Titolo

Il corsetto dell'imperatrice

 

da domenica 8 a venerdì 13 ottobre 2023

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IL CORSETTO DELL'IMPERATRICE

REGIA DI  MARIE KREUTZER

 

 

“Elisabetta di Baviera (1837-1898), nota come Sissi quando divenne l’Imperatrice d’Austria, fu per la propria epoca una grande icona, preconizzando in qualche misura il feticismo legato all’immagine dei divi che scaturirà con l’invenzione del cinema. (…) Di Sissi, del resto, il cinema inizierà a nutrirsi ben presto, fin dalle prime pellicole tedesche a lei dedicate negli anni ’20, per poi metterne a punto negli anni ’50 l’immagine radiosa e melodrammatica a un tempo con la trilogia interpretata da Romy Schneider. L’attrice, poi, rivestirà – quasi ironicamente – di nuovo i panni di Elisabetta in Ludwig (1972) di Luchino Visconti, racconto incentrato sul di lei cugino, e che la vede non più giovane e raggiante, bensì donna adulta, cinica, insofferente.

Certamente più prossima a questa incarnazione, Elisabetta (Vicky Krieps) ne Il corsetto dell’Imperatrice non è più l’innocente bellezza che ha incantato l’Impero asburgico, soggetto di innumerevoli dipinti che ne hanno sottolineato la figura perfetta. Nel film di Kreutzer, ambientato tra la fine del 1877 e quella del 1878, la donna spegne 40 candeline e la sfida per restare magra come una ventenne inizia a starle stretta come quel corsetto (il titolo originale del film è, molto più nettamente, Corsage ossia “corsetto”) che deve annodare sempre di più per continuare ad aderire all’immagine che tutti, lei stessa inclusa, hanno sempre adorato. Gli sforzi implicati in questa lotta con il tempo sono innumerevoli e passano dall’anoressia, all’astenia sessuale, all’insonnia curata con un nuovo preparato (l’eroina), fomentando un forte e consapevole narcisismo e un insidioso istinto di morte. (…) A livello stilistico la rivisitazione di Elisabetta portata in scena dalla regista si intreccia un po’ con l’avvicinamento “pop” della regnante Maria Antonietta nell’omonimo film di Sofia Coppola. (…) Nella prima parte del film, più ieratica e levigata, i conflitti sono messi sul tavolo grazie a uno svolgimento abbastanza prevedibile nella scrittura. È nella seconda parte che Il corsetto dell’Imperatrice prende più quota (…) In un film interessante ma che non spicca per originalità, i punti di forza maggiori sono i personaggi e le loro relazioni piene di chiaroscuri (…) Ma è nel ritratto della protagonista che è narcisista, manipolatrice, incapace di amare, ma al tempo stesso provvista di empatia e desiderosa di non essere schiacciata dalla propria parte scenica, che il film si risolve intimamente, costruendo un personaggio stratificato e restituito perfettamente dalla magnifica Vicky Krieps, attrice eccellente dalla carriera sempre più invidiabile.”

Elisa Battistini da Quinlan.it      

 

 

 

 

Giulio Martini

(domenica pomeriggio

Sfacciato capovolgimento  della "immagine pubblica e/o  turistica" di Sissi, fin troppo usata da Ceccobeppe come elegante e comodo paravento delle sue infelici imprese imperiali.

Non un'elegantissima zuccherosa fatina, tutta walzer e sorrisi, ma un'atleta dal volto mesto e dolce , che preferisce il bustino della scherma al corsetto della moda, il viaggio notturno e le galoppate pericolose alla muffa ricamata dei Palazzi, le urla del manicomio al chiacchiericcio della Corte.

Con volute forzature cronologiche ( Louis le Prince già' con la pellicola, l'eroina già  riscoperta dai medici, i tatuaggi ...)

ed insistite metafore acquatiche purificanti  e liberatorie  ( le vasche da bagno ,la danza moderna nel lago, il tuffo da un Impero/ Titanic vicino allo schianto finale ...) la regista austriaca deterge  a fondo una diva/ mito nazionale per donarle un affettuoso e genuino alone pre-femminista.

Perche' Sissi  - ci dice - autentica  donna/ copertina fu la prima vittima, ma  cosciente, del glamour al servizio della politica.

 

 

 

Angelo Sabbadini

(lunedì sera)

L'imperatricedi Netflix e ora Il corsetto dell'imperatrice smontano pezzo per pezzo la Sissi zuccherosa di Romy Schneider. Azzeccata dunque la mossa di riaprire il Cineclub con il film della brava Maria Kreutzer e divertenti le boccacce al pubblico del Bazin di Sua Maestà Elisabetta d'Austria.

 

 

 

Carlo Caspani

(mercoledìsera)

 

Esordio fiammeggiante della nuova stagione con l'austriaca Marie Kreutzer che rivisita la figura-santino della principessa Sissi, Elisabetta imperatrice d'Austria Ungheria, la moglie di Cecco Beppe per capirci. A quarant'anni, dice la sua voce fuori campo, una donna è ormai finita, e invece no: ribelle ma mai martire, spegne malvolentieri le candeline, finge svenimenti diplomatici, si stringe sempre più in un corsage che è sostegno e cilicio, tra diete, visite a ospedali psichiatrici come benefattrice ma anche per incontrare altre persone che soffrano, e quanto, di mal-essere, di diversità. Cerca quell'affetto e sostegno che il consorte non può e non riesce a darle nei figli (quei bagni nella vasca in cui attira la figlia minore, la cavalcata notturna...),oppure nel cugino Ludwig di Baviera (sì, quello del film di Visconti, 1973), in uno stalliere inglese, nella fedele dama di compagnia Marie (un doppio, un alias). Ma il suo equilibrio sta nel correre, galoppare, incuriosirsi sempre davanti e prima degli altri, perfino con il cinema. La messa in scena del film parte come un finto film in costume (le basette posticce di Francesco Giuseppe...), per lasciare spazio a progressivi e voluti anacronismi, forzature storiche e apparenti sciatterie che ci invitano piuttosto a concentrarci su di lei, l'imperatrice, che in un finale simbolicissimo si getta libera davanti alla prora della nave, in un tuffo liberatorio. Nella realtà, la storia ci dice che incontrò una fine crudele per mano di un anarchico italiano a Ginevra, pugnalata al cuore con una lima, nel 1898.

 

 

 

 

(venerdì sera

 

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Marco Massara

(Jolly)

Spiazzante ed immaginifico ritratto dell’imperatrice Sissi, ben diverso da quello ormai ben assimilato descritto nella saga con Romy Schneider. L’angustia del corsetto e la dieta della principessa sono il simbolo di una vita di corte altrettanto stretta, tra decadenti e decaduti rituali ed un Ceccobeppe a funzionamento intermittente, in tutti sensi.

La principessa fuma, tira di scherma, cavalca da sola nella notte, tresca con lo stalliere (!) inglese, opera nel sociale, addirittura sperimenta (in anni sbagliati!) il cinema.

Quando non ne può più decide di uscire di scena, ma prima mette le cose a posto: trova un’amante per l’Imperatore, costringe la sorella a diventare una sua sosia per le cerimonie pubbliche ed alla fine si getta, Titanic Style, nell’acqua del mare, ben più purificatrice dei quella delle vasche da bagno della Corte.

Qualche disinvoltura di troppo nel finale, ma l’intelligenza dell’operazione va premiata, e poi, tranquilli, a Natale torna la bellissima e sfortunatissima Romy Schneider!