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Non così vicino

 

da domenica 29 a venerdì 3 novembre 2023

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NON  COSI'  VICINO

REGIA DI MARC FORSTER

 

“Tutti si meriterebbero un vicino come Otto Anderson: ruvido in superficie, ma generoso nell’animo. (…) Il progetto prende le mosse dal romanzo di successo L’uomo che metteva in ordine il mondo (2012) dello svedese Fredrik Backman, portato già sullo schermo con il film Mr. Ove (2015), che ha incassato due nomination agli Oscar nel 2017. Hanks si è innamorato del soggetto e ha messo in piedi il remake a stelle e strisce. Non si tratta però di una mera operazione commerciale: è una riflessione di senso che rimette al centro i valori della prossimità e solidarietà. … Qua e là si registra qualche scivolata nel sentimentalismo zuccheroso, ma nell’insieme Non così vicino è un film che fa assolutamente bene, che va dritto al cuore. Merita di essere visto perché con ironia e dolcezza affronta temi di stringente attualità: il senso di solitudine in una società mediaticamente rumorosa e caotica; l’importanza della riscoperta dell’altro, di quella prossimità solidale che è andata sbiadendo sempre più. (…) Il regista Forster ricorre a quella cifra narrativa dolce e avvolgente già vista nei suoi precedenti Neverland (2004) e Ritorno al Bosco dei 100 Acri (2018), lasciando a Tom Hanks il compito di diffondere nella storia una gamma di sfumature comico-drammatiche, che oltre a caratterizzare Otto imprimono dinamica e ritmo al racconto.”

da cnvf.it

 

 

Giulio Martini

(domenica pomeriggio

 

Scaltro adattamento per divo il americano e per suo figlio - assai meno convincente - della simpaticissima storia svedese di un vecchio scorbutico ( udite ,udite questo termine deriva  proprio dallo svedese ... ! ).

Bisognerebbe non aver visto l'originale per apprezzare in se' le modulazioni dei vari temi e non farsi condizionare nel confronto. 

Ne esce un remake godibile per americani doc  e simpatizzanti di Hollywood, che i distributori italiani non hanno voluto intitolare " farsi prossimo " forse per non essere considerati clericali, ma che gronda di spirito caritatevole valido per tutti i meridiani.

 

 

 

Angelo Sabbadini

(lunedì sera)

Di bisbetici è piena la storia del cinema e appena ne vediamo uno in veste di protagonista sappiamo che prima o poi sarà domato. È così anche per il personaggio di Otto Ove, uscito dalla nordica penna di Friedrik Backman, e portato sullo schermo nel 2015 dal regista svedese Hannes Holm. Ora impunemente Marc Forster, su commissione di Tom Hanks, tenta la carta del remake e ci fa rivivere il percorso esistenziale del burbero misantropo in salsa yankee. Ma il trapianto non funziona: prevale uno stucchevole sapore zuccheroso e sentimentale che non giova affatto alla vicenda. Ne funziona la carta del rinnovo generazionale perché Truman Hanks nella parte del giovane Otto è poco più di uno stoccafisso.

 

Carlo Caspani

(mercoledì sera)

Innamorato del soggetto di Mr. Ove, film svedese del 2015, Tom Hanks propone questa versione USA diretta dal regista multigeneri Marc Forster, dove il protagonista Otto Anderson è interpretato da Hanks e da suo figlio Truman per i flashback giovanili. Il burbero neopensionato Otto vigila sulle futili violazioni del regolamento condominiale, pianifica un suicidio sempre destinato al fallimento stile Vilcoyote, viene coinvolto dal turbine vitale e pazzo dei nuovi vicini con bambini e un po' alla volta si scioglie, come la neve di un inverno un po' incongruo, e tra ricordi della moglie morta e una nuova battaglia contro una immobiliare ingorda finisce col meritarsi il titolo di abuelo onorario (nonno per i non ispanici). Poi muore, ma solo perché ha un cuore grosso così. Film per famiglie a superlieto fine, appena marezzato dalla tragicità nascosta di un solitario privato dell'unico amore della sua vita: ma sono solo accenni, per non disturbare troppo un remake che  conferma il detto anglosassone "You can't improve on the original", non nsi può migliorare l'originale.

 

Rolando Longobardi

(venerdì sera)

Remake di mr.Ove, questo film di Forster mantiene dell'originale, la capacità di coinvolgere lo spettatore nella ricostruzione caratteriale del protagonista. La scrittura ci spinge sin da subito a simpatizzare, non capiamo perché, con il protagonista, un bravo Tom Hanks anziano coadiuvato dal figlio minore Truman Hanks nella parte del protagonista da giovane. Nulla di diverso dal film del 2015 se non fosse per le dinamiche sociali e speculazione edilizia, tipica del mondo Usa. Bella invece la ricostruzione della storia per flashback: anche la fotografia aiuta a ricordare e il montaggio è molto appropriato allo scopo.

Marco Massara

(olly)

Sarà la mia fortissima simpatia verso gli Svedesi coni quali ho avuto ottimi rapporti professionali ed una potente educazione cinematografica, ma nel confronto tra il Mr Owe scandinavo ed il Bob americano non c’è partita. Al “vicino” manca l’ironia (anche Bergman era ironico e a volte solare, vedi “Donne in attesa”) e la capacità di gestire il racconto in modo diretto e capace di tenere ben agganciato lo spettatore. Invece nel film americano ironia zero, prevedibilità 98% (ok, è un remake) e troppi argomenti (la vicina non Wasp, il ragazzo transgender) che appesantiscono la narrazione e che naturalmente – american Style) vengono tutti risolti e spiegati fino all’ultimo.