i diritti civili; il predominio nella Guerra Fredda senza arrivare al conflitto nucleare; il successo come prima superpotenza a portare l’uomo al di fuori del pianeta; la dimostrazione che, né la posizione sociale, né il genere incidono sulle straordinarie scoperte tecnologiche che hanno aperto la strada al futuro. “Questa storia ha luogo quando entrano in collisione la Guerra Fredda, la corsa allo spazio, le leggi di segregazione Jim Crow negli stati del sud e il nascente movimento per i diritti civili. È un contesto complesso in cui prende forma una storia ricca e straordinaria di cui poche persone sono a conoscenza”, spiega Melfi. Non può che commuovere il fatto che Katherine G.Johnson, ormai ultranovantenne, si sorprenda per la crescente attrazione per le attività svolte da lei e dalle sue colleghe perché, afferma la donna, lei ha solo fatto del suo meglio per il lavoro, per la famiglia e per la comunità, come avrebbe fatto chiunque altro. “Io trovavo una soluzione ai problemi che andavano risolti”, ella dichiara con la modestia che la contraddistingue. Quanto a un consiglio alle persone che devono affrontare le sfide nel mondo attuale, ecco le parole della Johnson: “Attenetevi al problema. Qualunque esso sia, c’è sempre una soluzione. Una donna può risolverlo e anche un uomo può farlo... se gli concedete più tempo.”

(dal Pressbook)

: “Non è certo un’opera nata con ambizioni autoriali, né si avvicina a un cinema che potremmo definire di prestigio o in grado di sfidare il tempo che passa, però è un film molto ben costruito, con un trio di attrici in gran forma e che ha il pregio di intrattenere, in maniera convenzionale ed efficace, raccontando una storia appassionante. (…) Il film mostra quanto gli episodi di discriminazione fossero ordinari all’epoca e mette in scena esempi di vessazioni e ingiustizia con tono sobrio (…) Sono situazioni spesso esorcizzate da altre scene in cui a farla da padrone è invece la leggerezza: in questo modo il ritmo si mantiene frizzante e la visione del film, in qualche modo, spensierata. Il diritto di contare punta, infatti, a essere un prodotto d’intrattenimento anche se è evidente che la storia raccontata costituisca uno spunto di riflessione su argomenti molto seri. Il film trabocca di contenuti virtuosi e politicamente corretti, alcuni di promettente utilità come l’idea che l’accettazione e l’integrazione passino anche attraverso l’apprezzamento delle qualità e abilità della persona. Il problema è che sono serviti con una buona dose di retorica, sebbene spesso dissimulata a dovere con briose virate, mediante un uso sapiente ora della colonna sonora, ora del montaggio.”

(Marzia Gandolfi, da mymovies.it, 26 gennaio 2017)

Hidden Figures è basato su avvenimenti reali, che prima il libro di Margot Lee Shetterly e poi il film di Theodore Melfi (più produttore, ma con la regia di un altro fortunato lungometraggio, St. Vincent, alle spalle) trasfigurano in una sorta di romance con morale, dall’assurdità amara della discriminazione (anche sessuale) e della segregazione (sono gli anni con i posti nei bus separati, con i cessi a parte per quelli di colore, così come le scuole) all’uguaglianza. (…) Ma se il lato, diremmo così, sentimentale-sociale appare piuttosto scontato e zuccherato (va detto che impazza quasi una moda cinematografica, quelli dei film di denuncia del razzismo passato, che suona da una parte risarcimento dovuto dall’altra lavaggioautolavaggio della coscienza e che funziona particolarmente in sede di riconoscimenti, vedi qui le 3 nomination agli Oscar e le 2 ai Golden Globe), il lato delle fatiche della scienza per la conquista dello spazio è invece molto appassionante e il volo di Glenn, anche se sappiamo come andrà a finire, si segue con una certa palpitazione e tifo.”

(Massimo Lastrucci, da Ciak, 08 marzo 2017)

Hidden Figures risulta, a schermo acceso, uno di quei film che ti fanno riempire bene la serata. Per merito di tutti gli addetti: dalla regia (con annessa sceneggiatura) agli attori (Octavia Spencer, ma anche incredibilmente Kirsten Dunst) alla struggente colonna sonora. Theodore Melfi per noi era fin d’ora nessuno, ma siamo sicuri che volerà alto. Perché è un gran ruffiano. Prende personaggi di mezzo secolo fa (incredibile che siano esistiti) e ce le fa sembrare le ragazze della porta accanto.”

(Giorgio Carbone, da Libero, 9 marzo 2017)

“Film tradizionale, didascalico, interessante perché apre una pagina di storia non nota, il film anche se pare ogni tanto un dejà vu (...) nella lotta al razzismo, vale nel racconto della vita di tutti i giorni, il genio che sfida l’idiozia. Tre grandi attrici compagne ci rendono ogni sfumatura vicina, Taraji P. Henson, Janelle Monae, Octavia Spencer.”

(Maurizio Porro, da Corriere della Sera, 9 marzo 2017)                                   (scheda a cura di marco massara)