Titolo

sully

 

da domenica 21 a  SABATO 27  maggio 2017

(la proiezione di venerdì 26 è rinviata a SABATO 27)      

 

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S U L L Y

regia di Clint Eastwood

 

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Sully è il 35esimo film da regista di Clint Eastwood, con protagonista Tom Hanks. Sully è anche il soprannome del suo protagonista, il pilota Chesley “Sully” Sullenberger, che ha 65 anni, e il 15 gennaio 2009, dopo sei minuti dal decollo, fece un ammaraggio d’emergenza nel fiume Hudson, a New York. Come andò a finire non lo sveleremo a favore di quanti non conoscono il fatto (si tenga però a mente che in America sono davvero pochi) ma ciò che è importante premettere è che Sully era un film difficile da fare: si sa già il finale e la parte di vera suspence è davvero poca. “Che cos'hanno in comune gli eroi di Clint Eastwood? Sono quasi sempre personaggi destabilizzati dal destino, da un crimine, da un'ingiustizia, dalla marginalità. Tutti, ciascuno a suo modo, sono alla ricerca dell'unità perduta. Non si tratta di una semplice risorsa narrativa, destinata a suscitare l'adesione del pubblico, per l'autore americano quella ricerca riflette l'esplorazione filosofica e artistica del suo cinema, producendo una felice coincidenza tra forma e contenuto. Quello che innerva la sua filmografia e gli conferisce una rimarchevole coerenza è il raggiungimento, la restaurazione e la formalizzazione estetica di una nozione sostanziale per l'uomo: l'equilibrio. Abilmente dissimulata sotto la vernice della narrazione, la ricerca del giusto mezzo si manifesta essenzialmente nella relazione che l'individuo intrattiene con la società e le istituzioni, l'insieme delle strutture politiche, giuridiche ed etiche che la cultura ha imposto alla natura. Sully, ritratto di un eroe della working class 'processato' da una gerarchia senza cuore e troppi cavilli, corrisponde alla perfezione questa relazione che Eastwood affronta sempre in maniera risolutamente conflittuale.” (Marzia Gandolfi, MyMovies). A questo proposito, scriveSilvio Danese ('Nazione-Carlino-Giorno', 1 dicembre 2016) "Evitando nella forma e nella sostanza i luoghi comuni del cinema catastrofico (ammirevoli i tempi delle sequenze anche nelle scene più spettacolari, derivate da logica, materiale documentario e anticonformismo registico) Eastwood affida la caratura di un eroe normale a Tom Hanks, eccellenza di equilibrio mimetico e ricerca psicologica. Il portfolio etico di Sully coincide con quello di Eastwood: solitudine del comando, lucidità dell'azione, onore del dubbio, valore individuale della conoscenza. Come sempre, nel cinema di Clint, è uno scontro di poteri: la coscienza e il sistema. Non fosse per l'età, l'avrebbe interpretato."

“Sully è un film davvero per tutti, ma non nel banale senso promozionale bensì in quello dell'opera superiore alle schermaglie di gusto tra la critica e gli spettatori. Il vecchio Clint, infatti (...)ha diretto l'ennesimo titolo in cui la linearità della messinscena, l'armonia della tecnica e la sicurezza del ritmo trascendono l'interesse dell'argomento, la pertinenza della cronaca e la consistenza poetico-politica dell'assunto. (...) Dando per scontata l'impeccabile immedesimazione di Tom Hanks, la prima raccomandazione critica è quella di azzerare le preoccupazioni per eventuali eccessi di retorica e soprattutto l'eco di certe interpretazioni che hanno tirato in ballo a vanvera le «false sirene» del coraggio a stelle e strisce, magari shakerato in salsa trumpiana. (...) Sfrondando con sperimentata asciuttezza dialoghi e sequenze, il film riesce a concentrare negli sguardi, i silenzi e la spontanea renitenza a lodi e accuse la verosimile personalità di un ottimo professionista che si scopre via via sempre più spaesato e scettico persino in contropiede alla stessa costruzione drammaturgica che sembra mirare nella direzione opposta. È esattamente in questo dettaglio nient'affatto secondario che risiede la grandezza di Eastwood: non sarebbe giusto svilire un'impresa oggettivamente clamorosa, mala diffidenza del cittadino/spettatore viene indirizzata sul destino riservato a coloro che cercano solo di fare il proprio dovere tenendo la schiena dritta e si ritrovano avvolti in un'epica trionfale puramente consumistica." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 1 dicembre 2016).

roberta braccio

domenica pomeriggio

Solo Clint Eastwood poteva fare un film che inizia già nei (ups! “Sopra”, scusate ;) .. ) i titoli di inizio e in cui dai primi 5 minuti già si capisce la vicenda e in tutto questo parlare d’altro. E’ facile pensarlo a visione avvenuta, ma Clint Eastwwod ci fa davevro pensare che nessuno spunto fosse migliore del “Miracolo sull’Hudson” per riflettere sulla figura dell’eroe, termine che desta sempre un misto di cinismo, incredulità, ammirazione ed emotività. Ci pensa lui, con l’età e l’esperienza di una vita, mette a fuoco le dinamiche sociali e personali al giorno d’oggi. C’è una reazione “di pancia” della folla, una reazione “di fame” , abilmente orchestrata dai media per buttarsi sul boccone prelibato, una reazione inquisitoria da parte delle istituzioni, che nel tentativo di dare risposte - anche rispetto agli ingenti costi economici - sembra ostile e giudicante, c’è infine la reazione del protagonista, sicuro ai limiti dell’arroganza quando emerge la sua parte professionale, e invece insicuro e a disagio quando emerge la sua parte di uomo (basti vedere la dicotomica recitazione di Hanks). Un uomo a tutto tondo ed un’analisi precisa e completa di una situazione in cui tutto è andato bene perché tutto ha funzionato come un ingranaggio perfetto. E tutto, a mio avviso, funziona anche in questo film, che risulta avere il giusto carico emotivo senza ricatti e una forte e chiara indicazione di come un uomo deve comportarsi – o almeno provarci.

