da domenica 4 a venerdì 9 marzo 2018
NON SI RUBA IN CASA DEI LADRI
REGIA DI CARLO VANZINA
:Una commedia divertente, che punta anche a far riflettere sul tema attualissimo della corruzione e sui cosiddetti “facilitatori” legati alla politica. E, infatti, come scherza Massimo Ghini, il lungometraggio più che una commedia potrebbe sembrare “un film neorealista”. Lo spunto arriva, in effetti, dalla vita quotidiana e dalle cronache italiane che ogni giorno riempiono le prime pagine e i telegiornali. E dalla realtà alla fiction il passo è breve. Così, i fatti di Mafia Capitale vengono rivisti e riscritti in vena comica e ironica. “Non è un film su Roma, però. – sottolinea Vincenzo Salemme – Si tratta piuttosto di una parabola umana. Non è legata a una città in particolare ma alla più generale corruzione dell’animo umano. Una corruzione che spaventa e che contagia anche gli onesti.” “Da uno spunto drammatico si può fare una commedia – dice Carlo Vanzina– e questa lezione me l’hanno insegnata Age e Scarpelli. Il film racconta la vicenda di un uomo che cade in rovina a causa di cose più grandi di lui (...) Sono stato aiuto regista di Monicelli e Sordi quindi modello della commedia all’italiana interagisce spesso con il nostro cinema. La scena in cui Ghini è vestito da antico romano guarda esplicitamente alla scena in cui Gassman viene arrestato in una festa in costume e portato al commissariato vestito con la tunica inIn nome del popolo italiano. Il finale richiama invece il cinema di Scola. Ci sono riferimenti a La congiuntura ma anche a C’eravamo tanto amati dove il personaggio di Manuela Arcuri richiama quello di Giovanna Ralli. Poi c’è il cinema sulla truffa con l’esplicito rimando ad American Hustle e la locandina che può somigliare ad un Ocean di Soderbergh: “Sono sempre rimasto affascinato dai film sulla truffa. Oltre quelli citati, anche I soliti ignoti di Monicelli o Il buco di Becker. Non si ruba in casa di ladri chiude una trilogia iniziata conI mitici e proseguita conIn questo mondo di ladri.”
marco massara
domenica pomeriggio
|
Non nascondo di essere piacevolmente sorpreso da questo film che avevo approcciato con un certo sospetto. In realtà la sorpresa altro non è se non la conferma di una delle regole di fondo del cinema: se la sceneggiatura è buona il film ha una buona probabilità di riuscire altrettanto bene.
E la sceneggiatura dei due ‘Coen italiani’ (perdonatemi!) funziona davvero bene, al punto che mi sono divertito ad immaginarla con l’interpretazione di Clooney, Damon &C della crew di “Ocean xx”. Certo se si fosse stati capaci di evitare il facile trabocchetto della gag e della risata ‘grasse’ ed i personaggi/interpreti fossero stati meno ‘meccanici’ e con qualche chiaroscuro in più il risultato sarebbe stato migliore, ma sono lo stesso contento della inattesa sorpresa.
|
giulio martini
domenica sera
|
ripescando nella formula dei "padri anni '50 " e nella tradizione dei giullari - cioè la farsa,culla della commedia nostrana - il duo Vanzina junior mette insieme un repertorio collaudatissimo di situazioni e figure, imbastendo un format che risulta ancore vincente nel garantire un buon numero di risate, perché aggiornato alla stretta attualità : regionalità + truffe + ambienti popolani + moralismo fai da te. Il risultato è decoroso, ma senza un profondospessore etico, né quei chiaroscuri di malinconia o di mestizia, che pur si coglievano invece in Ficarra & Picone o in Pif. Gli attori si ispirano chi a Gassman, chi a De Filippo, chi a Fabrizi , chi a Macario, chi a Titina... Come è difficile individuare film allegri che non siano volgari e che comunque facciano pensare/ non deludano il pubblico del Cineforum ! Ma i pregiudizi contro la "commedia", cosi difficile da fare per la durata di 90 minuti filati, però non sono pochi... |
angelo sabbadini
martedì sera
|
Cosa c’entrano i mitici fratelli Vanzina con il Bazin? Poco o niente: il cinema gioiosamente trash dei fratelloni romani non s’addice alla sala di Via Melchiorre Gioia abituata ad altre ritualità. Dunque la serata si consuma con un sottile imbarazzo, rotto dalle rumorose risate di un fan dei campioni d’incassi. La commedia scivola subito in pochade e le citazioni multiple e gratuite non contribuiscono a scaldare gli abbonati. Gli attori recitano con studiata sufficienza e fingono di divertirsi un mondo nel giocare con gli idiomi regionali. Quando si riaccendono le luci prevalgono le perplessità. |
carlo caspani
mercoledì sera
|
Chi scrive ci ha pensato un po', nel tentativo di rendere un giudizio il più possibile obiettivo, meditato e scevro da pregiudizi... ma perchè? Largo quindi, con sollievo, al pregiudizio culturale. Il film dei fratelli complici Vanzina è una pagliacciata qualunquista, suo merito unico una grevità lievemente inferiore alla media dei loro lavori (non parliamo poi di emuli come neri parenti, minuscole volute). Diverte poco, dura comunque troppo, racconta un'Italia e degli italiani con cui è già difficile convivere dal vivo, figuriamoci al cinema. commedia italiana? ma per favore, non scherziamo. |
giulio martini
giovedì sera
|
|
giulio martini
venerdì sera
|
|