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Perfetti sconosciuti

 

da domenica 9 a venerdì 14 ottobre 2016

 

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PERFETTI SCONOSCIUTI

REGIA DI A. PAOLO VERONESE

 

 

Miglior film e migliore sceneggiatura ai David di Donatello, Nastro d’Argento 2016 e Globo d’Oro come migliore commedia. Questi sono solo alcuni dei premi che Genovese ha portato a casa  con perfetti Sconosciuti. Oltre ad un successo strepitoso al botteghino. Complice un cast stellare. “Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell'archivio nella nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Un film al centro del quale c’è un inconsapevole ed inaspettato gioco al massacro. E la parola gioco è forse la più importante di tutte, perché è proprio l'utilizzo "ludico" dei nuovi "facilitatori di comunicazione" - chat, whatsapp, mail, sms, selfie, app, t9, skype, social - a svelarne la natura più pericolosa: la superficialità con cui (quasi) tutti affidano i propri segreti alla tecnologia. Racconta il regista nel Pressbook: “Già da qualche anno avevo in testa l'ipotesi di una storia sulla vita segreta delle persone, ma non sapevo bene come raccontarla. Mi aveva molto colpito una frase di  Gabriel  Garcia Marquez.  Diceva che “ognuno di noi ha  una  vita  pubblica,  una  privata  e  una  segreta” (....) Oggi la vita segreta di tutti  noi  passa,  inevitabilmente,  attraverso  i  nostri  cellulari.  Lo smartphone  è  diventato  un  oggetto  fondamentale,  forse  l’unico  che  portiamo  sempre  con noi,  è  diventato  -  come  diciamo  nel  film  -  la  nostra  ‘scatola  nera’ (...)La storia è venuta fuori di getto, il terreno era fertile e le idee arrivavano in abbondanza. Perfetti sconosciuti è un film dove tutto è il contrario di tutto, dove ognuno può raccontare la  sua  esperienza,  può  issare  dei  confini  tra  cose  giuste  e  sbagliate,  corrette  e  scorrette, disdicevoli  o  no,  parlando  di  vite  segrete,  di  quello  che  non  possiamo  o  non  vogliamo raccontare.”.  

roberta braccio

domenica pomeriggio

Perfetti sconosciuti è una bella commedia, in cui gli attori si fanno guardare, la sceneggiatura impenna ad ogni passo e il finale è rotondo. Si merita davvero il notevole successo di premi e botteghino perché  ha quella maturità che lascia riflessioni e pensieri sulle vicende. Peraltro, il sempre bravissimo Battiston che per quasi mezza parte del film recita immobile, senza dire una parola, guardando i commensali, meriterebbe da solo tutti i premi che il film si è portato a casa. Nonostante il tema difficile,  e nonostante i toni a volte si facciano molto violenti, il tono del film riesce a mantenersi equilibrato: se i dialoghi si fanno troppo cinici, si stempera in una battuta riuscita; se  le vicende si fanno surreali, si guarda l’eclissi.

A voler proprio trovare un difetto, il regista sa che ha per le mani un gran buon prodotto e non lesina a sottolinearne il suo essere un po’ “piacione”, ma va bene così…. D’altronde siamo all’inizio della rassegna!

giulio martini

domenica sera

nuova versione romanesca di un "Carnage"  tutto sesso, bugie e cellulare - ma l'argomento è decisamente unico, monocorde e monotono -  in cui ognuno eclissa la propria identità e il sofferto l'esistenzialismo anni '50  di Antonioni  frana  al limite del pecoreccio anni 2000.  Eppure gli sceneggiatori sembrano colpire nel segno, almeno rispetto ad un sentire comune nazionale, oggi angosciato da temi come gli infiniti tradimenti possibili, l'immensa voragine dei segreti inconfessabili,la totale falsità nei rapporti amicali, qui svelati da un  casalingo  "reality alla smartphone".  Quanto durerà - nel tempo - quest'emozione devastante che ha decretato il successo  del film ?  La regia di agile e accorta nel muovere la situazione teatrale, in modo da  darle respiro  con i siparietti iniziali e finali, ma non fa nulla di più.  E non mi sembra  sufficientemente esplicita nel  marcare il possibile  dubbio se la  psicoanalisi di gruppo si è verificata davvero o se è  stata  una semplice ipotesi di lavoro della padrona di casa. Un tocco di accentuazione in più avrebbe arricchito di bei retrogusti le troppe scene da  "Angelo sterminatore"  della serata.

