ORION MOVIES
CENTRO FRANCESCANO ARTISTICO ROSETUM
via Pisanello 1
20146 - MILANO
GLI ANIMATORI COMMENTANO
LETTERE DA BERLINO
fai click qui per visualizzare i
commenti dei film precedenti
|
flavio acquati |
|
giulio acquati |
Un film classico nella forma, e nel linguaggio, con un ritmo serrato ed una
narrazione lineare, costruito in funzione di mettere al centro la storia
raccontata, senza strafare i aggiungere grandi tecnicismi o innovazioni. Riesce
a raggiungere un pubblico vasto, coinvolgendolo grazie alla bella prova
attoriale dei due protagonisti. |
marco massara |
Sono pochi i film che raccontano episodi della resistenza
interna al nazismo. Rispetto al per molti versi affine “La rosa bianca” del
2005 “Lettere (?) da Berlino” ha il
pregio di una grande compattezza e solidità dello sviluppo narrativo,
caratterizzato da uno stile asciutto che poche volte fa qualche perdonabile
concessione al registro melodrammatico. Caratterizzato da una eccellente ricostruzione
storico-ambientale sfrutta al meglio le grandi doti degli attori che incarnano
i due coniugi: Brendan Gleeson adatta
la pesantezza della sua corporatura al
peso del dolore di Otto Quangel ed alla solidità della sua presa di posizione, mentre Emma Thompson
riesce mirabilmente a recitare più con il solo silenzio che con le parole. Un film austero che cerca di far luce su un aspetto della
storia della seconda guerra mondiale su cui si è sempre preferito calare un
immotivato silenzio |
matteo mazza | |
carolina papi |
In “Lettere da Berlino” il dissenso al nazismo, tra il 1940-42 circa, si esprime
attraverso 285 cartoline abbandonate, provocatoriamente, in luoghi pubblici
della città. 267 verranno riconsegnate alle autorità da cittadini delatori, ma
di 18 non si saprà più nulla...la speranza è che diventino semi fecondi per il
risveglio delle coscienze ottenebrate dalla propaganda di regime! Gli autori
sono dei coniugi distrutti dalla morte del figlio in guerra...La loro idea è
quella di provare a mettere “della sabbia” negli ingranaggi del “motore”
nazista...Il loro può sembrare uno sforzo irrisorio, ma ogni piccolo atto ha un
suo valore, così come ogni singola vita è importante (ce lo dice il
protagonista...)! Film intenso, scarno ed asciutto, ben recitato e realizzato con cura. Non indulge nella rappresentazione del dolore: con pochi tratti riesce a suggerirci l’orrore e la tensione della situazione. Tratto dal romanzo di Hans Fallada, “Ognuno muore solo”, mi ha stimolata a scoprire lo stile di questo autore, definito all’epoca come lo scrittore della “nuova oggettività”. Se vi va, provate a leggere l’inizio del romanzo per confrontarlo con il film di Perez (vi metto qui sotto il link che, grazie all’editore Sellerio, vi permette di accedere ad un’anteprima dell’opera). La semplice ed immediata scrittura di Fallada sembra già la sceneggiatura stessa del film..! (Carolina Papi) https://books.google.com/books/about/Ognuno_muore_solo.html?hl=it&id=x-7bCgAAQBAJ |
giulio papi |
Germania: l’euforia dei discorsi e delle sfilate è finita. Ora si fa sul
serio!... Tra i primi a morire è il figlio di una coppia di tedeschi scettici, che non credono nella propaganda nazista. Decidono di compiere un’azione molto rischiosa: informare la gente dell’inganno in cui sono stati tratti dalle ottimistiche informazioni ufficiali. È un’operazione disperata che non può che finire male. Individuati dalla Gestapo, vengono processati e condannati a morte. Il film termina con la loro decapitazione. Tra gli orrori accaduti in quegli anni, in cui milioni di persone hanno perso la vita, la morte di due poveretti può apparire poca cosa! Invece è molto significativa perché fa capire al mondo che, di fronte al male assoluto, c’è sempre qualche oppositore che ha il coraggio di resistere, al prezzo della propria vita! |