Titolo

il condominio dei cuori infranti

 

da domenica 11 a  venerdì 17 novembre 2017

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IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI

REGIA DI S.Benchetrit

 

. “Non lasciatevi ingannare dal titolo italiano (Asphalte il titolo originale): Il condominio dei cuori infranti non è una commedia sentimentale da fazzoletti in mano. A volte può far commuovere, ma è un sorriso stupito e affettuoso quello che prevale in viso. Affetto per personaggi che entrano subito nel cuore. Tratto da due dei racconti di Les Chroniques de l’Asphalte, libro del 2005 dello stesso Benchetrit, Il condominio dei cuori infranti ci porta in una periferia francese annoiata e quasi addormentata, in un condominio semi abbandonato di un quartiere popolare. Vediamo la banlieue come non siamo abituati a vederla: all’estremità della città, un inatteso senso di solidarietà raccoglie chi cade. Non sono violenza e rabbia le protagoniste ma solitudine e, soprattutto, amore. “Ho vissuto la mia giovinezza in un quartiere popolare e posso affermare di non avere mai conosciuto un senso di solidarietà così forte come in periferia”, ha detto il regista, che ha anche curato la sceneggiatura. (…) Sei sono gli antieroi protagonisti e ognuno merita attenzione (…) Dietro l’apparente casuale collage di scene e storie si nasconde un’attenta cura stilistica, in ogni dettaglio. Il formato scelto è particolare, è un 1:1.33, voluto dal regista perché il film è girato in ambienti piccoli e non si sarebbe potuto usare il Cinemascope in spazi così ristretti. È difficile datare l’epoca dei fatti, permeati da una ricercata e voluta patina anni ‘80: vediamo un vecchio televisore Grundig, il poster di Die Hard o un walkman giallo, ma anche dvd di film attuali. (…) Ci sono poche battute nel film, prevalgono i piani sequenza e i silenzi. La musica, curata da Raphaël, è discreta e non onnipresente. Il condominio dei cuori infranti colpisce per la modernità del tono e per la sua energia libera e raffinata. È una raccolta di storie indipendenti, che però compongono un’unità solida e meravigliosa. Trasudano ironia, divertono, emozionano. Il racconto è scandito da momenti surreali, quasi incongrui, favole metaforiche, che però pulsano di stupefacente realismo. Da qualsiasi angolazione lo si guardi, Il condominio dei cuori infranti è una sorpresa. Davvero bella.”  

 

(Simona Santoni, da Panorama, 22 marzo 2016)

roberta braccio

domenica pomeriggio

A mio avviso un film delizioso, che propone un'umanità eccezionale con personaggi e situazioni indimenticabili. C'è chi dalla sedia a rotelle, chi dal palcoscenico, chi dal cielo e trova qualcuno che è in attesa.  Un grande cast rende tutto credibile ed empatico: non c è nessuna stonatura, il film scorre agile e con tenerezza nelle stranezze inaspettate della vita. 

giulio martini

domenica sera

  tra Kaurismaki e Tati, ma senza ignorare van Dormael, un film di surrealismo quotidiano  nella nebbia della periferia e dei rapporti individuali, che però scalda l'animo più che raggelarlo o  incupirlo. La domanda  ricorrente è:  "Ma dove sei ? Dove ti trovi ? ", sintomo di uno spaesamento diffuso, di atteggiamenti "satellitari" che raramente si incrociano l'un l'alto. Tra  immagini fisse,  co-presenze indifferenti o perplesse, rari momenti d'azione e di scambio emotivo, un  racconto che cerca di  stigmatizzare  - con dolce ironia - non solo il vuoto  della vita di condominio, ma la completa insulsaggine di tanti contatti  tra gli umani di oggi.

angelo sabbadini

martedì sera

Un condominio abitato da buffi e solitari personaggi, che avrebbero fatto la gioia di Palazzeschi, è la location del film di Banchetrit che in tre episodi ci racconta con ironia il passaggio dallo scacco esistenziale a una possibilità di riscatto. Il miracolo avviene grazie al valore dell'incontro con l'altro. Il tutto in una favola ambientata in una triste banlieue illuminata dal calore delle relazioni

carlo caspani

mercoledì sera

Titolo ingannevole per una favola metropolitana in salsa francese godibile e a modo suo romantica, con un paralitico di ritorno, un'infermiera tabagista, un adolescente cinefilo a sua insaputa, una ex grande attrice alcolica, una Mamma nordafricana e un astronauta delle barzellette. ll tutto in salsa francese, ma non pesante, come avviene quando i cugini transalpini mostrano la loro bravura senza tirarsela troppo

roberta braccio

giovedì sera
 

 

giorgio brambilla

venerdì

sera

Samuel Benchetrit costruisce un film lieve e surreale, che racconta storie particolarissime, pur nella loro relativa quotidianità e nel grigiore dell’asfalto del titolo originale, nonché delle vite dei protagonisti.  L’unica scena collettiva è quella dell’iniziale assemblea di condominio; il resto del film mostra tre coppie, sulla carta decisamente mal assortite, che imparano a conoscersi, apprezzarsi e volersi bene, in modo diverso. Una storia delicata che ci fa entrare nelle pieghe del cuore umano, per scoprirvi una grande solitudine, unita alla possibilità di superarla aprendosi all’altro, perdonandolo, dandogli fiducia. Il tutto raccontato in modo per nulla didascalico ma, al contrario, rarefatto e sorprendente, con i tempi rapidi della commedia e la capacità di generare un sorriso simpatetico nello spettatore.