Alcarras
da domenica 19 a venerdì 24 marzo 2023
ALCARRAS
REGIA DI CARLA SIMON
“Orso d’Oro alla settantaduesima Berlinale, Alcarràs conferma quanto di buono Estate 1993 (2017), l’acclamato esordio della catalana Carla Simón aveva già rivelato: uno sguardo registico sensibile e preciso, una scrittura narrativa fluida e diretta, anche allorché si appoggia sul non detto, e un’eccellente direzione attoriale capace di orchestrare con assoluta armonia i contributi di non professionisti di tutte le età. Il teatro dell’azione, che dà titolo al film co-prodotto dall’Italia con Giovanni Pompili per Kino Produzioni, è Alcarràs, una località rurale della Catalogna, dove la famiglia dei protagonisti è da generazioni dedita alla coltivazione delle pesche. Mentre nei frutteti, sotto il sole bruciante dell’estate, si consumano i rituali del raccolto, all’orizzonte si profilano segnali preoccupanti per il futuro. Da un lato, l’anziano patriarca non riesce a produrre documenti scritti che comprovino accordi verbali in essere da decenni tra la sua famiglia e quella dei proprietari terrieri che hanno loro affittato i terreni che coltivano. Dall’altro, Qumet, figlio del patriarca e attuale guida della famiglia, non si rassegna all’idea che la coltivazione delle pesche a cui ha dedicato la vita sia rimpiazzata da complessi di pannelli solari, come vorrebbe l’erede della famiglia dei proprietari. In questo contesto di latente e inesplosa tensione, la generazione più giovane della famiglia vive una stagione di maturazione: il maggior Roger aiuta il padre nel lavoro, cercando la sua approvazione e incontrando invece continui rimproveri, la quasi adolescente Mariona osserva e ascolta quanto la circonda con apparente impassibilità, mentre si prepara ad uno spettacolo di ballo per la festa di paese, mentre la piccola Iris vede i propri giochi infantili con i cugini gemelli Pau e Pere bruscamente interrotti dalle crescenti ostilità tra i familiari adulti. Carla Simón sceglie di non privilegiare un singolo punto di vista sulla vicenda. Affida invece equamente le redini del racconto ai suoi personaggi, con una predilezione per ragazzi e bambini. Ne discende un andamento trattenuto, che evita svarioni drammatici, mantenendo una cristallina trasparenza della progressione drammaturgica. Per alcuni, questa delicatezza potrà sembrare mancanza di polso. Ma il naturalismo e la semplicità con cui Carla Simón rende partecipi di una realtà a cui è prossima (lei e la sua famiglia sono originari di quelle terre) porta lo spettatore ad amalgamarsi progressivamente con gli spazi e il lavoro che illustra.”
Paolo Bertolin da cinematografo.it