ORION MOVIES
CENTRO FRANCESCANO ARTISTICO ROSETUM
via Pisanello 1
20146 - MILANO
GLI ANIMATORI COMMENTANO
THE POST
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commenti dei film precedenti
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flavio acquati |
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giulio acquati |
The Post appare ad una prima e fugace visione come un film classico nella forma, ben strutturato e curato in tutti i suoi dettagli. In realtà il film di Spielberg, visto più volte e con maggiore attenzione, rivela, ancora una volta, la grandissima abilità del regista americano nel raccontare una storia complessa, ricca di sfaccettature, in una maniera chiara e semplice, in grado di arrivare ad un qualsiasi genere di pubblico. Quest’operazione è possibile solo grazie ad un linguaggio universale, quello del cinema. The Post infatti pur essendo un film privo di azione, ricco di dialoghi e di ragionamento e riflessione, riesce a non annoiare mai lo spettatore, grazie ad un ottimo ritmo, ad un’attenzione e uno studio minuzioso dei movimenti di macchina, delle singole inquadrature e del montaggio, gli elementi fondamentali del cinema. |
marco massara |
Troppo banale dire :”E’la
stampa, bellezza!”. Perché in effetti c’è molto di
più; “The post” infatti, ed è una cosa che apprezzo molto, è un film capace di
‘cambiare pelle’ progressivamente mentre si sviluppa. Sicuramente è un
‘press-hero movie, ma sa essere un po’ spy-movie e addirittura diventare
addirittura un dinasty-movie quando tocca le corde dell’orgoglio della famiglia
da generazioni proprietaria del ‘Washington Post’. Chi ama il cinema ha sempre un
po’ di pregiudizio verso le ‘storie vere’: si sa come va a finire, ma in certi
casi, come questo, diventa interessante vedere COME (nel
senso di ‘in che modo’) va a finire. “The post” dosa con equilibrio, speranze,
tentennamenti e frustrazioni, spinge lo spettatore ‘fare il tifo’ per i
protagonisti al punto da fargli perdonare lo scontato sberleffo finale
dell’inquadratura del Watergate Hotel, dopo che la silhouette di Nixon ha
appena detto “nessun giornalista del Washington post” entrerà più alla Casa
Bianca” (!). Tom Hanks (si fa quasi fatica a
riconoscerlo con una inedita acconciatura) mostra una quasi altrettanto inedita
fisicità di gesto, mentre la Streep, a cui viene costruita una scena (quella
della lettera) ad hoc in cui mostra tutta la sua recitazione’ oltre le parole’,
è semplicemente perfetta nella parte. Fa un certo effetto rivedere
l’ambiente originale dove è stato girato ‘Tutti gli uomini del presidente’ e fa
piacere ritrovare le macchine da scrivere anziché i computer e, al posto degli
invasivi ed invadenti cellulari, un bel telefono nero con cui Hanks dà
l’ordine di far partire le rotative. Un film bellissimo e necessario. |
matteo mazza | |
carolina papi |
Il film di Spielberg, con la Streep e Hanks, è un classico monumento
autocelebrativo della nazione che si ritiene la più democratica del mondo! La
regia è impeccabile, gli interpreti eccellenti, ma non posso dire di esserne
rimasta particolarmente colpita o entusiasta! Ammettiamo pure che quando
l’esaltazione dei valori a stelle e strisce raggiunge un certo livello di
guardia io, ormai, faccio fatica a sopportarlo! Io proporrei di riunire questo
tipo di film in un sotto genere cinematografico, quello degli “American Pride
Movies!”, in cui anche le vicende interne più riprovevoli vengono narrate in
modo da dare sempre maggior lustro agli USA! Le forze del male sconfitte da
quelle del bene, grazie agli eroici protagonisti! La storia che ci raccontano è
pur sempre quella, in tante salse diverse... Come ho già detto, ho trovato accettabile la retorica dell’”Ora più buia” perché giustificata dalla portata storica della figura di Churchill, ma qui, in “The Post”, mi è sembrata così smisurata da compromettere la credibilità stessa del film! Peccato! |
giulio papi |
Film interessante, ma che richiede molta attenzione da parte dello spettatore. È
un intreccio di politica ed economia, uno scontro tra il potere e
l’informazione. Il “Washington Post” rischia di fallire se pubblica una notizia
che mette il governo in cattiva luce sulla condotta seguita nella guerra in
Vietnam. Con grande coraggio la padrona del giornale sceglie la via più
rischiosa. L’amministrazione Nixon fa di tutto per piegare il giornale a seguire
i suoi interessi, ma la libertà di stampa finisce per trionfare! Film che esalta
la costituzione liberale americana, ma che evidenzia, allo stesso tempo, le
difficoltà che essa incontra per essere applicata. |