ORION    MOVIES

CENTRO FRANCESCANO ARTISTICO ROSETUM

via Pisanello 1

20146 - MILANO

GLI  ANIMATORI COMMENTANO

HOTEL GAGARIN

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cineforum 2018-2019

 

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i commenti del pubblico

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flavio acquati


giulio acquati


marco massara                  

Il (buon) cinema migliora le persone e ‘Hotel Gagarin’ ne è la prova provata. Dopo averci mostrato il lato peggiore del farsi di certo nostro cinema, il film cambia pelle e lascia lo spazio alla illustrazione della bellissima dinamica di gruppo che si instaura su ogni set, dal più piccolo a quello delle grandi produzioni. Simone Spada ha fatto tanta (buona) gavetta e qui ce ne dà un distillato; si è parlato di coraggio ed in effetti per gestire un cast così notevole ce ne vuole, ma il bello è far vedere che in ogni persona c’è un sogno per il quale  il (buon) cinema è una possibilità di realizzazione. Bravo !

matteo mazza

carolina papi

Un bel film che rende omaggio al cinema, inteso come grande contenitore di sogni, capace di produrre consolazione ed evasione, di cui tutti, bene o male, abbiamo tanto bisogno! Naturalmente, per godere di questo tipo di film, occorre ricorrere alla sospensione dell’incredulità e lasciarsi prendere, un po’ infantilmente, dalla “magia” delle fiabe! Ma, talvolta, è anche bello dedicarsi a questo tipo di cinema che, se fatto bene, (come in questo caso), non è banale o superficiale! In un cineforum, che vuole proporre cinema di qualità, si può dunque anche essere magnanimi e rispondere così al grido: “Pietà!” che qualcuno del pubblico (come gli studenti o gli interlocutori del personaggio del professore interpretato da Battiston) ogni tanto ci rivolge perché “appesantito” da alcuni dei film in programma (tuttavia irrinunciabili dato il loro alto valore artistico!)

giulio papi

Film al limite del surreale, con atmosfere evanescenti che sottolineano la solitudine del luogo in cui finisce un gruppo eterogeneo di persone, ingaggiate al solo scopo di ottenere un finanziamento per girare un film! Tra loro c’è anche una prostituta che dovrà fare la protagonista, un fotografo che si droga, un professore alla ricerca delle sue origini armene. L’hotel Gagarin, dove sono ospitati, finisce per diventare la loro prigione dorata, sorvegliata dai militari. La forzata convivenza genera dei totali cambiamenti nelle loro vite. Dalla liberazione della prostituta (decisa a rimanere in Armenia per correre a cavallo negli spazi sconfinati), allo “scioglimento” affettivo dell’algida capo-gruppo (che cede alle avances del giovane fotografo), alla scelta del tecnico di scena (Amendola) che si fermerà sul luogo, attratto dalle grazie della dolce cameriera dell’albergo!