giulio martini

domenica sera

da vero professionista  Eastwood fa l'elogio della  professionalità, celebrando il lavoratore che  batte l'Algoritmo, sconfigge l'Assicurazione e  I boss delle Compagnie aeree. Non chiedete al nostro vecchietto sempre in pista di far ridere. I suoi film sono  seri, compatti, solidi.  I valori morali ( salvare gli altri, sacrificarsi per gli altri, fare scelte coraggiose senza tornaconto personale...) ne fanno il campione cinematografico della Destra Usa, che crede nell'individuo e nella disperata forza della volontà. Intelligentissima  la multi/dilatazione  - fin dai titoli di testa - dei 208 secondi decisivi per  "Castus 1549".  Così ci siamo anche noi alla fine siamo  , grazie alla virtualità del cinema,a  compiere la manovra sul fiume.  Perchè dopo  90 minuti di  simulazioni amplificate siamo ormai tutti divenati informatissimi co-piloti di Tom Hanks.  Bella invenzione narrativa che sfrutta l'empatia1  Ma Schettino il film l'ha visto ?

angelo sabbadini

martedì sera

Ammaraggi riusciti quelli del Bazin (che chiude felicemente la stagione!) e di Clint Eastwood che coinvolgono assai i visionari in sala, grazie all’empatico Sully. Un film politico che nella prima sequenza ammicca al disaster movie ma poi vira decisamente verso l’impegno civile. Per fortuna perchè Clint non sbaglia un colpo e costruisce un’opera tesa, serrata, un'autentica presa di coscienza etica che ripropone il cinema di impegno civile.

carlo caspani

mercoledì sera

Un nuovo tassello della American Legend cinematografica di Clint Eastwood: il suo eroe è un maturo pater familias, esperto e nel contempo istintivo nelle reazioni: deve fronteggiare due pericoli, quello imminente in volo e quello, addirittura più subdolo, del giudizio ex post condotto su criteri apparentemente infallibili ma asettici, che escludono totalmente il fattore umano. Al miracolo, preferisce il lavoro di squadra, la partecipazione di tutti per la salvezza del gruppo. Impianto classicissimo, Tom Hanks protagonista iconico, tanto 3D giustificato dall'assunto che la vita, quella vera, non è una simulazione al computer

giulio martini

giovedì sera
 

da vero professionista  Eastwood fa l'elogio della  professionalità, celebrando il lavoratore che  batte l'Algoritmo, sconfigge l'Assicurazione e  I boss delle Compagnie aeree. Non chiedete al nostro vecchietto sempre in pista di far ridere. I suoi film sono  seri, compatti, solidi.  I valori morali ( salvare gli altri, sacrificarsi per gli altri, fare scelte coraggiose senza tornaconto personale...) ne fanno il campione cinematografico della Destra Usa, che crede nell'individuo e nella disperata forza della volontà. Intelligentissima  la multi/dilatazione  - fin dai titoli di testa - dei 208 secondi decisivi per  "Castus 1549".  Così ci siamo anche noi alla fine siamo  , grazie alla virtualità del cinema,a  compiere la manovra sul fiume.  Perchè dopo  90 minuti di  simulazioni amplificate siamo ormai tutti divenati informatissimi co-piloti di Tom Hanks.  Bella invenzione narrativa che sfrutta l'empatia1  Ma Schettino il film l'ha visto ?

roberta braccio

sabato

sera

Solo Clint Eastwood poteva fare un film che inizia già nei (ups! “Sopra”, scusate ;) .. ) i titoli di inizio e in cui dai primi 5 minuti già si capisce la vicenda e in tutto questo parlare d’altro. E’ facile pensarlo a visione avvenuta, ma Clint Eastwwod ci fa davevro pensare che nessuno spunto fosse migliore del “Miracolo sull’Hudson” per riflettere sulla figura dell’eroe, termine che desta sempre un misto di cinismo, incredulità, ammirazione ed emotività. Ci pensa lui, con l’età e l’esperienza di una vita, mette a fuoco le dinamiche sociali e personali al giorno d’oggi. C’è una reazione “di pancia” della folla, una reazione “di fame” , abilmente orchestrata dai media per buttarsi sul boccone prelibato, una reazione inquisitoria da parte delle istituzioni, che nel tentativo di dare risposte - anche rispetto agli ingenti costi economici - sembra ostile e giudicante, c’è infine la reazione del protagonista, sicuro ai limiti dell’arroganza quando emerge la sua parte professionale, e invece insicuro e a disagio quando emerge la sua parte di uomo (basti vedere la dicotomica recitazione di Hanks). Un uomo a tutto tondo ed un’analisi precisa e completa di una situazione in cui tutto è andato bene perché tutto ha funzionato come un ingranaggio perfetto. E tutto, a mio avviso, funziona anche in questo film, che risulta avere il giusto carico emotivo senza ricatti e una forte e chiara indicazione di come un uomo deve comportarsi – o almeno provarci.