Titolo

Settembre

 

da domenica 26 febbraio  a  venerdì 3 marzo 2023

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SETTEMBRE

REGIA DI GIULIA STEIGERWAIT

 

“Non è il primo Settembre che abita il grande schermo, l’esordio alla regia dell’attrice e sceneggiatrice Giulia Louise Steigerwalt, presentato in anteprima al Bif&st di Bari. (…) Poco prima della riapertura della scuola: perché, è vero, molte persone non ragionano secondo gli anni solari ma restano ancorati ai tempi del ciclo scolastico. Se si deve cominciare qualcosa, si fa a settembre. A maggior ragione se si deve ricominciare. Sopravvivono, i protagonisti di Settembre. Almeno alcuni di loro. Sopravvive Francesca (Barbara Ronchi, sempre più brava e piena di sfumature), quasi invisibile agli occhi del marito (Andrea Sartoretti) e costretta a fare i conti con un imprevisto clinico. Sopravvive la sua amica Deborah (Thony, luminosa anche nel dolore), che viene tradita dal marito ma, un po’ per caso e un po’ per desiderio, si scopre vicina a Francesca in un modo nuovo.

Sopravvive Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio, anche lui strepitoso in un ruolo non consueto), medico divorziato e apatico che di notte si vede con una giovane prostituta, Ana (Tesa Litvan). Che sopravvive ai margini della metropoli, dimenticata da tutti, e prova a scommettere sull’amore per un giovane panettiere gentile (Enrico Borello).

La vita, invece, è un orizzonte sconosciuto per Maria (Margherita Rebeggiani) e Sergio (Luca Nozzoli), il figlio di Francesca (…) Sono storie che si toccano, si sfiorano, a volte si intrecciano, in una Roma solare e lontana dal centro, calda ma non afosa, che abbraccia con maternità anche nelle sue asperità (la fotografia è di Vladav Radovic). E che risveglia i personaggi dal torpore, mettendoli di fronte a un dolce imperativo: non farsi annientare dalle tragedie. Perché, come dice Guglielmo, gli scossoni a volte sono utili per innescare qualcosa, non c’è bisogno di immolarsi a un dramma.

È un film delizioso, Settembre, che espande il cortometraggio omonimo di Steigerwalt innestando l’avventura dei ragazzini con gli episodi degli adulti. C’è un affetto sincero nei confronti dei suoi protagonisti e c’è molta empatia nel raccontare il loro percorso di accettazione delle difettosità. Non si tratta di indulgenza quanto proprio di prossimità emotiva, anche nei confronti di coloro che manifestano qualche limite nell’articolare il discorso amoroso o nel “pensare per due” poiché si sta insieme anziché per uno nonostante si stia insieme.

In questo senso è un film profondamente italiano, una commedia seria che individua l’umorismo come prisma per interpretare le cose della vita, rinnova il magistero di Luigi Comencini e torna alla Francesca Archibugi delle origini (…) Un film solo apparentemente piccolo e invece notevole, che rispetta personaggi e spettatori e offre loro la possibilità di una strada nuova, una carezza che allevia l’ansia, l’ipotesi di una felicità diversa.”

Lorenzo Ciofani da cinematografo.it

 

 

 

 

Giulio Martini

(domenica pomeriggio)

Alla costante ricerca di situazioni imbarazzanti  e personaggi imbarazzati di fronte all'enigma delll sesso, il film condensa- nell'arco di un mese - quesiti diversi e simili di tutte le età.

La necessità/spinta fisica con cui il desiderio sessuale si manifesta e si esprime è nel film anche ricerca delle sue motivazioni profonde,dei suoi significati non chiari.

Interpreti ben scelti e intonati nel suggerire interrogativi e perplessità  davanti ad un enigma irrinunciabile per definire la propria identità e la propria vita. Narrazione agile e credibile nonostante la chiara intenzione di stupire

 

 

 

Angelo Sabbadini

(lunedì sera)

Dalla comparsata nel film “Come te nessuno mai” di Gabriele Muccino al primo film come autrice quasi vent’anni dopo. Passo dopo passo la carriera di Giulia Louise Steigerwalt è arrivata all’opera prima nel segno della commedia. E quello che primariamente colpisce in questo Settembreè l’abile valorizzazione degli attori: su tutti la romana Barbara Ronchi con tanto teatro e cinema alle spalle e l’esperto Fabrizio Bentivoglio, ancora una volta impegnato a disegnare da par suo un personaggio in stallo rispetto alla vita e ai suoi impegni di routine. Ma tutta la troupe funziona al meglio e ci regala un’operina dal sapore gradevole e con qualche controcanto di rilievo.

Carlo Caspani

(mercoledì sera)

Buon esordio alla regia dell'americoitaliana Giulia Steigerwalt, dopo tanto lavoro come attrice e sceneggiatrice.In una Roma semiperiferica, storie incrociate di donne e uomini grandi e piccoli, per età e personalità. Qualche concessione alle mode del momento, ma un filo forte e robusto che lega il tutto: sesso e piacere sono una scorciatoia magari divertente,ma col sentimento e col pensare per due, come dice il dottore, è meglio. Spiccano brillanti, commoventi confessioni/rivelazioni (la doppia coppia al pronto soccorso all'alba, la prostituta e il pizzicagnolo dopo una giornata al mare), esilaranti corsi accelerati di educazione sessuale adolescenziale e una censurabile risposta a Masterchef (la tolla di fagioli scaldata direttamente sul fornello!)

 

 

 

Giorgio Brambilla

(venerdì sera)

Giulia Steigerwaltci racconta tre coppie diversamente assortite, gli intrecci delle loro vite, il bello e lo squallido delle loro esistenze: si va da quella in fase di esplosione con diversa ricomposizione finale, a quella di adolescenti con terzo incomodo fuori campo, alla fine definitivamente, a quella “nonno” - giovane prostituta (più uno sui titoli di coda?). Si prende il suo tempo, ci fa assaporare ogni emozione grazie a primi e primissimi piani insistiti e ad attori decisamente all’altezza del compito. Il ritmo certo è lento, ma a vantaggio della profondità e dell’assenza di didascalicità. La regia è semplice, con solo qualche concessione a soluzioni non naturalistiche nell’uso straniante di alcuni azzeccati brani musicali. I dialoghi sono efficacissimi, superata qualche difficoltà di comprensione della necessaria parlata romanesca. Nonostante il titolo autunnale, la storia è primaverile, con la rinascita di tanti personaggi; molti di quelli maschili sono proprio miserabili, come dice Francesca, quelli femminili dotati di altro spessore, ma la narrazione regge e cattura lo spettatore, regalandogli un’opera prima encomiabile

 

Marco Massara

(jolly)

Una storia un po’ troppo al femminile, raccontata in forme un po’ troppo femminili….. Apprezzabile, ma per un maschietto, vista la figura che fanno i maschietti, appena appena  indigesta.