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A star is born

 

da domenica 31 ottobre a  venerdì 5 novembre 2021

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A STAR IS BORN

regia di Bradley Cooper

 

 

Una scommessa rischiosa, per le carriere di chi vi è coinvolto. Il film che fu di William Wellman (e di David O. Selznick) e che, nel 1937, fuse Hollywood, mélo e sogno americano in una simbiosi impossibile da scindere, viene nuovamente ripreso, per il suo terzo remake. (…) Una amara verità su Hollywood e sui saliscendi della notorietà, che nella versione del 1937 - uno dei grandi successi di Selznick, insieme a Via col vento - è affidato ai volti di Janet Gaynor e Fredric March. Medesime iniziali della Gaynor per Judy Garland, che dà vita nuovamente a Esther nel primo remake del film. È il 1954 e a girarlo è un maestro come George Cukor, con James Mason nei panni del traghettatore Norman. Successo straordinario, tale da sostituirsi per molti all'originale nel ricordo storico. Nel 1976 la storia rivive ancora, in uno scenario totalmente differente. Sono gli anni della contestazione e del sogno idealista hippie ed Esther rivive in un nuovo contesto, altrettanto ostico e competitivo. Anziché Hollywood e la recitazione, al centro del film di Frank Pierson c'è la scena musicale country e folk: Norman veste i panni barbuti di Kris     Kristofferson, mentre Esther si avvale del carisma e della voce di Barbra Streisand. Questa volta però la critica si divide, avversando un progetto guidato dalla Streisand e incentrato sulle sue performance. Perfetto per il ruolo Kris Kristofferson. Passano ben 42 anni prima che È nata una stella, o A Star is Born in originale, goda di un ulteriore remake, che adatti al proprio tempo la tragica favola di Esther e Norman (…) Inizialmente il progetto era nelle mani di Clint Eastwood, che fece di tutto per assegnare il ruolo alla popstar Beyoncé. A causa della gravidanza di   quest'ultima il progetto è finito in stand-by, finché Eastwood non ha deciso di abbandonare la regia e affidarla al protagonista di American Sniper, Bradley Cooper. Per Cooper è il debutto dietro la macchina da presa (…) Cooper indossa anche i panni del rocker in declino, Jackson Maine, che vede in Ally un talento appena sbocciato e la chance di una rinascita. (…) A dar vita alla non   ingenua Ally è un volto davvero inconsueto e imprevedibile, quello di Lady Gaga, che per l'occasione si firma nei crediti con il vero nome di Stefani Germanotta. Una mossa     coraggiosa, lontana da quanto compiuto dalle star della musica che l'hanno preceduta, a cominciare da Madonna. Al di là del cambio di nomi, è il film con Streisand e Kristofferson la versione ripresa più direttamente da Bradley Cooper, con il mondo del country come ambientazione della vicenda (…) Nella colonna sonora abbondano i brani creati appositamente per il film da Bradley Cooper e Lady Gaga, scritti con autori del calibro di Mark Ronson, Jason Isbell e Lukas Nelson. Tutti rigorosamente eseguiti dal vivo e senza ricorrere a playback. Come Terrence Malick per Song to Song, anche in A Star is Born molte scene sono state girate sui palchi di grandi festival musicali, come quello di Glastonbury.”

(Emanuele Sacchi da mymovies.it)

 

 

 

 

 

Giulio Martini

Domenica pomeriggio

 

 

 

 Ennesima variazione sul tema Pigmalione + allievo che supera il maestro e relativa depressione del tutore.

Qui si accentuano i continui riferimenti (multipli e differenziati) al rapporto Padre - figlio.

Le madri sono assenti.

Rifiutato l'happy end di "The Artist" si addolcisce cmq il finale, per altro preannunciato come inevitabile già dalla prima sequenza.

Regia scolastica, però buone le interpretazioni, specie della " super- nova" camaleontica Germanotta (con tanto di omaggi ironici alla Streisand).  Ma è la storia, ottimo materiale per psicoanalisti, che funziona sempre e comunque a meraviglia.

 

 

 

 

 

Giulio Martini

Domenica sera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angelo Sabbadini

Lunedì sera

 

 

 

 

 

Brava e furba l’iconica coppia di A Star is Born. Se Lady Gaga giganteggia grazie alla sua classe indiscutibile a stupire è Bradley Cooper che fa degnamente la sua parte a cominciare dal brano Maybe It’s Time sussurrato con voce fumosa nel drag bar. Ma tutta la colonna sonora è di buon livello ed è un piacere ascoltarla. Quanto al film una sforbiciata di una ventina di minuti avrebbe giovato ma il debutto alla regia di Bradley Cooper è comunque soddisfacente.

 

 

 

Carlo Caspani

Mercoledì  sera

 

 

Quarto remake di una vicenda di amore e musica che diventa specchio dei tempi e del gusto, musicale e non solo, in cui viene realizzata. Che Stefani Germanotta in arte Lady Gaga fosse una stella lo si sapeva, iun più funziona, eccome, anche dal punto di vista attoriale. E il film rispetta tutti i tempi, gli appuntamenti, i ritmi del genere di appartenenza, con  in più una vena creativa musicale che conferisce veridicità al tutto. Il primo quarto d'ora, come nel miglior cinema che si rispetti, è una promessa rispettata appieno nelle due ore successive. Se poi non vi piacciono il country e il pop, pazienza: nessuno è perfetto

 

 

 

 

Rolando Longobardi

Giovedì sera

 

 

Una narrazione presentata in ben quattro lungometraggi in meno di cento anni di cinema può voler dire (almeno!) due cose: o la trama funziona e quindi i remake hanno la funzione di legare ancora di più occhi e orecchie dello spettatore allo schermo ; oppure, al contrario, quello che si vuole raccontare non è ben chiaro a nessuno e quindi deve essere interpretato più volte per poter essere riletto.  Personalmente ritengo che in questa versione di Cooper prevalga, ma non domini, la prima ipotesi. La storia funziona, questo è fuori da ogni dubbio. Funziona anche perchè la musica e i cantanti sanno tradurre il testo in emozione vera, emotiva. La bravura di Lady Gaga e anche del Cooper musicista rende la storia ancora più intensa, come un ritornello che non stona anche se ripetuto. Anche la tecnica utilizzata non è male. I primi piano sono misurati: a parlare sono le parole e le note. Insomma, un bel film da ascoltare e anche vedere.... in quest'ordine.

 

 

 

Guglielmina Morelli

Venerdì sera

 

 

 

Film interessante, con qualche ingenuità nella sceneggiatura (gli italo americani adorano Sinatra e ascoltano le opere, accanto ai due protagonisti ci sono due spalle simmetricamente disposte, ecc) ma nel complesso tutto funziona. Bel coraggio per LadyGaGa confrontarsi con Judy Garland: direi che ne esce benissimo, con i più  una sorta di metamorfosi che la fa diventare, nel corso del film proprio LadyGaGa! Pubblico molto soddisfatto, molto bene anche questo.