angelo sabbadini

martedì sera

Mai accettare un invito a cena!!! Il cinema contemporaneo ci ha diffusamente illustrato come la convivialità si sia trasformata ormai in un feroce rito al massacro che non risparmia neanche i gruppi amicali più consolidati e coesi. Paolo Genovese fiutata l’aria ci propone una italica variazione sul tema, genialmente innescata da una felice trovata di sceneggiatura che gli attori assecondano con un ispirato gioco di squadra.

carlo caspani

mercoledì sera

Genovese firma una commedia dalla sceneggiatura a orologeria, con una trovata originale (i telefonini scatole nere della nostra vita) e una situazione non nuova ma funzionale (la cena tra amici) Cast variegato e in forma, un crescendo dal comico al drammatico e un finale francamente deludente: passata l'eclissi tutto torna normale, solo uno scherzo o una fantasia, nonostante gli orecchini...come se al regista sul rettilineo finale fosse mancato il coraggio e avesse alzato il piede dall'acceleratore. Ma forse, vedendo i risultati di botteghino e sentendo il pubblico che ride in sala anche nei passaggi più drammatici, ha ragione lui.

rolando longobardi

giovedì sera
 

Potrebbe essere definito come un esperimento sociale quello messo in campo (cinematografico) da Genovese. Come tutti gli esperimenti il momento importante per capire la validità è quello della verifica. La verifica ha lo scopo di capire se si ha appreso la lezione, ma sopratutto mette in campo la capacità critica. Genovese lascia, sul finale, che la verifica sia solo nostra. A noi spetta tirare le somme di quello che abbiamo compreso sul "ruotare" (e la macchina da presa di Genovese, non disdegna la rotazione) delle relazioni. L'eclisse (o l'ellisse cinematografica), in questo senso, è una fuga per i personaggi, ma non per noi. Un film eccessivo; un concentrato di situazioni che non mettono in salvo nessuno. Sembra che il cellulare non sia adatto alle buone notizie, al limite, avvisi e aggiornamenti. Il problema vero non è nella SIM, ma nel sottobosco. Esso crea le condizioni affinché il messaggio possa trovare spazio. Ecco ciò che, perfettamente, resta sconosciuto. La realtà non si nasconde dietro l'altra faccia della luna.
giorgio brambilla

venerdì sera

Con Perfetti sconosciuti Genovese guarda impietosamente dentro i nostri cellulari e le nostre vite, mostrando quanta menzogna ci sia nell’era della comunicazione. Unisce sapientemente commedia e dramma, e illustra come si può pensare di conoscere delle persone delle quali si è stati “amici” per anni, anche se in effetti ognuno nasconde il proprio vero io a tutti, quasi anche a se stesso. Il film diverte e colpisce, anche se forse esagera un po’ nell’accumulare una meschinità dietro l’altra man mano che i minuti passano. Comunque è ricco di trovate, a partire da quel finale messo lì per interpellarci: sembrava una tragedia prima, quando tutto ciò che era nascosto è emerso e alcune vite sono andate in pezzi, ma non sarebbe forse peggio se non si sapesse nulla e si continuasse a vivere in un gigantesco equivoco, godendo di un’apparenza di felicità fondata solo su reciproci inganni? Un ultimo colpo ben assestato allo spettatore, che esce stordito dalla sala cinematografica e, sanamente, un po’ più in crisi di quando vi era entrato  

   

 

 

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