Titolo

Cena con delitto

 

da domenica 28 novembre a  venerdì 3 dicembre 2021

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CENA  CON  DELITTO

regia di Rian Johnson

 

 

Massachusetts. Il famoso scrittore di romanzi gialli Harlan Thrombey viene trovato morto nella propria camera. Una settimana dopo, i parenti sono convocati per essere interrogati: tutto lascia pensare che si sia trattato di un suicidio, come pensano il detective Elliot e l’agente Wagner, ma secondo l’investigatore privato e consulente Benoit Blanc ci sono ancora troppe domande senza una risposta, prima fra tutte: perché quella mattina una busta anonima, piena di denaro, è stata recapitata alla porta del detective con la richiesta di investigare? L’anziano scrittore è stato trovato morto la mattina dopo aver festeggiato il proprio 85º compleanno, invitando a casa tutti i membri dell'intera famiglia, che quindi, se non si è trattato di suicidio, si ritrovano ad essere sospettati tutti quanti di omicidio..................................................................

Più di un semplice omaggio progressista, il livore un po' sprecato  è significativo all'interno di un genere da sempre inscindibile dalla sua venatura upper-class. Johnson la interroga da una prospettiva contemporanea, ma senza rompere l'incantesimo di un colpo di scena rivelato davanti al camino.
A differenza del quasi omonimo (nel titolo italiano) Invito a cena con delitto, che nel 1976 seppelliva nell'assurdo sia un cadavere che il filone stesso, l'allegra banda di ipocriti che si riunisce a casa Thrombey dà vita a un intrigo autentico che funziona proprio come quelli di una volta.

 

 

 

 

 

 

Marco Massara

Domenica pomeriggio

 

 

 

Perfetto ‘frullatore di certezze’, “Cena con delitto” sfrutta tutte le caratteristiche del filone ‘Delitto in alta società’: un cadavere ingombrante, una agiata famiglia oltre il limite dell’eccentricità dove ognuno ha ottimi motivi per i delitto (che delitto non è) , una atmosfera ‘gotica’ al punto giusto.

 L’originalità sta nel fatto che dietro non c’è un romanzo di Agatha Christie, ma è tutto in una sceneggiatura originale di Rian Johnson che manovra tutte le leve con maestria e ironia e le mette in scena con abilità. Con in più una strizzatina d’occhi all’ “ascensore sociale”, dove a trarre vantaggio finale (“la mia casa, le mie regole, …”) è una immigrata di seconda generazione, figlia di una clandestina.

Un elogio a Daniel Craig per essere uscito con disinvoltura dai panni di 007 (almeno in parte: si veste in stile Bond, ma con bretelle e cappottone) ed applausi alla carriera per Christopher Plummer, perfetto in un ruolo che ha interpretato più volte e qui nella sua penultima apparizione sullo schermo.

 

 

 

 

 

Giulio Martini

Domenica sera

 

 

 

complicata, ma riuscita invenzione narrativa, per scovare qualche "colpevole" davvero difficile da individuare fino all'ultimo  ( qui il committente dell'indagine che è  accusato e scoperto dal suo stesso cliente ). Infiniti riferimenti ai maestri cinematografici del  genere  - Hitchcock in primis - e alla Regina inglese delle indagini. Bel ritmo. Geniale in particolare tra gli attori la scelta di Craig, riflessivo brontolone. La lunga spiega finale è indispensabile per convincere  gli spettatori che tutto quadra, anche se, a rivederla con calma,  l'investigatore dimostra una  capacità logica eccessiva oltre che fulminante, perché gli mancavano certe  informazioni che sono fornite solo a chi sta in sala. Ma il divertimento c'è. E c'è pure la necessaria compensazione emotiva: il colpevole pagherà e l'innocente di turno - molto carina - si salva. Amen

 

 

 

 

 

Angelo Sabbadini

Lunedì sera

 

 

 

 

 

“Fuori i coltelli!” e il giallo è servito … Rian Johnson, bravo come sempre, si diverte e ci diverte dirigendo in modo esemplare un cast stellare e ispirato. Visibilio in sala dove si gioca a riconoscere i rimandi letterari e cinematografici che Johnson distribuisce generosamente a piane mani. E la notizia del sequel già pronto e confezionato è accolta da applausi.

 

 

 

Marco Massara

Mercoledì  sera

 

 

 

 

 

 

Rolando Longobardi

Giovedì sera

 

 

Un genere molto apprezzato dal pubblico, quello del whodunit (come oltre oceano chiamano i nostri gialli). Una trama legata al processo logico dell'abduzione che tiene lo spettatore legata alla sedia e attento per tutte le due ore e passa della durata. Un film ricco di citazioni e spunti ironici che non tralascia di toccare tutti gli aspetti narrativi e tecnici (nella ripresa e nella scelte delle inquadrature) tipici del genere. Un cast davvero all'altezza e mai eccessivo. I quindici minuti finali dedicati alla spiegazione,sono necessari per far emergere nessi logici che non intendono lasciare nulla all'improvvisazione.

V

 

 

 

 

Giorgio Brambilla

Venerdì sera

 

 

 

La prima inquadratura di Cena con delitto mostra due cani che corrono da sinistra a destra, verso… non si sa cosa! Poi scopriremo che è Ransom / Hugh che cerca di rientrare, ma non è quello l’importante, l’importante è il non si sa cosa, ovvero il fuoricampo che, nei film gialli la fa da padrone. L’abilità è tutta lì: mostrare nascondendo. L’autore implicito sembra alquanto generoso con lo spettatore, perché gli regala da subito molte informazioni, negate agli altri personaggi. Ricostruisce infatti tutte le menzogne degli stessi, fino a quella più clamorosa, di Marta, per cui sembra che non ci resti da sapere che se e come qualcuno riuscirà a comprendere quella verità che già noi sappiamo. Invece non è così e il film si rivela un whodonit, con un colpevole che viene svelato alla fine, dopo una serie di peripezie. Siamo in pieno cinema postmoderno, con da una parte la messa in scena di una messa in scena operata attraverso l’immagine iniziale, ma anche le varie citazioni e ammiccamenti nel film, soprattutto ad Agatha Christie e al suo Poirot, riflesso in Benoit Blanc. Dall’altra c’è un enigma da risolvere, che appassiona e intriga, Però, sempre postmodernamente, diverte pure, disegnando situazioni ironiche e personaggi ridicoli, come il suddetto Blanc, che sembra un ingenuo e invece…

Un continuo gioco con lo spettatore, che, se apprezza il genere, trova un esemplare assai ben fatto con cui divertirsi

 

 

 

 

Carlo Caspani

(fuori classifica causa 3-a dose…)

Scuola Agatha Christie in salsa  americana, quindi brillante, con un parterre di comprimari di pregio tra cui spicca un Daniel Craig in bretelle versione post Bond. Canovaccio risaputo, d'accordo, ma quel che conta è il meccanismo di alta orologeria zeppo di colpi di scena, incastri, buchi nei buchi nei buchi di una ciambella destinata a soddisfare i gusti del cinefilo giallofilo più bulimico. Strizzate d'occhio volute anche alle cronache politico-sociali Usa degli ultimi tempi (c'era ancora in carica The Donald, nel 2019)...